LA CHIESA NEL MONDO: 1978-2000

ANALISI RELATIVA ALLA CONSISTENZA NUMERICA
DEGLI OPERATORI PASTORALI


1. L'ultimo Annuario Statistico della Chiesa, stampato a cura della Libreria Editrice Vaticana, riporta i dati relativi all'anno 2000. La pubblicazione fornisce una fotografia dei principali fenomeni quantitativi che riguardano la Chiesa Cattolica, consentendo di esaminare sotto i più diversi aspetti possibili quali siano state le modifiche delle caratteristiche dell'attività pastorale tra il 1978 e il 2000, per il quale si possiedono i dati statistici. L'analisi metterà in luce, tra l'altro, le profonde differenze territoriali di composizione a livello di continente che sono intervenute nel pontificato di Giovanni Paolo II.

2. Il numero di fedeli battezzati è venuto progressivamente accrescendosi a livello planetario passando, nell'arco di tempo considerato, da 757 milioni nel 1978 a 1045 milioni nel 2000, con un aumento di circa il 38%. Poiché questo incremento è risultato inferiore a quello della popolazione mondiale, la presenza relativa dei fedeli cattolici battezzati è diminuita, seppure di poco: si è passati da 18,0 cattolici per 100 abitanti nel 1978 a 17,3 nel 2000 (Tav. 1). Tuttavia, se a livello dell'intero pianeta non si è sostanzialmente modificata la tendenza in atto da ventidue anni, ben diversamente si palesa la realtà nei diversi continenti: in alcuni gli incrementi relativi fra il 1978 e il 2000 risultano cospicui, in altri molto più contenuti. Partitamente, in Africa si assiste all'incremento maggiore (137,4%) ed in Asia (in modo particolare nella sub area del Medio Oriente) a quello immediatamente inferiore (69,4%); all'estremo opposto, in Europa si evidenzia il minimo incremento (5,8%). Di particolare interesse ci appare la lettura dei dati, continente per continente, del numero relativo dei cattolici rispetto alla popolazione: quoziente che fornisce il numero di tali fedeli per 100 abitanti del continente. Questi valori evidenziano come la presenza dei battezzati sia radicalmente differenziata nelle varie aree geografiche: si va da un 62,8% di cattolici presenti nella popolazione dell'America, al 40% in quella europea, fino al 2,9% in quella asiatica. Risulta di qualche rilievo sottolineare come l'area americana sia in sé molto differenziata: se nel Nord America la percentuale di cattolici è solo del 24,6%, in quella Centrale e Continentale (90,1%) ed in quella del Sud (86,6%) la presenza dei cattolici appare ben più cospicua. Una lettura diacronica dei quozienti ci permette di evidenziare le differenti tendenze che prevalgono nelle varie aree geografiche a partire dal 1978, e che, comunque risultano in variazioni sempre piuttosto di lieve entità. Ebbene, se la presenza dei cattolici a livello planetario risulta in lievissima decrescita, in ciascuna area - con la sola eccezione in Europa - la tendenza si volge verso una crescita lenta.

3. Nei ventidue anni che vanno dal 1978 al 2000 il numero dei Vescovi è passato da 3714 a 4541, con un aumento relativo che sfiora il 22% (Tav. 2). Tuttavia gli incrementi risultano piuttosto differenziati dal punto di vista geografico. Se calcoliamo l'incremento medio lineare ci accorgiamo della differente consistenza del fenomeno nelle varie parti del globo terrestre: si va, ordinando le aree in modo decrescente, da un valore massimo per l'Africa dell' 1,78%, al valore minimo per l'Europa dello 0,89% (altri valori: Oceania 1,31%, Asia 0,94% e America 0,90%). Dunque, si osserva chiaramente che l'Africa e l'Oceania hanno registrato un aumento relativo elevato in confronto alle altre zone, Ma più che queste cifre globali, possono suscitare qualche interesse gli andamenti temporali. La dinamica del periodo preso in considerazione fa sì che rispetto al 1978 la distribuzione dei Vescovi nelle differenti aree geografiche sia rimasta sostanzialmente invariata: in particolare l'intera America raccoglie il 37,3% di tutti i presuli, seguita dall'Europa con il 33%, dall'Asia con il 13,8%, dall'Africa con il 13,2% e dall'Oceania con il 2,7%. Non è privo di interesse osservare anche i valori del numero di sacerdoti (diocesani e religiosi) per ogni vescovo, calcolati al fine di cogliere, seppur approssimativamente, il bilanciamento di queste poste e le singole realtà continentali. Ebbene, se a livello mondiale tale rapporto è venuto a crescere nel corso del tempo (113,3 sacerdoti per vescovo nel 1978 e 89 sacerdoti nel 2000), ciò è ascrivibile soprattutto al forte calo verificatosi in Europa (da 199,9 nel 1978 a 139 nel 2000).

4. Uno sguardo alla Tav. 3 ci permette di svolgere alcune considerazioni sulla variazione numerica dei sacerdoti, religiosi e diocesani, nel volgere del tempo e nei differenti continenti. Nel 2000 il loro numero assommava a 405.178, di cui 265.781 diocesani e 139.397 religiosi, con una decrescita rispetto al 1978 del 3,75% risultante dal decremento del 12,04% del clero diocesano e dell'aumento dell'1,26% di quello religioso. Si può anche rilevare che l'incidenza del clero diocesano e di quello religioso non è venuta a mutare nel tempo in modo significativo, e nei tre anni qui considerati si sono avuti valori molto prossimi al 66% di sacerdoti diocesani e 34% di religiosi. Iniziamo da questi ultimi che, salvo l'eccezione di aumento, come è avvenuto per la zona asiatica, risultano in generale decrescita numerica. Di contro, i sacerdoti diocesani presentano una tendenza opposta: qui le aree di decrescita costituiscono l'eccezione in un panorama di generale crescita. Mette conto segnalare il caso dell'Africa e dell'Asia, in cui il movimento di crescita risulta cospicuo e duraturo nel tempo. Consideriamo ora la distribuzione per aree dei sacerdoti diocesani e religiosi ed il numero di cattolici che fanno riferimento pastorale a ciascun sacerdote. A fronte del 51,5% del totale dei sacerdoti che appartengono all'area europea, sta il 30,0% del clero americano; seguono le altre aree con il 10,8% per l'Asia, il 6,7% per l'Africa e l' 1,2% per l'Oceania. Ma vediamo in dettaglio gli andamenti temporali per continente e per categoria di clero. In Europa i sacerdoti diocesani vedono restringere progressivamente, nel volgere del tempo, la loro quota, mentre per i religiosi la diminuzione è di più lieve entità. Differenti appaiono gli andamenti in Africa, in Asia, in America e in Oceania: qui di norma si palesano aumenti più o meno consistenti dell'importanza relativa sia dei sacerdoti religiosi sia dei diocesani. Quanto al numero di cattolici per sacerdote, la tendenza planetaria non può che essere volta all'aumento a causa del differenziale di crescita demografico fra le varie zone: si passa dunque da 1797 a 2215 ed a 2579, rispettivamente per gli anni 1978, 1988 e 2000. Ed ancora le differenze geografiche risultano di tutto rilievo: si va dai poco meno 1700 cattolici per sacerdote dell'Oceania, ai 4298 dell'America, ai 4786 dell'Africa.

5. L'azione pastorale dei vescovi e dei sacerdoti viene naturalmente affiancata da altre figure di operatori: all'analisi di questi dedichiamo le seguenti osservazioni. Avvertiamo intanto, per avere un ordine di grandezza dei gruppi, che i diaconi permanenti diocesani e religiosi costituiscono nel 2000 la metà dei religiosi non sacerdoti professi (55 mila nel 2000) e che questi, a loro volta, risultavano 14,5 volte meno delle religiose professe (Tavv. 4, 5 e 6). I diaconi permanenti costituiscono il gruppo in più forte evoluzione nel corso del tempo: complessivamente in tutti i continenti si sono più che quintuplicati, con un incremento relativo del 400,25%. La crescita ha interessato tutte le aree geografiche continentali. Nell'Europa l'aumento dei diaconi permanenti è stato del 678%, in America del 333%, in Africa del 297% e in Oceania del 283%. I religiosi professi non sacerdoti costituiscono un gruppo, a livello planetario, in notevole contrazione: se ne annoveravano 75.802 nel 1978 e sono diventati 55.057 nel 2000. La contrazione, tuttavia, è da ascriversi, in ordine di importanza, al gruppo dell'Oceania, a quello dell'Europa ed a quello dell'America, mentre, per converso, in Africa ed in Asia per questi operatori si riscontra un incremento. Tali movimenti hanno fatto sì che il peso relativo dei vari continenti sia venuto progressivamente a mutare, come può direttamente rilevarsi dai dati percentuali esibiti nella Tav. 5. Consideriamo ora le variazioni delle religiose professe che costituiscono un gruppo di operatori pastorali di grande importanza quantitativa: nel 1978 esse sfioravano dal basso il milione di persone. Ebbene, anche questo gruppo, a livello mondiale subisce una sensibile flessione nel periodo considerato, passando da 991 mila all'inizio del periodo, a 801 mila alla fine, con un decremento relativo di 19% su un arco di 22 anni. Ancora una volta si deve sottolineare la profonda differenza di comportamento fra i vari continenti: mentre l'Oceania, l'Europa e l'America vedono una continua e progressiva riduzione dei gruppi, in Asia ed in Africa le popolazioni si accrescono consistentemente. L'incidenza dei vari continenti sul totale è praticamente la stessa (nel 1978 e nel 2000) in America e in Oceania; il peso dell'Europa è invece sceso dal 55% al 46%, mentre quello dell'Asia è salito dal 9% al 17%, e quello delle religiose professe africane dal 3,6% al 6,6% (Tav. 6). Non è privo d'interesse considerare le variazioni di altre categorie di operatori pastorali: in modo specifico dei catechisti, dei missionari laici e dei membri di Istituti Secolari, pure attivi nell'azione di catechesi della Chiesa Cattolica. Notiamo subito dalla Tav. 7 che solo i membri degli Istituti secolari hanno subito una lievissima flessione nei dieci anni considerati (1990-2000), mentre i missionari laici si sono rapidissimamente incrementati (sino a divenire 45,7 volte più numerosi) ed ancora che i catechisti hanno avuto un robusto incremento sino a superare i 2,6 milioni. Naturalmente gli incrementi territoriali sono risultati come di consueto abbastanza variegati.

6. Il numero dei candidati al sacerdozio è venuto crescendo, globalmente, nel tempo (Tav. 8). Dai 64 mila che erano nel 1978 sono passati a 111 mila nel 2000 con una tendenza di crescita continua ed ininterrotta in tutti gli anni di tale intervallo temporale. Ma mentre in Africa e in Asia questi incrementi si mostrano rilevanti, ed imponenti nel primo continente, in Europa ed in Oceania gli andamenti sono più contrastati e gli aumenti molto minori. Una importante misura che relativizza il numero di candidati al sacerdozio è costituita dal ragguaglio del loro numero con quello dei cattolici dei vari continenti. Ci si accorge così che tale numero calcolato per ogni milione di cattolici varia considerevolmente da continente a continente e nei tre anni considerati: in particolare nel 2000 si va dai 242 candidati per milione di cattolici dell'Asia, ai 157 dell'Africa, ai 113 dell'Oceania e ai 96 dell'Europa, sino ai 70 dell'America. Un'ultima misura di qualche interesse che può essere riguardata come un tasso di rinnovo, si ottiene ragguagliando il numero dei candidati al sacerdozio rispetto ai sacerdoti; in particolare tale rapporto è stato moltiplicato per 100 in modo da assumere il significato di candidati al sacerdozio rispetto a 100 sacerdoti. Ancora una volta gli andamenti rapidamente crescenti del numero di candidati africani e asiatici si rispecchiano in questi rapporti che risultano rapidamente crescenti nel tempo e molto più alti che negli altri continenti: al 2000 si hanno 75 candidati per 100 sacerdoti in Africa e 60 in Asia. Valori molto minori si hanno, per converso, in America (30) in Oceania (19) e in Europa (13). Risulta, come conseguenza di quanto detto, che il peso relativo dei vari continenti è venuta a mutare nei vari anni presi a riferimento.