MEDIAEDUCATION - Mondo Voc febbraio 2012                                               Torna al sommario


Non tutti i giovani hanno accesso alla rete.

L’APARTHEID DIGITALE

Un divario che esiste anche tra nativi digitali
 
Il termine digital divide sta ad indicare una forma di disuguaglianza presente nel mondo digitale, anche tra i giovani che secondo l’immaginario comune sono tutti, indistintamente, super tecnologici. Non è così però. Alcuni di loro, nemmeno pochi, sono tagliati fuori dalle opportunità della rete a causa di fattori culturali, economici o infrastrutturali, con pesanti conseguenze sulla loro formazione e sul loro futuro.

 di Stella F.

giovani_internetUn problema ancora irrisolto
Nell’ultimo anno la percentuale di persone che nel nostro paese hanno accesso alla rete è cresciuta del 7% quasi. Lentamente, tra mille difficoltà, il cosiddetto digital divide, ovvero il divario tra chi ha accesso agli strumenti digitali e chi ne è escluso, si va attenuando.

Sono oltre 35 milioni gli italiani tra gli 11 e i 74 anni che si collegano a internet abitualmente (dati Audiweb-Doxa 2011). La gran parte è costituita da ragazzi, quelli che comunemente vengono definiti nativi digitali, quella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni etichettata come net generation. Quando si pensa a loro, si immagina una categoria omogenea di persone con lo smartphone, il tablet e il computer, che naviga nel 37,7% dei casi da 2 a 4 ore al giorno, nel 24,4% per circa 4 ore e più ancora nel 13,3% dei casi (dati Eurispes).


In realtà questi sono i numeri macroscopici, quelli che vengono messi in luce dalle statistiche e dagli esperti, preoccupati solo di saggiare la crescita nell’uso delle nuove tecnologie da parte dei più giovani soprattutto.

C’è però un microcosmo di emarginati che vivono la discriminazione dell’accesso alla rete e subiscono una forma particolare di digital divide, non di tipo generazionale, cosa che non farebbe notizia, ma interno alla stessa categoria dei nativi digitali. Si tratta dei ragazzi che per ragioni culturali, economiche o logistiche non hanno la possibilità di fruire liberamente della rete e di sviluppare una competenza digitale adeguata alle esigenze dei tempi moderni.

 


Al Sud peggio che a Nord
giovani_internet_2Sono sempre i dati a dare la misura esatta di questo fenomeno. I ragazzi del sud sono più svantaggiati di quelli del centro-nord Italia, essendo la connettività peggiore nelle loro zone di residenza. Uno studio condotto nel 2010 e pubblicato dal Sole 24ore dimostra come gli utenti internet nel Nord Italia siano un 15% in più di quelli del Sud, dove solo il 37,5% delle famiglie ha accesso alla rete, percentuale che scende in modo preoccupante in Molise e Basilicata.

Più in generale una famiglia italiana su due non ha un collegamento e solo una su tre possiede una connessione a banda larga. Sono 2,3 milioni gli italiani completamente privi di copertura.

A questo dato se ne aggiunge uno di natura economica. Non tutti possono permettersi di acquistare nuove tecnologie. E non si parla solo di strumenti di ultimissima generazione, come Ipad e tablet in generale (i dati Eurispes rivelano che solo il 19,6% dei ragazzi possiede un dispositivo di questo tipo) o di smartphone (posseduti dal 57,6% dei giovani che vivono nel Nord-Est e dal 42,3% di quelli che abitano nelle isole), che permettono di essere connessi anytime, anywhere; si fa riferimento anche ai semplici computer che, sembrerà strano, non tutti hanno. Ciò anche a causa di un altro fattore che genera questo divario, quello di natura culturale.

Sono i figli di genitori con titoli di studi più bassi e lavori più umili ad essere penalizzati in questo senso. Hanno possibilità di accesso inferiori e minore familiarità con le tecnologie che, nel contesto in cui vivono e crescono, sono poco utilizzate o usate con scarsa dimestichezza. Ne consegue una minore alfabetizzazione informatica e digitale, aspetto da non sottovalutare se si considera che le competenze in questo ambito si acquisiscono prevalentemente con la pratica (cosiddetto learning by doing).

Né l’istituzione scolastica è sempre capace di supplire a queste carenze. La forte spinta all’innovazione trova resistenze culturali da parte della classe docente, limiti nelle disponibilità economiche, carenze a livello normativo.


Un sogno che si infrange
giovani_internet_3La conseguenza di questa situazione è che molti giovani stanno crescendo senza avere l’opportunità di fruire delle nuove tecnologie e imparare ad usarle. In un mondo sempre più orientato al digitale, dove anche l’accesso al mondo del lavoro richiede competenze di questo tipo, la mancanza di formazione in tal senso è un forte handicap per loro. Non avere dimestichezza con le nuove tecnologie significa anche essere tagliati fuori da tutte le opportunità  di contatto con il mondo, dalle occasioni di conoscenza e informazione che la rete offre.

La società in cui viviamo, quella dell’informazione e della comunicazione, che dovrebbe essere aperta, globale, democratica, sta riproducendo meccanismi di esclusione simili a quelli esistenti in passato anche se con dinamiche e in un contesto modificati.

La vita oramai si snoda prevalentemente in rete; quella associativa, quella politica, l’economica, la professionale, la culturale, la religiosa. Chi non ha i mezzi per parteciparvi è relegato all’ultimo gradino della piramide sociale, privato di opportunità, tagliato fuori da tutto. C’è poco di democratico in tutto questo; il sogno che la rete possa superare barriere sociali, culturali ed economiche si va infrangendo contro l’evidenza dei dati e resta l’amaro di sapere che ancora esistono forme di discriminazione e che queste possono incidere sulla crescita delle persone, sullo sviluppo della società, sulla crescita dei paesi  che delle tecnologie non possono più fare a meno.



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