ATTUALITÀ - Mondo Voc febbraio 2013                                                              Torna al sommario

 

 

LA RICCHEZZA DELLA CONOSCENZA


L’era dei nuovi media e il cambio di paradigma socio-industriale


Con l’avvento della società dei servizi è cambiato anche il concetto di ricchezza. Questa non è più identificabile nei beni, ma in qualcosa di rivoluzionario: la conoscenza. Il nuovo paradigma ha stravolto i processi produttivi e la natura delle imprese, ma anche la vita degli uomini, offrendo inimmaginabili opportunità di accesso alle informazioni e condivisione delle stesse .


di Stella F.

 

george_bernard_shawIl premio nobel per la letteratura George Bernard Shaw diceva: “se io do una mela a te e tu dai una mela a me, io ho una mela, tu hai una mela. Ma se io do un’idea a te e tu una a me, entrambi abbiamo due idee”.

Il paradigma della rete è più o meno questo. Scambio e condivisione di idee per creare ricchezza e diffonderla in modo reticolare, creando un effetto moltiplicatore della conoscenza.

È proprio questa, nell’era contemporanea, la vera fonte di ricchezza sociale, da intendersi sia in senso materiale, come patrimonio monetariamente stimabile, che immateriale, come patrimonio culturale, bagaglio di saperi e libertà di accesso alle fonti.

Una rivoluzione, descritta nel libro La costruzione della ricchezza, di C. Thurow, che presenta la conoscenza come nuova base della ricchezza.

 


Il futuro della ricchezza non è nella materia

la_conoscenzaSe un tempo i capitalisti, parlando della propria ricchezza, intendevano le proprietà e i beni materiali, oggi - e molto più in futuro - dovranno discutere del controllo sulla conoscenza. Nella società dell’informazione e della comunicazione, le tecnologie e i new media ne hanno modificato radicalmente il concetto e ne hanno stravolto il processo di produzione.

Nel medioevo, infatti, la creazione di ricchezza era legata al possesso di terra; nell’epoca rinascimentale alle attività manifatturiere. Nell’età moderna la ricchezza è derivata esclusivamente dall’industria. Ma se fino alla metà del scolo scorso, questa produceva beni, permettendo di identificare ancora la ricchezza con cose tangibili, dal secondo dopo guerra è nata l’industria dei servizi e, con essa, quella dei servizi informatici. Si è inaugurata così l’era della conoscenza. A partire perciò dalla seconda rivoluzione industriale, l'uso produttivo della conoscenza è diventato sistematico e rilevante, assurgendo a tratto caratterizzante della modernità.


Nuove imprese e nuovi imprenditori

new_tecnologieGli effetti di questo epocale cambiamento si riscontrano principalmente e più immediatamente su due fronti. Da un lato nell’evoluzione che il settore dell’industria sta conoscendo da qualche decennio a questa parte. Nuove imprese stanno nascendo e molte delle esistenti si stanno convertendo, sotto la spinta delle nuove richieste del mercato, orientate al digitale e ai servizi connessi.


Dall’altro gli effetti di questa moderna economia, basata sulla conoscenza, hanno ampliato le opportunità di accesso alle informazioni. Ognuno può far parte di questo processo sia come semplice fruitore della conoscenza, che come autore e produttore, come fosse un imprenditore dell’industria del sapere.


Se la conoscenza è la nuova base della ricchezza, la condivisione della stessa è la nuova frontiera della cultura. Partecipazione, democrazia, collaborazione ne sono i paradigmi.

 

Lo aveva anticipato anche lo spirito del Concilio Vaticano II che, nel decreto Inter mirifica, consegnava al mondo cattolico la seguente intuizione: “Tra le meravigliose invenzioni tecniche che l’ingegno umano è riuscito a trarre dal creato, la Chiesa accoglie e segue con particolare cura materna quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, notizie, idee, insegnamenti”.

 

 

 

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