ginostrada1GINO STRADA
Gioia è...essere solidali

Vito Magno

 

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Gino Strada nasce nel 1948 da una famiglia operaia di Sesto San Giovanni. La sua è una generazione inquieta che invoca cambiamenti radicali, sull'onda di miti rivoluzionari. Ma è una generazione non indifferente, carica di valori. Gino Strada partecipa al movimento studentesco, ma si distingue subito. Gli amici ricordano che fin da allora rifiutava qualsiasi violenza. Una scelta che lo accompagnerà negli anni a venire. Si laurea in Medicina e si specializza in Chirurgia prima a Milano, poi in centri in Sudafrica, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Tornato a Milano inizia a lavorare come chirurgo al Policlinico. "Un giorno - spiega - non ce l'ho più fatta. Ho sentito il bisogno di scoprire l'altra faccia del mondo. Non fuggivo da un'inquietudine interiore. Sono capitato in Pakistan, e lì sono venuto a contatto con quella strana, affascinante malattia che è la guerra. Tornato a Milano mi sentivo un estraneo, un turista. Così ho deciso di ripartire, di andare dove potevo essere utile". Fa domanda alla Croce Rossa internazionale e lo chiamano subito. Parte per l'Afghanistan. Lavora in condizioni precarie, sempre in emergenza. I suoi pazienti sono soprattutto civili: bambini, donne, anziani. I più feriti dalle mine antiuomo. "I signori della guerra - ricorda - hanno trovato che forse è più sicuro fare la guerra non massacrandosi tra loro, ma cercando di colpire la popolazione civile usando armi che provochino mutilazioni piuttosto che la morte. Perché un morto lo si piange, un mutilato invece lo devi mantenere, consuma risorse ed energie. Diventa un peso per la famiglia e la comunità locale". Da qui la lotta senza frontiere a quelle armi stupide, e allo stesso tempo devastanti, che sono le mine antiuomo. Strada non si ferma in Afghanistan. La Croce Rossa lo manda in Etiopia, Tailandia, Gibuti, Somalia, Perù, Bosnia-Erzegovina. Fino al 1994, un anno di svolta per lui. "All'inizio degli anni Novanta - osserva -, la Croce Rossa ha deciso di ridurre la propria attività chirurgica nelle zone di guerra.


Si è venuto così a creare una sorta di vuoto nell'assistenza delle vittime dei conflitti. E proprio per colmare questo vuoto ho deciso di fondare Emergency". Attraverso Emergency si propone non solo di prestare il soccorso di emergenza, ma anche di garantire un'assistenza sanitaria di base e di addestrare il personale locale a far fronte alle necessità mediche e chirurgiche più urgenti. Gino Strada riparte quindi per il fronte. Nel suo bagaglio gli attrezzi chirurgici e la solita immensa solidarietà. Nel 1994 è in Ruanda. L'anno successivo in Cecenia. Poi nel Kurdistan iracheno dove riattiva un ospedale abbandonato a Choman e un centro chirurgico per le vittime della guerra e delle mine antiuomo a Sulaimaniya. Nel 1997 apre un centro chirurgico a Battambang in Cambogia. Nel 1998 ritorna in Afghanistan e apre un altro centro chirurgico a Charikar, nel Nord non controllato dai Talebani. Grazie all'aiuto dell'Unione europea e di tanti privati cittadini, continua così nella sua opera. Perché, come ha detto lui stesso: "assistere le vittime delle barbarie non è solo rispondere ai loro sogni e bisogni. È anche incominciare, oggi, a costruire il nostro sogno, quello di un mondo che ci faccia sentire un po' migliori, noi e loro insieme".

Da Rogate Ergo Maggio 2002 pp. 28-30