DODICESIMA GIORNATA MONDIALE
20 Aprile 1975

 

"LA MESSE E' MOLTA, MA GLI OPERAI SONO POCHI"


BISOGNO DI CONSACRATI

Cari Figli e Figlie della Chiesa, "La messe è molta, ma gli operai sono pochi"(1) Chi di voi non sente l'attualità bruciante di questa parola del Signore Gesù ? È un fatto che tutti conoscete: il bisogno di sacerdoti, di religiosi, di anime consacrate è immenso. Se in alcune regioni si annuncia una fioritura piena di speranze, in molte altre è apparsa una flessione inquietante di vocazioni, che pesa seriamente sull'avvenire. Certamente, questa rarefazione provoca talvolta un risveglio salutare delle comunità cristiane: i catechisti i membri dell'Azione Cattolica, molti altri laici dalla fede e dalla testimonianza ammirevoli assumono responsabilità, garantiscono "ministeri", che aiutano la vitalità cristiana dei loro fratelli ed incarnano il messaggio cristiano nel cuore delle realtà quotidiane. Il ruolo è insostituibile. Lo Spirito Santo li anima. Noi siamo i primi a rallegrarci di questa promozione del laicato, ad incoraggiarla. Ma tutto questo - bisogna dirlo - non supplisce il ministero indispensabile del sacerdote, né la testimonianza specifica delle anime consacrate. Anzi, li esige. Senza di loro, la vitalità cristiana rischia di staccarsi dalle sue sorgenti, la comunità di disgregarsi, la Chiesa di secolarizzarsi. Trascurare il problema delle vocazioni farebbe correre un rischio gravissimo alla Chiesa. Significherebbe allontanarsi dalla volontà chiarissima del Signore, che disse ai suoi apostoli: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini"(2) - e di fatti essi abbandonarono le loro reti per seguirlo - e ad alcuni discepoli: "Và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi" (3).

CRISTO CHIAMA OGGI COME IERI

Questo appello del Signore è una grazia inestimabile. Il Signore - siamone persuasi - continua a farlo risuonare nel cuore di numerosi giovani e adulti. Per mezzo della Chiesa, il Cristo si presenta - oggi come ieri - come colui che annuncia l'amore senza misura di Dio suo Padre; che dona il perdono, la guarigione del cuore, la pienezza della sua vita; che invita ad edificare con lui, sulla verità e sull'amore, un mondo nuovo, un mondo di figli di Dio e di fratelli. Questa è la Buona Novella, che del resto è proposta alla fede di tutti i cristiani. Ma quando il Signore chiama qualcuno, in maniera particolare, mediante una luce interiore e per mezzo della voce della Chiesa, a servirlo come sacerdote, religioso, membro di un Istituto Secolare, suscita in lui e gli domanda una preferenza assoluta per la sua persona e per l'opera del suo Vangelo (4): "Seguimi!".

ABBANDONARSI ALL'APPELLO DI CRISTO

Questa preferenza è seducente; essa può veramente riempire il cuore umano. Essa suppone un atteggiamento di fede molto salda. È qui, cari Figli, il nodo del problema delle vocazioni. Nel nostro tempo, in cui la serenità degli stessi credenti è turbata, la volontà di un impegno totale e definitivo alla sequela del Cristo appare ancora più difficile. Occorre una fiducia totale per abbandonarsi all'appello del Cristo. Questa preferenza suppone anche una volontà di rottura, certamente col peccato - menzogna, impurità, egoismo, rancore -, ma anche con alcuni valori umani che appartengono all'ordine dei mezzi: le soddisfazioni dell'amore umano, la ricchezza, la riuscita professionale, il piacere, il successo, il potere. Per un'anima profonda, retta e generosa, i valori del Regno possono prevalere: la gioia pura e semplice, la sete di Dio incontrato nella preghiera, il servizio degli altri, la sollecitudine per i loro bisogni spirituali. Occorre inoltre svincolarsi dal materialismo diffuso, per operare questo giudizio, per prendere questa decisione. È dunque tutto un clima che bisogna rinnovare, perché le vocazioni possano germogliare e consolidarsi. È compito dei chiamati. È compito di tutta la comunità cristiana insieme con loro. L'Anno Santo ne è veramente il tempo favorevole: "Convertitevi e credete al Vangelo" .

COMPITI PASTORALI E FORMATIVI

È dunque sotto il segno di questo Anno Santo, anno di conversione e di rinnovamento nella fede, che noi, Successore dell'Apostolo Pietro, incaricato come lui di confermare i nostri fratelli, vi indirizziamo questo messaggio, pieno di gravità e di speranza, per la Giornata mondiale delle vocazioni. Noi lo indirizziamo a voi, nostri Fratelli nell'Episcopato, di cui condividiamo la preoccupazione di fronte alla messe così abbondante e alla scarsità degli operai. Noi lo indirizziamo a voi, sacerdoti, affinché, ravvivando in voi la fierezza di servire il Cristo, con le tribolazioni e le gioie dell'apostolo, suscitiate la stima e il desiderio del sacerdozio. La vostra fedeltà, la vostra speranza, l'unità tra di voi attestino che si tratta di una grazia incomparabile. Noi lo indirizziamo a voi, religiosi e religiose, affinché la libertà e gratuità della vostra consacrazione esclusiva al Cristo, che permette anche una dedizione aperta a tutti possano comunicare il gusto del Regno di Dio, rendendo il Vangelo attuale, credibile, attraente. Noi lo indirizziamo a voi, educatori, a voi soprattutto, padri e madri di famiglia, affinché la fermezza della vostra fede, la profondità della vostra generosità, il vostro amore per la Chiesa, vi permettano di preparare anime forti, capaci di ascoltare l'appello del Signore. Noi lo indirizziamo specialmente a voi, giovani e adolescenti, che siete attratti dal messaggio del Cristo e scossi dai bisogni spirituali dei vostri fratelli. L'uomo non vive soltanto di pane. Interrogatevi sotto lo sguardo del Cristo. Noi lo indirizziamo anche a voi, fanciulli. Il Cristo vi ama con predilezione. Voi siete già capaci di dare una preferenza a Dio che può trascinare tutta la vostra vita alla sequela di Gesù. Ricercatelo con tutto il vostro cuore, in una preghiera più ardente, nell'offerta della vostra vita, in un apostolato a misura delle vostre forze. Tutti preghino il Padrone della messe: "Signore, vieni in soccorso della tua Chiesa!". I bisogni sono immensi. Le possibilità di generosità sono molteplici. L'appello e la grazia del Signore non vengono mai meno. Voglia il cielo che non veniamo meno noi nei suoi riguardi. Vi benediciamo nel nome del Signore.

Dal Vaticano, 2 febbraio 1975.

Paulus PP. VI


Note

(1)Mt 9, 37; Lc 10, 2.
(2)Mc 1, 17.
(3)Mc 10, 21.
(4)Mc 1, 15.