Dati dell'Annuario Pontificio per l'anno 2007, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2007

 

Ordini Monastici Cattolici Femminili

 

 

Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento

Già monaca Terziaria Regolare Francescana nel'abbazia di Ischia di Castro (Viterbo), nel 1789 madre Maria Maddalena ebbe l'ispirazione di fondare un nuovo ordine dedito esclusivamente all'adorazione eucaristica e iniziò a redigerne le costituzion. Con il permesso di papa Pio VII, il 31 maggio 1807 Maria Maddalena dell'Incarnazione e undici sue consorelle lasciarono Ischia di Castro e l'8 luglio successivo fecero il suo ingresso nel convento dei Santi Gioacchino e Anna alle Quattro Fontane in Roma. Nel 1811 gli occupanti francesi soppressero il monastero e costrinsero madre Maria Maddalena a rifugiarsi a Porto Santo Stefano, in Toscana: potè riprendere possesso del suo monastero il 24 maggio 1814. Papa Benedetto XVI ha concesso che il rito di beatificazione della fondatrice avesse luogo nella basilica romana di San Giovanni in Laterano il 3 maggio 2008. Le Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento sono monache di stretta clausura: si dedicano alla continua adorazione (condotta con turno ininterrotto diurno e notturno) del Santissimo Sacramento solennemente esposto sull'altare. Osservano la regola di sant'Agostino e le costituzioni proprie redatte dalla fondatrice. Il loro abito consiste in una tunica bianca con scapolare rosso e velo nero. Al 31 dicembre 2005 all'ordine appartenevano 60 monasteri e 960 tra monache e novizie:[1] in Italia posseggono le case di Bassano del Grappa, Cagliari, Canale d'Alba, Castellammare di Stabia, Genova, Ischia di Castro, Monza, Oristano, Roma, Seregno e Vigevano; sono presenti anche in Austria, Spagna, Cile, Messico, Stati Uniti e Kenya.

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Agostiniane Scalze

l primo monastero di Agostiniane dell'osservanza Scalza venne fondato dall'arcivescovo di Valencia Juan de Ribera (1533-1611): desideroso di avere una presenza carmelitana nella sua diocesi, nel 1571 prese contatti con madre Teresa di Gesù, che nel suo monastero stava introducendo la riforma che avrebbe portato alla nascita delle Carmelitane Scalze, ma non ottenne nessun risultato. Il Ribera si rivolse allora alle canonichesse agostiniane del monastero di San Cristóbal: tre di loro, tra cui Dorotea Torrella Escrivana (considerata la cofondatrice delle Agostiniane Scalze), ed una novizia vennero inviate al monastero di San José di Ávila dove ricevettero l'abito delle Carmelitane Scalze. Il 25 gennaio del 1596, ad Alcoy, venne posta la prima pietra di quello che divenne il primo monastero di Agostiniane Scalze ed il 18 dicembre del 1597 le quattro religiose presero possesso del luogo. L'Ordine si è diffuso esclusivamente in Spagna. Le Agostiniane Scalze hanno l'obbligo di osservare la Regola di Sant'Agostino e le costituzioni delle Carmelitane Scalze: dal loro fondatore hanno invece ereditato la particolare devozione eucaristica. Diversamente da quello che suggerisce il loro nome, non hanno alcuna relazione con l'ordine maschile degli Agostiniani Scalzi. Al 31 dicembre 2005, dell'ordine facevano parte 31 tra monache e novizie e 4 monasteri (Alcoy, L'Olleria, Benigánim e Murcia).
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Monache Agostiniane

Le prime notizie relative ad un monastero femminile appartenente all'Ordine Agostiniano risalgono solo alla metà del XIII secolo: si tratta del convento femminile di Oberndorf, nel Württemberg, incorporato all'ordine per decisione del capitolo provinciale degli agostiniani tedeschi, con un atto emanato a Seemanshausen il 27 maggio 1264. Non è comunque da escludere che esistessero monasteri femminili sottoposti alla regola di sant'Agostino o alla direzione spirituale dei frati dell'ordine già da tempi più antichi. A cavallo dei secoli XVI e XVII, nacquero i movimenti delle Recollette e delle Scalze, diffusi prevalentemente in Spagna e in America latina, che diedero vita a due osservanze autonome. Le monache Agostiniane, oltre a seguire la Regola, sono tenute all'osservanza delle costituzioni del ramo maschile dell'ordine, debitamente adattate alle esigenze femminili: nel 1971 le costituzioni delle monache sono state riformate alla luce dei dettami del Concilio Vaticano II. Le Agostinine indossano una veste nera (o bianca, soprattutto per le attività quotidiane) stretto in vita da una cintura sempre nera (requisito essenziale del loro abito). Oltre che alla preghiera contemplativa, le monache di alcuni conventi svolgono anche apostolato diretto deicandosi all'istruzione femminile o alla cura degli orfani. Nel 1973 i monasteri dell'osservanza ordinaria erano 83: 29 in Italia, 46 in Spagna ed 1 rispettivamente in Messico, Svizzera, Malta, Bolivia, Ecuador, Stati Uniti d'America, Cile e Paesi Bassi; alla fine del 2005 i monasteri erano 82 e le religiose, tra monache e novizie, erano 919.
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Monache Romite dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus

L'ordine trae origine da una piccola comunità eremitica raccoltasi presso il Sacro Monte di Varese attorno alle figure delle beate Caterina Morigi da Pallanza (1437-1478) e Giuliana Puricelli da Busto (1427-1501): dietro interessamento del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, papa Sisto IV acconsentì all'erezione di un monastero (10 novembre 1474) ed il 10 agosto del 1476 le prime monache fecero la loro professione di voti e ricevettero il velo. Le monache sono soggette alla Regola di Sant'Agostino, osservano le costituzioni dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus e seguono il rito ambrosiano: vivono in clausura e si dedicano alla preghiera contemplativa ed alla meditazione. Degli antichi monasteri, solo quello madre di Santa Maria del Monte sopra Varese sopravvisse alle soppressioni napoleoniche: nel 1962, per volere dell'arcivescovo Giovanni Battista Montini, venne fondato un secondo monastero a Bernaga di Perego, quindi uno ad Agra (1974) ed un altro a Revello (1986, il primo fuori dal territorio lombardo). I quattro monasteri sono canonicamente autonomi. Attualmente le Romite Ambrosiane sono circa 80.

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Ordine della Santissima Annunziata

Venne fondato a Genova il 5 agosto del 1604 da Maria Vittoria Fornari Strada (1562-1617) come congregazione di monache dedite alla vita penitente e contemplativa. Le religiose seguono la regola agostiniana: le costituzioni dell'istituto vennero approvate nel 1604 da papa Clemente VIII ed il 27 aprile del 1676 l'ordine ottenne l'approvazione definitiva da parte della Santa Sede. La fondatrice è stata beatificata il 21 settembre del 1828 da papa Leone XII con il nome di Vittoria da Genova. Alla fine del 2005 l'ordine contava 33 tra monache e novizie, organizzate in 5 monasteri canonicamente autonomi.

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Annunziate

Figlia di Luigi XI e di Carlotta di Savoia, Giovanna sposò nel 1476 suo cugino Luigi d'Orléans: il marito, divenuto nel 1498 re di Francia col nome di Luigi XII, ottenne da papa Alessandro VI l'annullamento del matrimonio (intendeva infatti sposare la vedova di Carlo VIII). Giovanna ottenne il titolo di duchessa di Berry e si ritirò a Bourges dove, consigliata dal frate francescano Gabriele Maria Nicolas (1460-1532), decise di dare vita ad un nuovo ordine monastico femminile interamente consacrato a Maria. Ottenuto nel 1501 l'assenso di Alessandro VI, le prime cinque novizie presero i voti il 20 ottobre del 1502: la fondazione venne approvata da Luigi XII con le lettere patenti del 3 dicembre 1503. L'ordine ebbe rapida diffusione in Francia e nei Paesi Bassi: l'espansione si arrestò agli inizi del XVII secolo, a causa delle Guerre di Religione, ed allo scoppio della Rivoluzione le Annunziate contavano 45 case. Le Annunziate costituiscono un ordine monastico di clausura e sono dedite alla preghiera contemplativa. Alla fine del 2005 l'ordine contava 84 tra monache e novizie in otto monasteri:[1] sei in Francia (Villeneuve-sur-Lot, Thiais, Brucourt, Peyruis, Saint-Doulchard e Menton) ed una in Belgio (Westmalle).

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Romite di San Giovanni Battista

Originaria di Albaro, presso Genova, e dotata di temperamento mistico sin dalla giovinezza, secondo la tradizione, la Solimani ebbe l'spirazione di fondare un nuovo ordine monastico all'età di trentuno anni, dopo una visione: dichiarò di essere stata testimone dell'apparizione della Vergine con il Bambino e san Giovanni Battista e di aver ricevuto l'incarico di dare vita ad una nuova famiglia religiosa intitolata al Precursore. Nel gennaio del 1744, papa Benedetto XIV, con tre brevi apostolici, approvò l'erezione del monastero e la regola dell'ordine. Le monache Battistine sono religiose di vita contemplativa con quattro voti (povertà, obbedienza, castità e clausura). Indossano un abito composto da una tonaca di lana color cannella stretto in vita da un cordone di crini, da uno scapolare e da un manto dello stesso colore della tonaca; usano sandali di corda e sul capo portano un velo nero. La loro regola originaria, estremamente rigorosa, è stata mitigata dopo il Concilio Vaticano II: alla fine del 2005 contavano 2 monasteri (Genova e Brovarone di Trivero) e 18 religiose.
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Monache Benedettine

Qualche indizio sulla prima storia delle monache benedettine è deducibile dalla vita di san Benedetto composta da Gregorio Magno: nei suoi Dialoghi Gregorio accenna a donne consacrate assistite spiritualmente dai monaci di Benedetto (Dialogi lib. II, c. XIX) e, di sua sorella Scolastica (a cui si fa tradizionalmente risalire la fondazione delle benedettine), viene detto che era consacrata al Signore fin dall'infanzia (Dialogi lib. II, c. XXXIII). Probabilmente per i primi secoli le monache affiancarono a quella benedettina altre regole, soprattutto quella di Cesario di Arles. Notizie più precise si hanno nell'VIII secolo, al tempo dell'evangelizzazione della Germania: le religiose (Lioba, Valpurga) collaboravano con i monaci nelle missioni.  Le benedettine sono religiose claustrali e osservano la regola di san Benedetto. Sono organizzate in monasteri autonomi: ciascuna casa conserva caratteri propri e, oltre alla celebrazione dell'ufficio divino, è dedita ad attività specializzate e particolari (ospitalità, educazione, lavoro agricolo, restauro e conservazione dei libri antichi, organizzazione di ritiri spirituali...). I monasteri, raggruppati in federazioni, sono retti da una badessa eletta. Al 31 dicembre 2005, le benedettine dell'osservanza ordinaria contavano 242 case, presenti nei cinque continenti, e 4.661 membri (monache e novizie):[1] esistono, inoltre, numerose congregazioni riformate (olivetane, vallombrosane, camaldolesi, celestine, dell'Adorazione perpetua).

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Clarisse Capuccine

Le Cappuccine sorsero a Napoli per volontà della nobildonna catalana Maria Longo (1463-1542): rimasta vedova, si recò in pellegrinaggio a Loreto dove decise di entrare nel Terz'Ordine di San Francesco, assumendo il nome religioso di Lorenza. Originariamente ospitate in un'ala di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, sottoposte alla regola del Terz'Ordine Francescano ed alla direzione dei padri Teatini, nell'agosto del 1538 Maria Lorenza Longo e le consorelle presero possesso di Santa Maria della Stalletta, che divenne il protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme (detto popolarmente delle Trentarè). Adottarono quindi la Regola di Santa Chiara (approvata da papa Innocenzo IV nel 1253) e delle costituzioni modellate su quelle dei Frati Minori Cappuccini, ai quali passò anche la direzione spirituale delle religiose (bolla Cum Monasterium del 10 dicembre 1538) e di cui le monache adottarono il nome. Le Cappuccine si diffusero rapidamente in tutta Italia (nel 1576 fondarono una casa a Roma, nel 1578 a Milano) e nel 1606 aprirono un convento anche a Parigi. Alla fine del 2005 l'ordine contava 160 monasteri e 2.209 religiose.

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Monache Carmelitane

Attorno al XIII secolo, quando i carmelitani lasciarono la Palestina ed iniziarono a diffondersi in tutti i paesi europei, molte donne decisero di legarsi al loro ordine e con gli stessi vincoli. Il riconoscimento ufficiale di queste comunità femminili avvenne solo sotto il pontificato di papa Niccolò V che, per sollecitazione del maestro generale carmelitano Giovanni Soreth (1394-1471), promulgò la bolla Cum Nulla (7 ottobre 1452) che consentiva di istituire nell'Ordine le monache di clausura di vita contemplativa, che si diffusero soprattutto in Spagna e nei Paesi Bassi. Nel 1562 Teresa d'Avila diede inizio ad una riforma con l'intento di adattare la vita carmelitana alla tipologia della vita religiosa femminile proposta dal Concilio di Trento: pur sorte con l'intento di rimanere all'interno all'ordine, dopo la morte di Teresa le comunità riformate si staccarono ed andarono a formare le Monache Carmelitane Scalze. I lavori ai quali si dedicano le monache sono semplici:

  1. Cucito, confezione degli scapolari della Madonna del Carmine, oggetti devozionali;
  2. Pittura di icone, pittura su tela;
  3. Lavoro di segreteria: stampe, lavori al computer;
  4. Lavori di filatelia;
  5. Lavori di artigianato.

Sono monache di clausura dedite principalmente alla preghiera contemplativa. Alla fine del 2007 le monache carmelitane erano 861 e i loro 75 monasteri erano presenti in Brasile, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Filippine, Germania, Indonesia, Italia, Kenya, Olanda, Perù, Porto Rico, Portogallo, Spagna, Stati Uniti d'America e Venezuela. Ad esse vanno aggiunti 3 eremi - 2 in Italia e 1 negli Stati Uniti d'America - in cui vivono 12 eremite.

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Monache Carmelitane Scalze

Nel clima di generale riforma del mondo cattolico suscitato dal Concilio di Trento (1545-1563), Teresa di Gesù (1515-1582), monaca Carmelitana nel monastero dell'Incarnazione d'Ávila, diede inizio alla sua attività riformatrice tesa a restaurare il rigore della primitiva regola dell'ordine. Nel 1560 un gruppo di monache riunite nella cella di Teresa, ispirandosi alla riforma scalza introdotta da Pietro di Alcantara nell'ordine francescano, decisero di fondare un nuovo monastero di tipo eremitico. Entrata in conflitto con i superiori, a Teresa venne imposta la clausura a Toledo: per mettere fine agli scontri, su istanza di Filippo II, nel 1580 papa Gregorio XIII costituì la provincia autonoma degli scalzi che andarono a costituire un ordine autonomo. Le monache di clausura si dedicano principalmente alla preghiera contemplativa. Nel 2005 le carmelitane scalze erano presenti in circa 88 nazioni: i monasteri (canonicamente autonomi) dell'ordine erano in totale 868 (126 adottavano le costituzioni approvate dalla Santa Sede nel 1990 ed erano svincolati dal ramo maschile dell'Ordine; 762 quelli sottoposti alle costituzioni del 1991 e giuridicamente legati ai frati). Le religiose erano complessivamente 11.731 (1.836 del primo gruppo, 9.895 del secondo).
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Monache Clarisse

Il secondo ordine francescano nacque nella notte fra il 18 e il 19 marzo 1212, quando Chiara, fuggita dalla casa del padre, Favarone dei conti di Coccorano, si recò alla Porziuncola di Assisi dove subì da Francesco il taglio dei capelli e ricevette il velo monastico: affidata inizialmente alle benedettine, allorquando venne raggiunta dalla sorella Agnese e da altre compagne venne trasferita negli umili locali annessi alla chiesetta di San Damiano (da cui derivarono il nome con cui erano originariamente designate: Povere Dame di San Damiano o Damianite). La regola di vita dell'ordine fu inizialmente costituita da alcune semplici istruzioni dettate da san Francesco, ma queste osservanze nel 1215, in base a quanto stabilito dal 13° canone del Concilio Lateranense IV, dovettero cedere il posto alla regola benedettina. A partire dal 1218 il cardinale Ugolino dei Conti di Segni (poi papa col nome di Gregorio IX) iniziò a formulare per loro una nuova regola molto rigida, che prevedeva l'obbligo della clausura: questa regola fu rivista e definitivamente redatta da Chiara (per cui è detta Regola di santa Chiara) e venne approvata da papa Innocenzo IV il 9 agosto 1253 (due giorni prima che Chiara morisse). Non tutti i monasteri di clarisse sorti nel frattempo accettarono la Regola di santa Chiara, per cui il cardinale protettore dell'ordine, Gaetano Orsini, compose una nuova regola approvata da Urbano IV il 18 ottobre 1263 (la cosiddetta regola urbaniana). Quello delle clarisse è un ordine monastico claustrale le cui religiose si dedicano prevalentemente alla preghiera contemplativa. Ogni monastero costituisce una comunità autonoma ed è retto da un'abbadessa eletta a tempo determinato; è generalmente sottoposto alla giurisdizione vescovile ed è legato sul piano spirituale all'ordine maschile. Si riconosce nella famiglia francescana. Alla fine del 2005 i monasteri delle clarisse erano 562 e le monache 7.565.
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Clarisse Collettine

Per le monache Clarisse, il clima di decadenza morale che segnò il periodo della cattività avignonese (1309-1376) e dello scisma d'Occidente (1378-1417) fu causa di rilassamento della disciplina e di raffreddamento dell'ideale monastico ed ebbe come conseguenza l'abbandono del rigido rispetto della regola di povertà imposto dalla regola di santa Chiara del 1253. Colette Boilet, clarissa urbanista, si fece interprete delle tendenze ad un ritorno al primitivo rigore di molte sue consorelle: nel 1406, su consiglio del francescano Enrico di Baume, si recò a Nizza ed ottenne da Benedetto XIII l'autorizzazione a riformare i monasteri dell'ordine ed a fondarne di nuovi. I monasteri da lei riformati arrivano a diciassette. Benedetto XIII la nominò abbadessa generale dei conventi: alla regola di santa Chiara del 1253 Coletta affiancò delle costituzioni che vennero approvate nel 1434 dal ministro generale dei Frati Minori e nel 1458 da papa Pio II. Le clarisse Colettine costituiscono un ordine di rigorosa vita claustrale: sono dedite alla preghiera contemplativa. Alla fine del 2005 le monache clarisse Colettine erano 668 ed il loro ordine contava 57 case.
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Concezioniste Francescane

Di nobile famiglia portoghese, Beatrice fu dama di compagnia della principessa Isabella, che nel 1447 sposò Giovanni II divenendo regina di Castiglia e León. Nel 1453 abbandonò la corte per ritirarsi a vita di preghiera e penitenza nel monastero domenicano di Santo Domingo el Real di Toledo, senza prendere i voti. Nel 1484 si trasferì con alcune consorelle in una nuova casa messa a disposizione da Isabella di Castiglia e vi fondò un monastero intitolato all'Immacolata Concezione di Maria e sottoposto alla regola cistercense: il monastero venne approvato da papa Innocenzo VIII il 30 aprile del 1489. Con la bolla Ex supernae providentia del 19 agosto 1494, papa Alessandro VI impose alle monache di adottare la regola di santa Chiara. Le concezioniste francescane sono monache di stretta clausura dedite alla preghiera contemplativa; il loro abito è costituito da tunica e scapolare bianchi e da un mantello azzurro. Sono giuridicamente legate ai frati minori. Al 31 dicembre 2005 all'ordine appartenevano 153 monasteri e 1.950 tra monache e novizie.[1] Sono organizzate in case autonome rette da una badessa e sono presenti in Spagna, Portogallo, Belgio, Brasile, Argentina, Colombia, Ecuador, Messico, Guinea Equatoriale e India.

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Monache Domenicane

La prima comunità di monache domenicane venne fondata a Notre-Dame-de-Prouille, presso Fanjeaux, in Provenza, nell'inverno tra il 1206 e il 1207: Domenico di Guzmán riunì un gruppo di donne che aveva convertito al cattolicesimo dall'eresia catara e che avevano espresso il desiderio di dedicare la propria vita alla preghiera e alla penitenza. Il fondatore diede loro il compito di vivere una vita contemplativa all'interno di un monastero concesso dal vescovo di Tolosa, che sarebbe diventato il primo dell'ordine ed il centro della sua opera missionaria nella Francia meridionale: le monache vennero da lui associate alla "santa Predicazione", con il compito specifico di pregare per i loro fratelli. Le monache domenicane costituiscono un ordine di clausura dedito principalmente alla preghiera contemplativa ed allo studio: accompagnano con la preghiera e la penitenza la predicazione dei fratelli del ramo maschile dell'ordine e partecipano dello stesso carisma. Hanno lo stesso abito, la stessa regola e la stessa liturgia dei frati domenicani. Al 31 dicembre 2005, l'ordine contava 3.198 tra monache e novizie e 213 monasteri, presenti in tutti i continenti.
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Canonichesse Regolari Lateranensi

Le origini delle Canonichesse Regolari Lateranensi, come d'altronde quelle dei religiosi del ramo maschile dell'ordine, sono abbastanza confuse: qualcuno ne fa risalire l'istituzione al pontificato di Gelasio I (492-496), ma più probabilmente ebbero origine dalle grandi riforme dell'istituto canonicale attuate nell'XI secolo, soprattutto ad opera dei papi Gregorio VII e Alessandro II. Fu in questo periodo che ai canonici si affiancarono le comunità di canonichesse, che ne adottavano la stessa regola e lo stesso abito (tonaca di lana bianca e rocchetto di lino, con un velo nero sul capo). Le Canonichesse Regolari Lateranensi costituiscono un ordine monastico claustrale e sono dedite a vita di meditazione e preghiera: condividono il carisma dei canonici lateranensi. Sono organizzate in monasteri autonomi retti da una badessa; le loro case sono aggregate in due federazioni: a quella italiana appartengono i monasteri di Roma, Caldarola, Rivoli, Spoleto e Tagbilaran (Filippine), mentre alla federazione spagnola quelli di Palma di Maiorca, Alicante, Artziniega, Astigarraga, Burgos, Hernani, Ibiza, Palencia, Sóller e Valencia. Sono circa 150.
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Monache Passioniste

Sin dalla fondazione della Congregazione della Passione, Paolo della Croce (1694-1775) aveva pensato di dare vita a una comunità femminile di religiose di clausura che sostenesse con la preghiera e la penitenza l'apostolato attivo dei Passionisti: si dedicò quindi alla stesura delle costituzioni per le monache, che vennero approvate da papa Clemente XIV nel 1770. Per l'erezione del primo monastero Paolo della Croce si rivolse ad una sua antica figlia spirituale, Maria Crocifissa Costantini (1713-1787), monaca benedettina a Corneto (l'odierna Tarquinia): nella città laziale venne fatto erigere un nuovo convento (su un terreno donato dai famigliari della Costantini) e il 3 maggio del 1771 la religiosa ne prese possesso con dieci postulanti.Quello di Corneto rimase l'unico monastero femminile Passionista sino al 1872, quando venne aperta una nuova casa a Mamers, in Francia; nel 1910 la congregazione iniziò ad espandersi anche fuori dal continente europeo con la fondazione di un monastero a Pittsburgh. Le monache Passioniste sono religiose di stretta clausura dedite alla penitenza ed alla preghiera contemplativa. Comunicano allo stesso carisma dei religiosi del ramo maschile della congregazione, di cui adottano anche l'abito (nero, con un cuore bianco sormontato dalla Croce recante l'iscrizione Iesu Christi Passio ricamati sul petto). Al 31 dicembre 2005, l'ordine contava 34 monasteri e 358 religiose.

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Monache Redentoriste

L'ordine venne fondato dalla religiosa napoletana Maria Celeste Crostarosa (1696-1755). Nel 1724 entrò con due sorelle nel monastero di Scala, dove si osservava la regola della Visitazione ma che non era stato riconosciuto dall'ordine di san Francesco di Sales: madre Crostarosa si dedicò allora alla redazione di una nuova regola, che vide la luce il 25 aprile del 1725 e che venne adottata dal monastero il 13 maggio del 1731, grazie al sostegno di Alfonso Maria de' Liguori. Papa Benedetto XIV approvò la regola con il breve dell'8 giugno del 1750 ed intitolò il nuovo ordine al Santissimo Redentore, come già la congregazione del Liguori approvata l'anno precedente. Le monache condividono il carisma della Congregazione del Santissimo Redentore: vivono in clausura e si dedicano alla preghiera contemplativa; il loro abito è costituito da una tunica di colore rosso fosco con scapolare e mantello azzurri. Per entrare nell'ordine le candidate devono sottoprsi ad un periodo tra i sei e i dodici mesi di postulato, per poi accedere al noviziato (due anni) al quale segue la professione religiosa temporanea (solitamente per tre anni) e poi la pronuncia dei voti perpetui. Al 31 dicembre 2005, l'ordine contava 37 monasteri e 403 religiose. Sono presenti in tutti i continenti e negli ultimi anni stanno conoscendo una rapida espansione nei paesi dell'est europeo.

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Serve di Maria

Le Monache Serve di Maria, sono religiose di voti solenni dedite alla vita contemplativa appartenenti al secondo ordine servita (O.S.M.): sono organizzate in comunità autonome rette da una Priora: alla fine del 2005, l'ordine contava 150 monache e 16 case. Esistono inoltre numerose congregazioni aggregate all'ordine costituite da religiose di voti semplici dedite all'apostolato attivo (Suore Serve di Maria).

Link vari, storia dei monasteri e delle regole: CLICCA QUI

 

Clarisse Urbaniste

Dalla fondazione dell'ordine (19 marzo 1212) alla promulgazione della prima regola trascorsero quaranta anni: in questo periodo sorsero numerosi monasteri di clarisse, tutti sottoposti alla regola benedettina ed ispirati all'insegnamento di Chiara e Francesco d'Assisi. Solo dal 1218 Ugolino di Segni iniziò a dedicarsi alla stesura di una Regola, ma l'opera non fu breve; divenuto papa col nome di Gregorio IX nel 1227, il 17 settembre del 1228 concesse alle clarisse del monastero di San Damiano la bolla del Privilegio della Povertà, che proibiva a chiunque di costringere le religiose ad accettare donazioni. La regola formulata da Gregorio IX, che prevedeva l'estensione a tutti i monasteri di clarisse del Privilegio della Povertà, fu rivista ed approvata da Chiara e promulgata da papa Innocenzo IV il 9 agosto del 1253. Ma diversi monasteri rifiutarono il rigore della nuova regola per cui il cardinale protettore dell'ordine, Gaetano Orsini, compose una nuova regola approvata da Urbano IV il 18 ottobre 1263 (la cosiddetta regola Urbaniana) che permetteva però alle religiose di possedere beni in comune: le clarisse dei monasteri che accolsero la regola di papa Urbano assunsero il nome di Urbaniste. Le clarisse Urbaniste sono monache di clausura dedite alla preghiera contemplativa e soggette alla direzione spirituale dei frati dell'Ordine dei Minori Conventuali, di cui costituiscono il secondo ordine. Alla fine del 2005 le Urbaniste contavano 82 monasteri e 1.070 religiose.
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Ordine della Visitazione di Santa Maria (Visitandine)

La congregazione venne fondata da Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, all'epoca esule ad Annecy, e dalla sua più fedele discepola, la baronessa Jeanne-Françoise Frémiot de Chantal (1572-1641). Le prime costituzioni dell'ordine risalgono al 1613: alle religiose non era imposta la clausura, ma era raccomandato l'«esercizio del divino amore» soprattutto attraverso la visita ai poveri e agli ammalati (donde il nome "visitandine"). Con la richiesta dell'arcivescovo di Lione Denis-Simon de Marguemont a Francesco di Sales di aprire un convento di visitandine anche nella sua città (1615), la gerarchia ecclesiastica impose al fondatore di modificare le costituzioni dell'istituto, che videro la loro stesura definitiva verso la fine del 1616. La congregazione venne trasformata così in ordine claustrale dedito alla vita contemplativa, secondo la regola agostiniana: l'Istituto della Visitazione venne approvato dalla Santa Sede con il breve del 23 aprile 1618; il 16 ottobre successivo fu eretto come ordine religioso da papa Paolo V. Le visitandine sono religiose di voti solenni (monache di clausura), dedite a vita di meditazione e preghiera. Sono organizzate in monasteri autonomi, retti da una superiora: al 31 dicembre 1996, l'ordine contava 2.198 tra monache e novizie e 142 case. In Italia posseggono i monasteri di Acilia, Acireale, Alzano Lombardo, Arona, Baggiovara, Bologna, Brescia, Como, Corfinio, Lucca, Milano, Moncalieri, Napoli, Padova, Palermo, Pinerolo, Pistoia, Quinto al Mare, Reggio Calabria, Roma, Rosolini, Salò, San Giorgio del Sannio, San Pancrazio di Lucca, San Remo, San Vito, Soresina, Taurianova, Treia e Treviso.

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Le Serve del Signore e della Vergine di Matarà
L'Istituto fu fondato a San Rafael, in Argentina, nel 1988 da Carlos Miguel Buela. Compito delle suore è l'evangelizzazione della Cultura, cioè cercare la gloria di Dio e la salvezza delle anime praticando, specialmente, le virtù che più ci avvicinano all’abnegazione di Cristo (Cost. 4) e l'inculturazione del Vangelo, cioè prolungare l’incarnazione del Verbo in ogni uomo, in ogni aspetto dell’uomo ed in tutte le sue manifestazioni, d’accordo agli insegnamenti del Magistero della Chiesa. (Cost. 5). Le suore si dividono in due rami. Uno di vita apostolica ed uno di vita contemplativa. Le sorelle di vita contemplativa vivono in clausura, silenzio, preghiera, penitenza e solitudine. La loro giornata si divide tra la partecipazione alla messa, due ore di adorazione al Santissimo Sacramento, la recita di tutte le ore dell'ufficio divino, la preghiera dell'angelus e del rosario. L'Istituto conta 750 componenti. Il ramo contemplativo ha 4 monasteri presenti in Argentina, USA e Italia. Ogni monastero ha il compito di pregare per un’intenzione particolare: per la pace nel mondo (Argentina); per la conversione di tutti i popoli e la salvezza degli ebrei (USA), per i sacerdoti e l’unità dei cristiani (Italia). Ci sono anche due case, non ancora divenute monasteri, in Perù e in Brasile che pregano per la vita consacrata e per la difesa della vita.
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Monache Cistercensi

I fondatori di Cîteaux non avevano l’intenzione di fondare un nuovo ordine di monaci, e meno ancora un ordine di monache cistercensi. Tuttavia, in un luogo chiamato Tart, a circa 10 km al nord di Cîteaux, venne fatta una fondazione nel 1125 per alcune donne devote, decise ad imitare l’austero esempio dei monaci cistercensi. Così come Cîteaux aveva preso inizio da Molesme, allo stesso modo Tart sorse da Jully, un monastero fondato sotto la direzione dell’abate Guido di Molesme, successore immediato di san Roberto, verso il 1113. Fu a Jully che, sotto la guida dell’abate di Molesme, si riunivano le spose e altre donne legate per parentela ai monaci di Molesme. Il numero dei membri della comunità di Jully aumentò notevolmente con l’entrata a Cîteaux di san Bernardo e i suoi compagni, perché le spose e le sorelle di questi uomini cercarono rifugio a Jully. La sorella stessa di Bernardo, poi, venne accolta in questa comunità e ne divenne Priora nel 1128. Il primo gruppo delle monache fondatrici venne dalla numerosa comunità di Jully, guidato da Elisabetta de Vergy, figlia, probabilmente, di una contessa avente lo stesso nome, conosciuta come generosa benefattrice e amica dell’abate Stefano. Dopo il 1147, anche Tart venne riconosciuta come fondazione di Cîteaux, e quindi come membro della famiglia cistercense. Fin dal 1150, il benedettino Germano di Tournai descriveva queste donne tenaci come “sforzandosi di conquistare non solo il mondo, ma anche il loro sesso; di loro spontanea volontà hanno abbracciato con violenza, ma con gioia, l’Ordine di Cîteaux, dove tanti uomini giovani e robusti hanno timore di entrare. Spogliandosi di tutte le loro vesti di lino e delle loro pellicce, indossano soltanto tuniche di lana. Non si dedicano soltanto a lavori femminili, come filare e tessere, ma escono a lavorare nei campi, scavano, abbattono e sradicano la foresta con le loro asce e accette, tagliano spine e rovi, lavorano assiduamente con le loro mani e si procurano in silenzio il loro cibo. Imitano in tutto i monaci di Clairvaux, danno prova della Parola del Signore: “A chi crede, tutto è possibile”. I monasteri femminili del medioevo occuparono sempre un posto di primo piano nella struttura della società del loro tempo. Per le vedove o le giovani di alta società che non si sposavano, non c’era quasi altro stato accettabile di vita che entrare in convento. I monasteri cistercensi femminili del XIII e XIV secolo erano centri da cui irradiava la nuova spiritualità inaugurata da san Bernardo. La decadenza generale dei monasteri femminili ebbe inizio nel secolo XIV, per le stesse ragioni che sollevarono i gravi problemi che opprimevano i monaci. Ci furono dunque diverse riforme, soprattutto in Francia nel secolo XVII. Poi, dopo il periodo buio della Rivoluzione francese, nel XIX secolo, alcuni monasteri si unirono all’osservanza dei Trappisti, che si sviluppava rapidamente. Essi conservavano così il loro carattere contemplativo. Gruppi di monache più attive si unirono alla Comune Osservanza e si impegnarono in opere di carità. Fino al 1953, il numero dei conventi e il totale delle monache subirono solo lievi modifiche. Durante gli ultimi anni ’50, le monache Trappiste conobbero un notevole sviluppo: il numero delle loro case salì a 48, con circa 2.000 monache. Ma poi, il “rinnovamento” degli anni ’60 portò a una notevole diminuzione di vocazioni. Grazie al “rinnovamento”, le norme della clausura sono state mitigate molto, autorizzando le monache a riunirsi in conferenze regionali e perfino Capitoli generali. La “crisi di vocazioni” degli anni precedenti si sta forse risolvendo. L’aumento delle vocazioni religiose in Giappone è uno dei segni più promettenti.
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Monache dell' Ordine della Santissima Annunziata ("Suore Celesti" o "Turchine)

Siamo una comunità di monache di voti solenni, dedite alla vita contemplativa, appartenenti all'Ordine della Santissima Annunziata, le "Monache Celesti", dette anche "Turchine" per l'abito colore del cielo, presenti a Roma dal 1676, composta da tredici monache provenienti da diverse nazioni: Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Filippine, abbiamo anche dal 1995, una fondazione a Manila, nelle Filippine. Una presenza che qui a Roma, nel centro della cristianità, in una metropoli oggigiorno non esente dai problemi materiali e spirituali, vuole essere testimone dell'Amore di Cristo, il Verbo Incarnato, venuto al mondo per dirci che la nostra forza è l'Amore. Nella sua Lettera Enciclica "Deus caritas est" il Sommo Pontefice Benedetto XVI, ci parla dell'unità dell'Amore nella creazione e nella storia della salvezza, e Gesù, il Verbo di Dio ci insegna ad amare i nostri fratelli. Il mondo, si dice, oggi non riesce a comprendere il significato di una scelta di vita come la nostra, che promette tutto il contrario delle gratificazioni che la nostra società sembra offrire ad una giovane donna: carriera brillante, una famiglia, possibilità di piena realizzazione nel lavoro. Ma cosa ci ha spinto a ritirarci in un Monastero ? ...il nostro segreto? volete saperlo fratelli e sorelle carissimi ? E' l'Amore, quell' Amore che si scrive con la "A" maiuscola. Un passo di qualità, una opzione vitale... "un matrimonio con successo"... e questo, perchè lo "Sposo è Gesù Cristo"... e noi viviamo una dimensione dell'Amore sponsale davvero particolare, perchè viviamo con Lui, in Lui e per Lui... con Maria la Madre del Verbo, la Vergine dell'Annunciazione. Una particolare devozione al Verbo Incarnato, fa parte del nostro carisma, manifestata nei nove mesi che precedono la Natività del Signore, ci sono poi altre intense pratiche di pietà come quelle delle nove settimane antecedenti il Santo Natale, la stessa Novena Solenne di Natale e tutta una vita vissuta nascosta con Cristo in Dio, nella gioia per la venuta del Signore in mezzo a noi. Separate dal mondo, ma il nostro cuore resterà sempre aperto a tutti voi, carissimi fratelli in Cristo. La nostra vita monastica, lungi dall'essere un rifugio per donne frustrate, come tanti pensano, è una scelta vitale, piena di significato. Abbiamo tra di noi sorelle dei vari ceti sociali, anche di nobili origini, che hanno trovato in Cristo, il "Grande Amore".
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Monache Minime di San Francesco di Paola

Le Sorelle dell'Ordine dei Minimi, conosciute attualmente come “Monache Minime”, siamo parte della Famiglia religiosa fondata da San Francesco di Paola, dal quale abbiamo ereditato il carisma e la spiritualità. Le nostre prime Sorelle, avendo notizia del genere di vita del santo, della sua grande austerità e della sua dedizione alla preghiera, vollero imitarlo e chiesero di essere ammesse anche loro alla professione della sua Regola, il che fu loro concesso dal Fondatore dopo di aver superato alcuni anni di prova. Successivamente esse manifestarono a S. Francesco il loro desiderio di condurre una vita di maggiore ritiro e sollecitarono di avere una regola propria adatta alla realizzazione delle loro aspirazioni. Anche questa petizione fu accolta e benedetta dal Paolano, il quale redasse la cosiddetta Regola delle Sorelle dell'Ordine dei Minimi di Fra Francesco di Paola, in modo che continuando a far parte dello stesso Ordine, potessero soddisfare il loro anelito di una vita dedita per intero alla lode di Dio e alla ricerca del suo Volto nella pura e assidua orazione. La Regola delle Sorelle fu approvata da Giulio II assieme a quella dei Frati dell'Ordine e a quella dei fedeli laici, mediante un unico documento, la bolla Inter caeteros, il 28 luglio 1506, mediante la quale si confermava anche definitivamente l'Ordine nel suo insieme e la sua peculiare configurazione giuridica. I conventi femminili aperti durante i cinque secoli della nostra storia non sono stati molti, ma ci hanno lasciato in eredità l'esempio prezioso di Consorelle che hanno seguito San Francesco con grande fedeltà, emulando le sue virtù, seguendo i suoi consigli e abbracciando con amore la Regola da lui lasciata, sì che il patrimonio spirituale dell'Ordine è stato trasmesso integro fino ai nostri giorni assieme all'osservanza della Regola originaria. I monasteri di Móra d'Ebre, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, e quello di Paola, intitolato a Gesù Maria, sono stati fondati a distanza di cento anni, nel 1894 e nel 1994 rispettivamente, con delle finalità molto affini. Il primo, infatti, risponde a un compito ben preciso: offrire un continuo culto di adorazione, di amore e di riparazione al Cuore Sacratissimo del nostro Redentore, invocando di continuo la sua divina Misericordia sul mondo, e fare tutto ciò proprio mediante l'adempimento fedele di tutti i doveri e le prescrizioni previste nella Regola del Santo Fondatore dei Minimi, la cui stretta osservanza è stata richiesta dal Cuore di Gesù alla fondatrice, la Venerabile Suor Filomena, come fondamento della sua opera. Da parte sua il monastero di Paola, intitolato a Gesù Maria, è stato frutto del desiderio di risposta alla chiamata della Chiesa per un rinnovamento della vita religiosa, in base al quale è stato ritenuto imprescindibile un maggiore avvicinamento alle fonti del carisma e della spiritualità per un vissuto più radicale e una testimonianza più incisiva. L'unione di ambedue i monasteri, avvenuta nel 2004, ha, quindi, lo scopo di unire le forze e collaborare più strettamente nel raggiungimento delle rispettive finalità, di per sé intrinsecamente interdipendenti. Così, la più approfondita conoscenza del carisma e della missione dell'Ordine si mette a servizio di una osservanza più matura e consapevole, più ricca di contenuti e fervida di amore, per collaborare più efficacemente nella diffusione del culto al Cuore di Gesù, offrendo ininterrottamente il sacrificio della lode e della vita come testimonianza di amore a Lui e continua orazione di supplica affinché la Misericordia di Dio continui sempre a riversare sul mondo i doni della grazia e della salvezza. Il carisma si può riassumere in questi due punti della nostra regola: «Ogni espressione di vita interna ed esterna delle Minime, animata dallo spirito e ascesi quaresimale, che è di umiltà, carità e penitenza, è intimamente unita a Cristo, che per amore si fece umile, paziente e penitente. In tal modo, benché separate dal mondo, cooperano all’opera della Redenzione e offrono alla Chiesa pubblica testimonianza di amore a Gesù crocifisso, in un servizio di preghiera e di penitenza, quali «luce e via di salvezza per molte altre» anime». (Costituzioni delle Monache Minime, 7) «La monaca Minima, seguendo le orme del suo santo Fondatore, vivrà immersa nella contemplazione delle cose celesti e approfondirà i misteri della nostra Redenzione, che la porteranno a vivere nella pura e assidua orazione dei giusti. Questa intimità con il divino, sarà il nutrimento di una vita consumata in frutti degni di penitenza» (Costituzioni delle Monache Minime, 45).
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