Migliavacca321 ottobre 2012

Nella ricorrenza della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, festeggiati Migliavacca e Mascheroni

Due preti ambrosiani festeggiati insieme al Duomo

 

La terza domenica del mese di ottobre, mentre in tutta la Chiesa si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, l’Arcidiocesi di Milano fa memoria della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, ossia il Duomo, Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani.
Quest’anno la festa era arricchita dai significativi anniversari di ordinazione sacerdotale di due vere e proprie “pietre vive”. Una era costituita da Sua Eccellenza monsignor Angelo Mascheroni, con i suoi sessant’anni di Messa; Vicario Episcopale per la Città di Milano sotto il cardinal Martini, era però assente alla celebrazione a causa di alcuni impegni pastorali. Proprio la sua «indefessa, capillare azione pastorale» è stata elogiata dall’Arcivescovo, il cardinal Angelo Scola, insieme al «genio musicale» dell’altro sacerdote ricordato in maniera particolare.
Si trattava di monsignor Luciano Migliavacca: novantatré anni compiuti il 9 ottobre,  è sacerdote dal 1942. Il suo servizio alla Chiesa universale si è esplicato nella composizione di numerose pagine di musica sacra, apprezzate a molti livelli. Quanto all’impegno ambrosiano, la prima domenica dell’ottobre 1957 don Luciano, come preferisce farsi chiamare, venne presentato alla Cappella Musicale del Duomo come nuovo direttore. Ne divenne il moderno rifondatore, continuando tale opera quando progettò con l’Arcivescovo Montini, poi papa Paolo VI, la Scuola “Franchino Gaffurio”, per l’istruzione dei ragazzi scelti per diventare cantori. Quell’istituto è stato anche campo fertile per numerose vocazioni, sia all’attività musicale, sia al sacerdozio. La sintesi di questi due aspetti è esemplificata dall’attuale Maestro della Cappella: don Claudio Burgio, ex-allievo della Scuola, sacerdote dal 1996 e cappellano al Carcere minorile “Cesare Beccaria”.
Lasciato l’incarico nel 1998, monsignor Migliavacca non ha mai smesso di partecipare attivamente alla vita della Chiesa, del Duomo e della “Gaffurio”. In una confidenza rilasciata al giornalista Luca Frigerio, in occasione del suo novantesimo compleanno, aveva affermato, a proposito della musica sacra: «Non c’è il vecchio e il nuovo... La mia unica attenzione, infatti, è stata quella di comporre musica bella: e se è bella, è sempre moderna, attuale».
Molta di quella “musica bella” è risuonata sotto le navate del Duomo anche domenica 21 ottobre. Il cardinal Scola, rivestito, come i diaconi, dei paramenti donati dal cardinal Martini alla Cattedrale alla fine del suo episcopato, ha ricordato nell’omelia come l’azione ecclesiale debba tornare alla sua origine divina, altrimenti, come recita il Salmo 127, “invano si affaticano i costruttori”. «Nella vita della fede», ha proseguito, «la precedenza è dovuta a Cristo, vivo e presente in mezzo a noi». Per questo i fedeli si radunano in Cattedrale: per l’Eucaristia, «dove Cristo, morto e risorto, si offre qui ed ora alla nostra libertà».
Riferendosi al Vangelo proclamato (Gv 10,22-30) e alla domanda che alcuni Giudei pongono in quell’episodio a Gesù, Scola ha espresso una constatazione: anche noi, come loro, vorremmo che il Signore ci appianasse la strada e ci fornisse delle sue “credenziali” corrispondenti alle nostre aspettative. La verità è ben diversa: quegli uomini non riescono «a riconoscere lealmente la sua testimonianza. Essi si rifiutano di appartenergli».
Non così è stato per i monsignori Mascheroni e Migliavacca: l’uno e l’altro, nei diversi compiti rivestiti, esprimono continuamente la gioia prodotta dal sapersi custoditi da Gesù e servi della Sua Chiesa. L’abbraccio di pace che, nel momento prescritto dalla Liturgia Ambrosiana, ossia prima della Presentazione dei doni, l’Arcivescovo ha dato a don Luciano, venendogli incontro per non farlo affaticare, ha quindi assunto il significato di un rinnovato incoraggiamento.

(Emilia Flocchini)