6 dicembre 2012
La missione dei sacerdoti diventa film
Preti al fianco di chi soffre
Quattro registi che non sono registi per dirigere un film che non è un film, ma la verità. Trovano una di quelle poltroncine che si usano sui set, gettata ai bordi di una strada, si siedono e iniziano a raccontare storie. Purtroppo, verissime. Questo non è un film è ambientato a Napoli. Il Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica ha affidato a Stefano Maria Palombi la scrittura e direzione dei quattro episodi che lo compongono, proiettati oggi pomeriggio a Roma alle 18 alla Sala Trevi – evento di punta, a ingresso libero, del Tertio Millennio Film Fest – preceduti da un incontro con Matteo Calabresi, responsabile del Servizio. Raccontano la missione complessa dei sacerdoti che aiutano vite difficili, quelle dei malati, dei senza tetto, dei rom, di chi è una vittima. «Quelli che perdono sempre», li descrive don Antonio Vitiello nel primo episodio,
«Da alcuni anni, quando giriamo le due campagne messe a punto dalla Cei, quella maggiore a sostegno dell’8xmille e quella per il sostentamento dei sacerdoti – spiega il regista Palombi – ci siamo resi conto che, attraverso la televisione, si intercettano molte persone, ma si lascia scoperta tutta un’altra parte di pubblico, che rimane poi incredula, perché le storie di sacerdoti che è abituata ad ascoltare sono legate all’attualità o a uno sceneggiato televisivo. Per questo abbiamo deciso che la nuova campagna andava raccontata anche con storie più lunghe dei trenta secondi. Arrivato a Napoli per dei sopralluoghi, mi sono reso conto che c’erano storie bellissime collegate all’attività dei sacerdoti. Il format che abbiamo utilizzato non è quello del classico documentario in cui tutto è chiaro, ma la finzione legata alla verità, l’alternanza tra il tono dell’immaginazione e la crudezza della realtà». Le reazioni, durante le riprese e anche dopo, sono state inaspettate. «È vero. Dalla rabbia – prosegue il regista – quella di vedere come vivono le persone nei campi rom, di ascoltare le storie strazianti dei parenti delle vittime o le confessioni degli ultimi, sono nate la dolcezza e il desiderio di credere ai sacerdoti, che non deflettono dinanzi alle ingiustizie e alle differenze. Insomma, il dolore che lascia il posto alla speranza». Il film inizia ora una vita autonoma, dopo essere stato messo in rete (www.questononeunfilm.it), e per questo Palombi lancia un appello. «Chiediamo a tutti i sacerdoti italiani, come stanno facendo quelli di Napoli, di proiettarlo nelle loro parrocchie e nei loro oratori, nelle comunità o nelle scuole. Il film è a disposizione di tutti». Le diocesi (sinora hanno aderito in 60) che desiderano proiettare il video in Hd possono richiederlo a sovvenire@chiesacattolica.it.
(Luca Pellegrini su www.avvenire.it)