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STORIE DI VITA - Mondo Voc febbraio 2014                                        Torna al sommario

 

 

LE RAGIONI DELLA FUGA

Il sacramento dell'arrivederci

Un'inavvertita, silenziosa nostalgia del Signore

 
La Cresima conferma la grazia battesimale e dona una speciale forza per testimoniare la fede cristiana. Capita tuttavia che il momento della Confermazione sia anche quello dell’adolescenza, fase di contestazione e ribellione per molti giovani. E allora succede anche di  allontanarsi da Gesù e dalla Chiesa. Ma, alla fine, il desiderio di incontrarlo nuovamente è sempre più forte di ogni altra distrazione.

 
di Carlo Climati


confermazione_ragazzaIl sacramento della Cresima o Confermazione rappresenta un passo importante nella vita di ogni cristiano. Si chiama così perché, come spiegato nell'ottimo Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, conferma e rafforza la grazia battesimale.

 

Il rito consiste nell'unzione con il sacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l'imposizione della mano da parte del ministro che pronuncia le parole sacramentali: "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono".

 
L'effetto della Confermazione – spiega il Compendio del Catechismo – è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell'anima un carattere indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale.

 

 
Il momento del distacco

giovani_murettoDi solito, il periodo in cui i giovani ricevono la Cresima è quello che corrisponde alla frequenza delle scuole medie. È il momento in cui i ragazzi cominciano a scoprire di più la vita e a sviluppare la propria personalità. Spesso questa è una fase di contestazione e ribellione, in cui può succedere che ci si allontani dalla Chiesa e dal Signore. Ecco perché della Confermazione si dice che è “il sacramento dell'addio”

 
Alcuni giovani, infatti, dopo la Cresima entrano in una fase di pseudo-ateismo o di semplice indifferenza nei confronti della religione. Perché accade questo? Nei miei frequenti incontri con i giovani, ho potuto raccogliere risposte diverse a questa domanda.  

 

Provo a raccontare due esperienze significative, che possono aiutarci a comprendere alcune ragioni del momentaneo distacco da Dio.

 


I cattivi maestri

cattivi_maestri“Il mio cammino dopo la Cresima è stato chiaro”, spiega Anna, ventidue anni. “Durante l'adolescenza sono entrata in un periodo di personale contestazione nei confronti della Chiesa. Avevo cominciato a rifiutare ogni suo insegnamento, che mi sembrava quasi una dittatura, un'imposizione. Purtroppo ero stata influenzata da certi cantanti rock che mi avevano portata fuori strada. Sono stati davvero dei cattivi maestri, che sostenevano apertamente l'uso della droga ed una vita disordinata in ogni senso. Mi piaceva il loro linguaggio trasgressivo, la loro strafottenza, il loro non voler obbedire a nulla. Ovviamente contestavano anche la Chiesa. E questo mi portò a distaccarmi completamente dalla fede, nel periodo del liceo. Fortunatamente, frequentando l'università, mi sono riavvicinata a Dio. L'ho fatto con piena convinzione, ritrovando tutto ciò che mi era stato insegnato nel periodo della Cresima. Il mio riavvicinamento è il frutto di una serie di incontri con il cappellano dell’università. È un bravissimo sacerdote, che ha avuto la pazienza di ascoltarmi e di accettare anche qualche mio piccolo sfogo. Grazie a lui, ho potuto ritrovare Dio. Ho compreso che quei cantanti rock odiavano la Chiesa semplicemente perché dovevano trovare una giustificazione al loro egoismo e ai propri peccati. Per questa ragione si scagliavano contro la religione cattolica. Oggi il mio unico maestro è Cristo e non ho bisogno di falsi idoli. Sono felice di questo mio percorso di maturazione e cerco anche di essere un po' missionaria all'interno della mia università, portando la mia testimonianza agli amici”. 

 

 
giovani_in_preghieraTroppo orizzontale

Diversa è la storia di Alberto, diciotto anni: “Dopo la cresima, mi sono allontanato dalla Chiesa per motivi molto umani. Mi sentivo fortemente legato ad un sacerdote della mia parrocchia che seguiva i giovani. Ma purtroppo fu trasferito e sostituito da un altro prete. Questo nuovo sacerdote era profondamente diverso. Non aveva quasi nulla di spirituale e proponeva una visione del Cristianesimo tutta legata al sociale. Diceva sempre che le opere erano più importanti delle preghiere e ci spingeva a dedicare il nostro tempo libero al volontariato. Manifestava anche un atteggiamento molto critico nei confronti della dottrina della Chiesa e contestava il Papa. A un certo punto, ho cominciato ad essere stufo di questo Cristianesimo orizzontale, completamente svuotato di ogni significato. Così, per più di un anno, non ho più messo piede in chiesa. Grazie a Dio, ho potuto ritrovare la fede grazie ad un mio amico che mi ha invitato a conoscere un movimento cattolico, dove finalmente ho potuto ritrovare quel Cristianesimo verticale che era rimasto nel mio cuore. Faccio ancora volontariato, ma sono felice d'avere riscoperto una vita spirituale completa”.


Queste due esperienze ci fanno capire che non dobbiamo essere pessimisti. In molti casi, la Cresima si rivela essere “il Sacramento dell'arrivederci” e non dell'addio. È vero, infatti, che alcuni giovani si distaccano dalla Chiesa, ma molti di loro non smettono di portare Dio nel proprio cuore. Conservano, in qualche modo, una specie di inavvertita e silenziosa nostalgia del Signore. Una nostalgia che, un giorno, li porterà a desiderare nuovamente di incontrarlo.

 

 

 

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