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sacerdote_e_laici_insieme14 settembre 2009

VOCAZIONE/FORMAZIONE: Originale settimana di formazione per seminaristi diocesani
Seminaristi, «alunni dei laici e delle famiglie»

La settimana alla Fraterna Domus di Sacrofano per i giovani che in diocesi si preparano al sacerdozio. L'incontro con il cardinale Vallini di Emanuela Micucci Un super-prete? No, grazie. Sicuri Andrea Amici e Maria Ines, due giovani del Centro Oratori Romani, delineano il sacerdote tipo, martedì, alla Fraterna Domus di Sacrofano,
durante la seconda edizione della settimana di formazione per i seminaristi diocesani, promossa dal cardinale vicario Agostino Vallini. «Non vogliamo preti che facciano più di quello che sono in grado di fare - spiegano -, ma che sappiano avvicinarci e ascoltarci, che in un linguaggio comprensibile ci diano contenuti spirituali». Parole che colpiscono gli 80 studenti del Seminario Romano Maggiore, del Collegio Capranica, del Redemptoris Mater e del Divino Amore che riflettono sui contenuti del Sinodo diocesano. Come quelle del sociologo Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, sul soggettivismo di una Roma in cui ci si ritrova in piccoli gruppi. «Dobbiamo mettere le persone non più una accanto all’altra, ma insieme con gli altri», spiega Romano, 40enne ex-grafico, ora al Divino Amore.

Un valido sostegno arriva dai laici, come sottolineato giovedì nei gruppi di lavoro sulla pastorale parrocchiale. «Il sacerdote non può farne a meno - insiste il cardinale Vallini -. Noi dobbiamo sentirci alunni dei laici e delle famiglie». «Dobbiamo ricordarci sempre che siamo chiamati a essere dei ministri», commenta Gianfranco, alunno del Capranica. Il confronto familiare e aperto tra i seminaristi e il cardinale è uno dei momenti più intensi di queste giornate. Attento, il porporato approfondisce ogni questione, anche le più spinose: dal clericalismo all’ambizione accademica ecclesiastica. Invita i seminaristi a coltivare sincere relazioni di amicizia. «In questi giorni è bello stare insieme, conoscersi», conferma Luca, 21 anni, del Maggiore. Cadono i pregiudizi. «Ci sono impostazioni e sensibilità diverse tra i 4 seminari - afferma il rettore del Maggiore, monsignor Giovanni Tani -, ma insieme si converge verso il cammino da seguire». Una formazione che punta su tre aspetti: pastorale parrocchiale, rievangelizzazione di Roma, «missio ad gentes». «Ci unisce l’annunciare Gesù Cristo a Roma dove è profonda l’identità universale», aggiunge Claudio, 35 anni, del Redemptoris Mater. Prioritaria la dimensione diocesana. Un’appartenenza, difficile in una grande città, da sperimentare nelle prefetture. «Dal primo giorno che entrate in seminario dovete sognare e innamorarvi della Chiesa», esorta il cardinale. Un cuore infiammato dell’amore di Dio e una vita tutta conquistata da Cristo. Prima dello studio e della formazione teologica. Per essere con gioia «ministri della misericordia di Dio». Subito. Perché «il nostro sacerdozio lo costruiamo già oggi», afferma Andrea, 19 anni, del Minore.

(www.romasette.it)