ORIENTARSI - Mondo Voc agosto-settembre 2014                                    Torna al sommario

 

 

LA VOCAZIONE CHE DÀ VITA A UNA FAMIGLIA

Osea, l’amore tradito e paziente

Un amore che resiste e insiste, capace non solo di durare nel tempo, ma di ricrearsi lungo le stagioni della vita


La figura del profeta Osea, la cui vicenda matrimoniale diventa il paradigma espressivo dell’amore tra Dio e il suo popolo. Una parabola profetica di grande e drammatica attualità, volta ad annunciare oggi la  vocazione all’amore di coppia fedele, il perdono che ricrea l’altro, la fecondità che partecipa dell’eterno.


di Amedeo Cencini


Profeta_OseaOsea apre la raccolta dei dodici profeti cosiddetti minori. Si trova a vivere e a fare il profeta in un tempo di grande instabilità politica, con conflittualità accesissime tra le parti in gioco, ognuna mirante ai propri interessi, e di pesante situazione economica, segnata da ingiustizie e sperequazioni, corruzione e ruberie varie. Un quadro – verrebbe da dire – non così lontano dai giorni nostri.


Ma il libro di Osea ha una particolarità originale: quella di leggere la propria vicenda personale come una parabola del complesso rapporto del Signore col suo popolo, che alla fedeltà risponde con l’infedeltà, alla generosità con l’ingratitudine.

 


Come storia d’amore umano

Vi sono molti modi, infatti, di raccontare la relazione tra Dio e l’uomo. In alcuni libri delle Scritture sante se ne parla come di una alleanza, ma è anche sempre molto sentita l’idea del culto, della sottomissione, dell’osservanza come ciò che rende gradita la creatura dinanzi al Creatore; per altri ancora ognuno si sceglie il modo più congeniale di comunicare con la divinità: la poesia, il canto, l’arte, la mistica, la preghiera…


Osea cerca di far capire il senso di questo rapporto attraverso la sua propria vita, in particolare attraverso il suo matrimonio e la sua altalenante vicenda. Sua moglie, infatti, è una prostituta, e gli genera figli di prostituzione; persino il loro nome deve esprimere, per volontà di Dio, il peccato grave d’Israele, la sposa infedele che ha rinnegato l’amore del suo Signore.


Il quale ne soffre, non resta indifferente, è mortificato dal rifiuto d’Israele, al punto di punirlo e abbandonarlo. Come avviene tanto spesso anche nelle vicende degli amori umani interrotti. Ma non finisce qui la storia. Staremmo freschi se Dio agisse con noi coi criteri degli amori umani, spesso a scadenza e troppo deboli per resistere all’esperienza del tradimento, o degli innamoramenti che si esauriscono nel tempo di una notte senza lasciare tracce!


E non finisce qui semplicemente perché il Creatore è davvero innamorato della creatura, e non la vuole mollare. E pensa invece a sedurla in qualche modo: conducendola nel deserto e parlando al suo cuore. Ovvero la perdona.

 


Amore che dura

Osea_e_GomerÈ la storia d’ogni amore che non vuole morire, nemmeno di fronte al tradimento o all’abbandono. Storia che ha qualcosa da dire a una società in cui i rapporti di coppia saltano alla prima difficoltà, figuriamoci dopo un tradimento. Allora non ci s’interroga nemmeno di fronte a un affetto considerato sbrigativamente finito e s’irride chi si ostina a pensare ancora che ogni amore reca in sé una promessa di eternità, o ci si dimentica che così è nato anche quel rapporto, con  l’obiettivo che durasse tutta la vita.


È il senso della vocazione all’amore, è il senso in particolare della vocazione cristiana a quell’amore tra due persone che dà vita a una famiglia. Forse la vocazione oggi più fragile e in crisi, e pure la più necessaria e indispensabile.


Un amore che resiste e insiste, capace non solo di durare nel tempo, ma di ricrearsi lungo le stagioni della vita, e magari proprio nei momenti in cui si sarebbe tentati di piantar tutto, di lasciarsi travolgere dall’infedeltà dell’altro. Capace di perdono, questa straordinaria forza creativa e ri-creativa, libero di trasformare un’offesa interpersonale in ripresa della relazione, un tradimento in desiderio di guardarsi nuovamente negli occhi per scoprire ove ognuno ha sbagliato e ove ognuno può ritrovare se stesso e l’altro.

 


Elogio del perdono

prophet_hoseaC’è dunque da sfatare una certa cretina leggenda metropolitana intorno all’amore di coppia. È vero: innamorarsi è facile, il problema è restare nell’amore, ma non è detto, in ogni caso, che quanto più un rapporto dura, tanto più il desiderio reciproco svanisce, e che per sottrarsi a questa noia è necessario cambiare di continuo; è imbecille – da un lato – pensare che il tradimento sia un diversivo estivo che fa persino bene (non si sa bene a cosa e a chi), ma è altrettanto insensato ritenere che cancelli per sempre l’amore d’un tempo; e ancora, il perdono nel rapporto di coppia non è debolezza e nemmeno ipocrisia, né qualcosa di eventuale e, tanto meno, di impossibile, è invece la condizione abituale della vita di una coppia, dono reciproco abbastanza quotidiano, o esercizio da apprendere progressivamente. Di fatto è una delle prove più alte e più dure che possono attendere gli amanti, ma che in cambio ne rinnova l’affetto e la gioia di stare assieme (M. Recalcati).


Ebbene, l’atteggiamento del Signore Dio verso il suo popolo infedele è un inno delicato dedicato al perdono, al perdono come estrema seduzione dell’amore che non muore, che non vuol cedere alle tentazioni della vendetta e dell’autodistruzione.

 


Il coraggio del profeta

Qui il profeta ritrova la sua missione: proclamare non solo con la propria voce, ma persino col proprio vissuto la parola che viene dall’alto. Specie una parola difficile come questa, che va così controcorrente rispetto a una certa cultura, al punto da sembrare una battaglia persa.


Parola che rivela Dio, l’innamorato inguaribile, e l’uomo dagli amori incerti e fragili. Parola antica e sempre nuova, senz’altro assolutamente moderna perché quanto mai attuale e opportuna. Ma soprattutto parola che è anche vocazione o che è legata – come detto – a una chiamata, forse la più alta, senz’altro la più debole e a rischio, oggi, bisognosa di annuncio, di animazione vocazionale e di animatori vocazionali col piglio del profeta, di percorsi di formazione iniziale e permanente. E pure chiamata che riguarda la grande maggioranza degli esseri umani. La vocazione all’amore, all’amore di coppia, fedele e fecondo, che perdona seducendo e seduce perdonando, creativo e con un germe di eternità.

 

 

 

Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore