STORIE DI VITA - Mondo Voc dicembre 2012                                                            Torna al sommario

 

 

STORIA DI ELISA. DAL TUNNEL ALLA LUCE, NELLA NOTTE DI NATALE.


Un fremito di stelle nella notte


Avvolta dalla notte dei nostri giorni, Elisa racconta la sua storia, segnata per sempre dalla sensazione della presenza di Dio, sotto forma di un fremito interiore, durante una notte, quella simbolica e metaforica di Natale. 


di Michele Pignatale

 

 

avvocatoElisa ha 24 anni, laureata in giurisprudenza e impegnata in un importante studio legale di Napoli a fare il praticantato. Intere giornate passate in tribunale a consegnare documenti, seguire alcune udienze, dopo aver passato ore in copisteria a fare fotocopie di dossier. Lunghe file, un panino al volo durante l’ora di pranzo per poi ritornare in studio, aggiornare le pratiche e preparare i documenti da consegnare il giorno dopo in cancelleria. E poi tornare a casa e continuare a studiare per affrontare l’esame per l’iscrizione all’albo.


Inutile parlare di trattamento soddisfacente, gratificazioni. Nulla di tutto questo. Quante mortificazioni, sacrifici, parole spezzate in gola per rivendicare un diritto, un’attenzione, forse anche un sorriso o un cenno di approvazione.

 


Il buio

“Una situazione che non riuscivo a reggere; – ci racconta Elisa – sentivo di non essere capace di sopportare tutte quelle situazioni di disagio che puntualmente capitavano e vivevo in tribunale e nello studio legale. Avevo fatto già undici mesi, ma mi sembravano una vita. Crebbe in me una voglia di smettere, di mandare per aria tutto, fregandomi del dispiacere che avrei recato a mio padre che mi aveva aiutato a trovare quell’opportunità.


raggazza_riflettereSentivo che parti di me stessa non rispondevano più, come se si fossero addormentate, e che le utilizzavo in modo parziale, misurandole, gestendole, limitandole, opprimendole. Ero diventata incapace di pensare a qualcosa di diverso. Chiusa in una cortina impenetrabile che mi impediva qualsiasi desiderio. Mi sentivo immersa totalmente in un tunnel senza una via d’uscita. Non riuscivo a capire che continuare a lasciarmi condurre, senza reagire, dagli avvenimenti giornalieri, sempre uguali, mi avrebbe condotto in una realtà che non mi apparteneva”.


Elisa aveva bisogno di riprendersi la vita, di poterla gestire liberamente, senza lasciarsi condizionare dal lavoro e dalle scelte conseguenti. C’era bisogno di equilibrio per gestire una situazione delicata che richiedeva una sterzata decisa, che in quel momento non era in grado di fare.


Con questo stato d’animo si avvicinava alla festa del Natale. Temeva di trascorrere una festa, sempre così importante per lei e i suoi familiari, in una condizione di apatia e di smarrimento che avrebbe certamente influenzato, in maniera negativa, il suo stare con gli altri.


Tutti i preparativi che solitamente si facevano in quel periodo non riuscivano a darle quel senso di intima contentezza. Era come se fosse stato spazzato tutto.Mi sentivo preda di un buio così fitto che avvolgeva il cuore – continua a raccontare Elisa – Avevo bisogno di liberarmi di un fardello così pesante , ma invisibile, che io non avevo voluto e cercato.

Ma chi poteva aiutarmi? Come fare?

 


La luce

presepeEd ecco la notte di Natale. Per la prima volta mi capitava di recarmi in chiesa, trascinata dai parenti, senza avvertire il desiderio di partecipare alla Messa della Notte. Al momento della manifestazione del Bambino Gesù, come uno sprazzo veloce, come un fremito di stelle che immaginiamo così lucenti in quella notte profonda, si rischiara improvvisamente la mente e mi passa davanti la mia notte. Tutte le nostre notti, gli sforzi desiderati della fiducia perduta, il buio dei legami frantumati, il ghiaccio dell’indifferenza che incenerisce il cuore. Tutte quelle notti illuminate in una notte in cui Dio Amore, diventa bambino e comincia a camminare con la mia vita, con la mia storia e mi chiede di affrettare il passo. Ma verso dove?”.


Da quella notte sono passati mesi ed Elisa ha potuto, attraverso una guida, riflettere sulle varie interpretazioni della “notte” e dell’ “oscurità” a partire dalla Sacra Scrittura. È stato un percorso di fiducia in cui uno dei significati che la tradizione biblica attesta, quello della notte come condizione privilegiata di un ritorno all’origine, quasi per una nuova creazione rivelatrice come leggiamo nel profeta Isaia, diventa per Elisa un elemento determinante, per rinascere ad una unità più originale ed autentica.


Elisa non si è fermata qui. “Ho proseguito con il gusto di “vedere l’effetto che fa” – conclude con un sorriso malizioso Elisa – per cercare di capire quali erano i risvolti che cambiavano la mia vita e li ho scoperti nella dedizione agli altri e nel servizio volontario ai poveri dei bassi di Napoli e così anche io posso cantare il mio Magnificat come lo ha cantato Paul Claudel: “La mia anima magnifica il Signore…Sii benedetto, mio Dio, che mi hai liberato dagli idoli. Non è la morte che vince la vita, ma la vita che distrugge la morte, e la morte non le può resistere”.

 

 

 

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