Myroslav_MarynovychOttobre 2012

Alcune piccole e “fastidiose” conversioni cattoliche

Dalla vecchia Italia all'America e alla Russia

Fortunatamente sono tante le persone che ogni anno trovano o ritrovano la strada della fede, e -come disse Gesù- «ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,1-10).

Ma parlare di conversioni cattoliche è sempre fastidioso per alcuni, il motivo lo ha spiegato molto bene lo scrittore Manlio Cancogni, anche lui convertito, in un’intervista del 2005: «per lungo tempo la religione per me è stata un insieme confuso di ricordi, pensieri e emozioni contrastanti dai quali tutto sommato preferivo stare lontano. Una tranquilla indifferenza mi sembrava la soluzione migliore, la stessa indifferenza che condividevo con i miei amici da giovane, tutti laici o addirittura apertamente anticlericali. Poi quando la fede è diventata per me un argomento centrale, molti dei miei amici non c’erano più, e con quelli rimasti ho finito per non parlare di questo argomento. Oggi mi ritengo un cattolico osservante: la fede si vive con la pratica, ogni giorno, non è un sentimento individuale, ha bisogno di un corpo cioè della Chiesa. E in questo senso ho capito solo dopo la mia conversione quanto la cultura italiana sia profondamente anticattolica. Anche se non in maniera clamorosa, esiste una ghettizzazione del credente, soprattutto dell’intellettuale cattolico che è escluso, guardato con sospetto, magari deriso. Oggi ci si può convertire al buddismo o frequentare sette di occultisti, ma dirsi cattolici è quasi scandaloso. Non c’è odio antireligioso, questo no; ma c’è molto fastidio, e lo sento».

Sui mass-media internazionali c’è più spazio per storie di conversioni, soprattutto quelle più curiose, come la vita dell’ex fidanzata del primo ministro inglese David Cameron, che da poco è diventata una delle 36 suore di clausura di un monastero benedettino negli Stati Uniti. Il suo nome è Laura Adshead e potrebbe essere stata la First Lady britannica, era una manager a Manhattan della Ogilvy & Mather, poi -dopo la rottura del fidanzamento con Cameron- è caduta nella tossicodipendenza e nell’alcool prima di convertirsi e decidere a 44 anni di dedicare la vita a Dio e al mondo.

Il rettore dell’Università cattolica ucraina, Myroslav Marynovych, ha avuto una conversione ancora più drammatica. Lo ha raccontato nella sua  recente partecipazione ad EncuentroMadrid.  evento spagnolo organizzato dal movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Myroslav ha trascorso 7 anni in un campo di lavoro comunista in Kazakistan. Era ateo e scettico, anche se stranamente rispetto per le persone religiose, forse perché nipote di un sacerdote e cresciuto in una famiglia religiosa.  Questo tipo di educazione lo ha portato anche a dissentire dei metodi comunisti, tanto da divenire un nemico del partito fondando il “Gruppo di Helsinki”, ovvero i dissidenti in Ucraina. In carcere ha trovato la fede cristiana, anche grazie ad un’esperienza mistica, dopo la quale ha cominciato a combattere per il diritto a portare una piccola croce sul suo vestito da carcerario (ottenuto dopo 15 giorni di isolamento).

Le storie sono tante, come quella di Fabio McNamara, icona della movida di Madrid, ma anche quella di Lilian Kirsten, docente universitario di matematica che dice: «a 47 ho capito che Dio esisteva. Dovendo affrontare quel cambiamento non è stato facile». Da estimatore di Che Guevara è passato alla devozione di da San Josemaría, fondatore dell’Opus Dei, dallo scetticismo ateo (come suo marito e tutti i suoi amici) all’apertura al cattolicesimo. Fr. Dwight Longnecker è invece un ex ministro anglicano, tornato di recente nella Chiesa Cattolica assieme a centinaia di altri sacerdoti e migliaia di fedeli. Ha avuto i primi ripensamenti visitando alcuni monasteri benedettini, ha raccontato, i quali «mi misero in contatto con radici di fede che erano più profonde e più concrete di quanto avessi immaginato che potesse esistere». La scoperta di questa profondità lo ha portato ad una lettura differente della Bibbia, le sue idee sono state cambiate e ha continuato a vivere la separazione formale tra cattolicesimo e anglicanesimo concependo quest’ultimo «come un ramo della Chiesa cattolica, ho pregato molto per una nostra eventuale ri-unificazione», fino a ritornare definitivamente “a casa”.  Proprio recentemente undici comunità anglicane canadesi sono rientrate nella Chiesa Cattolica.

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