SetHeight426-cardangeloscola23 febbraio 2012

Il messaggio del cardinal Scola per la Giornata del Seminario di Milano

La fede che sostiene la vocazione

La penultima domenica del mese di settembre è dedicata, nella Diocesi di Milano, alla Giornata annuale per il Seminario. Nelle parrocchie si moltiplicano i momenti di preghiera, le testimonianze dei seminaristi stessi e i banchetti dove raccogliere le offerte per coloro che volessero diventare membri dell’Associazione “Amici del Seminario” o rinnovare la propria adesione. I giovani delle parrocchie d’origine di coloro che iniziano la formazione, o che li hanno conosciuti in vari modi, sono solitamente invitati ad un evento, denominato “Accompagna un amico in Seminario”. Si svolge il sabato precedente la festa ed è costituito da tre momenti: la preghiera comune dei Vespri, durante la quale si ascolta la testimonianza di un prete novello, la cena al sacco e un piccolo concerto.
Per l’occasione, viene rilasciato un messaggio (http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/la-gioia-dell-incontro-con-cristo-1.63875), firmato quest’anno per la prima volta dal cardinal Angelo Scola (la scorsa Giornata, infatti, è caduta prima del suo solenne insediamento sulla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo). Il titolo, “Io credo – Noi crediamo”, riecheggia il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, dove, al paragrafo numero 30, è scritto: «La fede è un atto personale, in quanto libera risposta dell’uomo a Dio che si rivela. Ma è nello stesso tempo un atto ecclesiale, che si esprime nella confessione: “Noi crediamo”».
Il messaggio si apre con una domanda, a cui Scola prova a dare subito una risposta. Dopo aver chiesto, infatti, cosa può spingere un giovane oggi a decidere di entrare in Seminario, risponde con alcune parole tratte dal secondo paragrafo della Lettera Apostolica Porta Fidei: «Ad entrare in Seminario può spingere “la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo”». Dopo aver ricordato che la vocazione al sacerdozio «non è mai un atto isolato, nasce sempre in un contesto comunitario», quale può essere la famiglia, ma anche la parrocchia o un’aggregazione di fedeli, raccomanda agli sposi, ai sacerdoti e ai religiosi di vigilare affinché i giovani riconoscano la vita come vocazione, che, «espressione privilegiata del dono della fede, spalanca il cuore di un giovane al riconoscimento della chiamata di Dio».
Poco dopo, raccomanda alle comunità parrocchiali la preghiera per il Seminario, la quale non è riservata a certe categorie di fedeli, bensì è «alla portata di tutti», e ringrazia coloro che già vi si dedicano proficuamente. Rivolgendosi poi ai seminaristi, ricorda loro che «non esiste nessuna frattura tra la fede e la vostra umanità. Anzi, la fede riplasma nella novità della risurrezione l’intera vita umana».
Il Cardinale non dimentica i giovani e i giovanissimi che sentono nel cuore di dedicarsi al Signore. Come già in altre occasioni, li invita a non trascurare tale intuizione e a confidarsi con qualche guida, ad esempio un sacerdote o un educatore adulto. Solo la fede di una persona più matura, infatti, può sostenere la loro ed aiutarli a «riconoscere la precisa volontà del Signore».
Attualmente il Seminario di Milano si sta preparando ad alcune importanti trasformazioni. Come annunciato dall’Arcivescovo lo scorso 9 maggio, nel corso dell’annuale “Festa dei Fiori”, in occasione della quale si festeggiano anniversari significativi di Ordinazione e i diaconi prossimi a riceverla, la comunità seminaristica si trasferirà completamente nella sede di Venegono Inferiore, voluta dal Beato cardinal Schuster per garantire uno studio e una preghiera privi di distrazioni. La sede di Seveso, che attualmente ospita il Corso Propedeutico e i primi due anni degli studi teologici, sarà destinata alle attività pastorali della Diocesi e alla formazione permanente del clero, quest’ultima finché non tornerà disponibile la sede di Corso Venezia a Milano città.
Quest’anno, inoltre, sono entrati nella comunità del Biennio venticinque novizi, più un seminarista della Repubblica Centroafricana, che avrà la possibilità di completare gratuitamente i suoi studi.
Tenuto conto anche di queste novità, pare ancora più pressante lo stimolo affinché i fedeli di tutte le condizioni ed età non abbandonino i seminaristi ambrosiani, facendosi vicini ad essi in un clima di amicizia rispettosa del ruolo che rivestiranno quando, se corrisponderà ai disegni di Dio, saranno per sempre Suoi ministri.

(Emilia Flocchini)