Monaca_giovane Giugno 2012

Testimonianza di una monaca di Clausura

Sr. Chiara Francesca

La vita di ogni cristiano autentico è una vita catturata, conquistata e sempre più plasmata da una Amore senza pari, da una Parola affascinante… dalla Parola creatrice, dal Verbo fatto carne, dalla Rivelazione fonte di luce. È una Parola che, quando incontra una vita, sa toccarla e cambiarla come nessun’altra parola può fare. È una Parola che riesce a raggiungere e ad abitare le profondità di ciascuno: ti conosce così bene che parla di te meglio di come faresti tu stesso.

Chiunque ha incontrato il Signore Gesù Cristo lo sa bene e chi ha lasciato tutto per seguirlo lo assapora continuamente e, con tale consapevolezza, su quella Parola quotidianamente getta le reti.

Io l’ho imparato quando nel 2003 sono entrata a far parte di questa fraternità di Sorelle Povere con la sola certezza che la Parola - “tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno” - mi conoscesse meglio di come mi conoscevo io e mi stava indicando la mia vera identità. L’ho capito sempre di più durante il tempo del postulato e l’ho sperimentato in maniera profonda l’11 agosto 2004 quando, durante la celebrazione dei vespri della solennità della Madre S. Chiara, insieme ad altre tre sorelle, ho ricevuto il dono dell’abito di Chiara d’Assisi.

In quel giorno ho avvertito come non mai che nessuna delle nostre parole umane poteva esprimere la moltitudine e la pienezza dei sentimenti e delle emozioni che abitavano i nostri cuori; nessuna parola umana era capace di descrivere la misteriosa immensità di un carisma che attraversando i secoli raggiungeva ora la nostra piccolezza, rendendola parte della grande famiglia francescana. Solo una Parola poteva farlo ed è la Parola che mi ha accompagnato nel tempo di preparazione, risuonando poi potentemente dentro di me, non solo durante la vestizione, ma anche nei giorni successivi insieme a una profonda e commossa gratitudine: “io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza”. Non avevo altre parole.

Non esistono altre parole per raccontare questo evento semplice, costituito da un rito altrettanto semplice, formato da poche ma significative consegne, segni di quella salvezza, donata per sempre a tutti gli uomini, che il Signore ci chiama ad annunciare con la nostra vita di Sorelle Povere: l’abito a forma di croce, dono totale di sé da imitare; il vangelo, Parola da custodire e testimoniare; il libro della liturgia delle ore, lode continua da innalzare; il nome nuovo, che sta a significare il cambiamento di vita e l’appartenenza alla famiglia delle Sorelle Povere di S. Chiara.

Un'appartenenza che, cresciuta negli anni del noviziato, mi ha condotto a ricevere il dono della consacrazione in cui mi sono sentita ancora avvolta e stravolta dalla grazia, immensamente piccola di fronte a un enorme mistero che ti raggiunge e ti cambia la vita. Probabilmente Maria si è sentita così all’annuncio dell’angelo. Proprio così mi sono sentita io il 25 marzo 2007, giorno della mia professione temporanea, ascoltando la sua vicinanza di Madre accanto a me che mi diceva: “Non aver paura…è proprio l’effetto che fa!”.

È proprio questo il brivido e la vertigine che procura la consacrazione operata dal Padre delle misericordie, la presenza viva e vera del Signore nostro Gesù Cristo, l’azione misteriosa dello Spirito santo. È proprio questo il brivido unico e intenso che segna il punto di non ritorno, lo spartiacque dell’esistenza; un brivido che non è mera emozione, fugace ed epidermica, ma sconvolgente e sorprendente esperienza condivisa in profondità e in comunione con sr. Ch. Serena, sr. Ch. Maria e sr. Annalisa Ch. (che insieme a me hanno ricevuto il dono della consacrazione), con la mia fraternità e le centinaia di persone presenti alla professione, misteriosamente rese dallo Spirito un unico cuore pulsante e un’unica voce che grida: “Eccomi, Signore, io vengo!”.

Tanti gli attimi meravigliosi e indescrivibili, le sensazioni innumerevoli, i momenti indimenticabili: la processione iniziale carica di silenzio, emozione e preghiera, segno della compagnia della chiesa nel cammino verso di Lui, la Parola, l’omelia, i canti, l’Eucarestia, gli sguardi fraterni, i sorrisi di incoraggiamento. E, poi, il momento più importante di tutti - il mio - quello che mi ha cambiato il cuore e la vita, quello che mi ha fatto sentire la Sua presenza in me, accanto a me e per me insieme alla vicinanza orante della Chiesa, terrestre e celeste. Quel momento unico in cui mi sono inginocchiata, ho abbandonato le mie mani in quelle della Madre Abbadessa e la mia vita in Lui: in quell’attimo, si sono sciolte la paura e l’agitazione e, dal profondo e con tutta me stessa, ho detto: “Io, sr. Chiara Francesca Raggi, mossa da divina ispirazione… prometto….mi affido…”.

Da lì, la luce negli occhi, il canto nel cuore, la pace nell’anima, la libertà in ogni fibra, la gioia vera, il suo amore eterno e tutto di me consacrato a Colui che “mi ha amato e ha dato se stesso per me”; tutto di me è unito a Lui, vive di Lui, parla di Lui, che mi ha voluto per sé, mi ha reso dono totale e offerta piena, scegliendomi come Sua dimora.

Eventi che hanno segnato la mia vita e che, forse, paragonati ai grandi eventi che affollano le pagine delle nostre riviste, appaiono banali, irrilevanti, se non addirittura insignificanti e assurdi.

Ma “ciò che è sapienza di Dio è stoltezza agli uomini”. Sono state proprio questa povertà e questa piccolezza le vie che il Signore Gesù ha scelto rivestendosi della nostra carne mortale e sono state questa povertà e questa semplicità che Francesco e Chiara d’Assisi hanno voluto vivere per conformarsi a Lui: esse continuano ad affascinare intere generazioni in tutto il mondo e a spingere ancora giovani da ogni parte che, come noi, sentono il desiderio di spendere la propria esistenza testimoniando un silenzioso abisso di Amore che raggiunge tutti i nostri abissi di morte, trasformandoli in luoghi di vita e di speranza.
Così è la grazia del Signore: agisce impercettibilmente e nascostamente, ma sapientemente intesse le trame della storia. Così è la sua Parola: umile, sommessa, forse dimenticata, ma viva e potente, l’unica capace di trasformare le nostre banali, grigie e dimenticate esistenze in importanti, luminose e indimenticabili tracce di una Presenza viva, misteriosa ed amante.

(Sr. Chiara Francesca su www.sorellepoveredisantachiara.it. Postato da Angela Magnoni)