diconi_permanenti_palermo19 novembre 2011

 

Oggi l’ordinazione in Cattedrale presieduta dal cardinale Romeo.


Tra i consacrati anche un militare, un avvocato e un vigile urbano. Nel cammino di preparazione significativo il ruolo delle famiglie

 

Vocazioni nate in fa­miglia, in banca, nel­le aule di tribunale. Sono otto gli uomini dell’arcidiocesi di Palermo che, dopo un lungo percorso di studi teologici, di discerni­mento e di formazione, seguiti da monsignor Gioac­chino Gammino, oggi po­meriggio diventeranno diaconi permanenti, facendo salire a 42 il numero com­plessivo di questo impo­nente gruppo di persone al servizio della Chiesa.


Tra lo­ro, ci sono un avvocato, un funzionario della Polizia municipale, un sottoufficia­le dell’Esercito, un funzio­nario di banca, un impiega­to statale, un impiegato del­la Curia di Monreale, un pensionato e anche un in­segnante di religione, celibe che rimarrà tale per sempre. Questo pomeriggio alle 18, in Cattedrale, saranno ordi­nati per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Ro­meo.


Ciascuno ha una sto­ria significativa, una storia di uomini chiamati al servi­zio prima di tutto nel pro­prio lavoro e nella propria famiglia. Settimo Albanese, 58 anni, è funzionario della Polizia municipale, suona il flauto e proviene dalla par­rocchia di San Basilio Magno.


Angelo Alberghina, 52 anni, invece, di Mater Ec­clesiae, è il primo avvocato che diventa diacono nell’arcidiocesi di Palermo. «Con il mio lavoro ho impa­rato a compiere delle scelte – racconta –. Non è stato fa­cile, ma la mia famiglia mi ha sostenuto sempre e con­tinua a farlo con affetto». Della collaborazione avuta dalle proprie mogli, che hanno condiviso in tutto un cammino difficile, parlano tutti i neo diaconi sposati.


Vincenzo Babboino, 48 an­ni, di Santa Susanna, è sot­toufficiale dell’Esercito e ammette la difficoltà «di conciliare servizio, lavoro, famiglia, ma con la Grazia del Signore sono sicuro di riuscire».


Onofrio Catanza­ro ha 60 anni, è un tecnico Fincantieri in pensione e proviene dalla parrocchia di Santa Margherita, proprio a due passi dai Cantieri nava­li, che negli ultimi anni at­traversano un periodo di profonda crisi, proprio co­me un altro nuovo diacono, Francesco Salimeni, 54 an­ni, impiegato statale.


Filip­po Casisi, 37 anni, della Ma­donna di Lourdes, è inse­gnante di religione, mentre Salvatore Corselli, 57 anni, della parrocchia di Santa Te­resa del Bambino Gesù, è funzionario bancario.


«La mia esperienza familiare, i miei 57 anni di vita sono sta­ti fondamentali nella mia crescita – spiega Corselli –. Ho cercato di orientare que­sto percorso al servire e non all’essere servito».


Infine, Angelo Nocilla, 39 anni, del­la parrocchia del Santo Curato d’Ars, è autista del ve­scovo di Monreale e sottoli­nea: «La famiglia mi ha aiu­tato molto, il ministero non è uno scherzo».


I diaconi permanenti, spiega l’arcive­scovo di Palermo, il cardi­nale Paolo Romeo «sono il volto sollecito della Chiesa al servizio dei più deboli. Un servizio particolarmente importante in un momento di crisi come quello odier­no».

 


(di Alessandra Turrisi – Avvenire 19 novembre 2011)