Padre_Pietro_Zappini28 ottobre 2011


Religioso stimmatino ha compiuto 74 anni e da 49 è in missione in America Latina. Oggi è in Paraguay, dopo aver vissuto in Brasile e Cile.


Un parroco per 42 villaggi


Dal suo paesello della Val di Sole partì per il Brasile il primo gennaio 1962 - ci mostra la foto dell’orologio del­la stazione che segnava le 12.15 - ma padre Pietro Zappini, reli­gioso stimmatino di 74 anni, non celebra con orgoglio le sue pros­sime «nozze d’oro» con la mis­sione. «Come va? Massa ben», ri­sponde con quel «massa», misto di dialetto trentino e portoghe­se, che vuol dire «troppo bene» ed esprime una riconoscenza straripante, incontenibile: «Pos­so ripartire per il cinquantesimo anno di America Latina, mi sen­to ancora in forma, meglio di co­sì, no?» spiega disarmante due giorni prima di volare ancora u­na volta verso il Paraguay dove è atterrato per la prima volta nel 2000. Ma era reduce dai primi 18 anni passati in Brasile e altri 20 in Cile, sulla Cordigliera, sempre a lavorare per lo sviluppo comuni­tario e l’annuncio del Vangelo, diffondendo e inculturando lo stile della Famiglia Bertoniana (in acronimo Faber). Nonostante la voce affievolita e la camminata incerta, padre Pietro è davvero un missionario «faber» se guar­diamo quanto è riuscito a realiz­zare in soli 11 anni, assieme ai confratelli stimmatini e ai grup­pi d’appoggio trentini, nella po­vera parrocchia della Vergine Maria a Villeta, località a 45 chi­lometri dalla capitale Asunción: la pastorale in 42 villaggi, 30 in zone rurali fra le più povere del già povero Paraguay: il Semina­rio stimmatino dove vengono coltivate le numerose vocazioni autoctone ed il mega centro so­ciale per la formazione «Padre Gaspar» dedicato a Bertoni, il fondatore degli stimmatini. Una struttura di moderna concezio­ne, mille metri quadrati, invidia­ta anche dal governo, perché vi passano 10mila persone ogni an­no: dai ragazzi delle famiglie più povere che vi trovano la mensa e attività scolastiche e formative, ai religiosi e gli educatori di tut­to il Paraguay che possono te­nervi convegni e ritiri spirituali. «La nostra attenzione in parroc­chia è rivolta in modo particola­re alle famiglie – risponde padre Pietro – cerchiamo di coinvolge­re sia nell’annuncio sia nella pro­mozione sociale. Non senza dif­ficoltà abbiamo cercato di avvia­re una forma di catechesi fami­liare che prevede il coinvolgi­mento diretto dei genitori». Guarda avanti, padre Pietro, pen­sa ad un centro di socializzazio­ne per i ragazzi delle favelas, per il quale confida ancora sui so­stenitori trentini. Uno di loro -Guido Tovazzi, leader del gruppo missionario laico di Volano - gli è morto fra le braccia per un in­farto nel 1999, proprio mentre stava portando avanti il suo ser­vizio di volontariato in Cile. «Gli abbiamo dedicato la grande au­la a forma di arca nel nostro cen­tro pastorale».


(di Diego Andreatta – Avvenire, 28 ottobre 2011)