De_Virgilio_Sir5 ottobre 2011


Il Centro Nazionale Vocazioni riflette sulla vocazione al fidanzamento.


Il fidanzamento implica una corretta riflessione vocazionale


“I racconti biblici ci confermano che l’elemento costitutivo della vocazione è determinato dalla dimensione nuziale dell’essere umano. Il fidanzamento implica una corretta riflessione vocazionale, poiché si tratta del ‘cammino insieme’ di tutta l’esistenza umana, che a sua volta è contrassegnata da diverse ‘chiamate’”: lo ha detto oggi a Roma don Giuseppe De Virgilio, docente di teologia biblica, nella relazione presentata nel primo giorno dell’incontro su “Vocazioni e fidanzamento: una categoria biblico-teologica per ogni cammino vocazionale” (fino al 7 ottobre). L’incontro è stato promosso dal Centro Nazionale Vocazioni per approfondire i percorsi formativi e vocazionali del prossimo anno pastorale. Don De Virgilio ha precisato che secondo la Bibbia, “da una parte il fidanzamento va inteso nell’ottica della conoscenza e della condivisione dell’amore che va verso la stabilità. Dall’altra il fidanzamento rappresenta una ‘chiave di lettura’ della storia di Israele e della sua alleanza con Jhwh. Sia negli oracoli profetici che nelle immagini sapienziali, - ha proseguito - la condizione del fidanzamento è prospettata come un passaggio significativo, a cui si fa continuamente riferimento per ‘rileggere’ la storia delle relazioni tra Dio e il suo popolo”.


Riflettendo sul significato del fidanzamento all’incontro del Centro Nazionale Vocazioni, il teologo don De Virgilio ha sottolineato che richiama il simbolo del “viaggio” in quanto “fidanzarsi vuol dire vivere un’avventura di viaggio. Mettersi in cammino verso un altro/a chiarendo il senso l’oggetto del proprio desiderio. Poiché si vive il ‘viaggio’, si sperimenta la instabilità, la difficoltà di capire, la condizione di dubbio e di incertezza”. C’è poi il simbolo del “pozzo” che “evoca la vita, il luogo dell’incontro e della conoscenza. Simbolo della ‘profondità’, della comunità, della preziosità. Esso serve per abbeverare, purificare, irrorare. Il pozzo va curato, protetto, posto al centro della comunità, difeso”. Un terzo simbolo è il “profumo” che – ha detto – “si collega alla relazione tra fidanzati, come espressione di scoperta/stupore, di preghiera, di approfondimento della conoscenza, di condivisione della propria identità capace di libertà e di dono”. “Il valore di riferimento in questo caso è la tenerezza”, ha notato. Infine c’è il simbolo dell’ “anello” che richiama “fedeltà e comunione che genera il coinvolgimento affettivo e progettuale verso una stabilità. Il sigillo che richiama il sacramento del Battesimo e l’intero cammino di iniziazione cristiana”. In questo caso – ha precisato don De Virgilio – “il valore di riferimento è la fedeltà”.

 


(Agensir – 5 ottobre 2011)