Marzo 2010
Il presidente della Cei ha dedicato un’ampia parte del suo discorso di apertura del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, al tema del sacerdozio e al ruolo dei consacrati nelle comunità a loro affidate.
Sacerdote sinonimo di educatore
Il presidente della Cei ha dedicato un’ampia parte del suo discorso di apertura del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, al tema del sacerdozio e al ruolo dei consacrati nelle comunità a loro affidate.
Sacerdote sinonimo di educatore
Sacerdote sinonimo di educatore. Nell’anno dedicato esplicitamente ai preti e in vista del decennio dell’educazione, uno dei passaggi più significativi della prolusione con cui ieri il cardinale Angelo Bagnasco ha aperto il Consiglio Permanente della Cei è dedicato proprio a questo tema. «La declinazione educativa del compito sacerdotale ci interessa in questo momento», ha sottolineato il presidente della Cei. Anche perché educare è una «delicata operazione affidata non ad un prestigiatore ma a chi per vocazione conosce i segreti dell’animo umano». E i sacerdoti rientrano appieno in questa vocazione. Ecco, dunque, perché «gli abusi sessuali compiuti su minori da ecclesiastici» sono «un crimine odioso e ( oltre al resto) «anche un peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia iscritto nel rapporto educativo». Bagnasco ha dedicato a questi temi tre interi paragrafi della sua prolusione. Il compito educativo, innanzitutto. Il sacerdote, uomo della Parola, dovrà adoperarla pienamente nella sua missione in rapporto ai ragazzi e ai giovani. «Nella misura in cui è immessa nel processo educativo al catechismo, in oratorio, nella scuola, ai campi estivi, insomma nella comunità cristiana - e la si serve per quello che è, senza spadroneggiarla e senza piegarla ai propri gusti, non può non portare frutto». Perciò, ha ricordato il cardinale, «c’è bisogno che venga più sistematicamente esplicitata la dimensione educativa intrinseca alla carità pastorale, così che una nuova visione possa ispirare la generazione presente e quelle future a far tesoro del dono della nostra comune fede». Dunque il «sacerdote-educatore saprà di essere colui che introduce alla conoscenza della realtà riconosciuta nel suo valore obiettivo, accompagnando nel contempo la persona verso la verità di ciò che è, e verso il suo senso». La responsabilità educativa ha una sua primaria importanza anche per prevenire in Italia casi dolorosi come verificatisi in altre comunità ecclesiali. Dopo aver espresso tutta la riprovazione e la condanna verso coloro che pur vestendo l’abito sacerdotale si sono macchiati del crimine della pedofilia, Bagnasco ha aggiunto: «Le direttive chiare e incalzanti già da anni impartite dalla Santa Sede confermano tutta la determinazione di fare verità fino ai necessari provvedimenti, una volta accertati i fatti. I vescovi italiani prontamente ne hanno preso atto e hanno intensificato lo sforzo educativo dei candidati al sacerdozio, il rigore del discernimento, la vigilanza per prevenire situazioni e fatti non compatibili con la scelta di Dio, una formazione permanente del nostro clero adeguata alle sfide» . «Anche un solo caso in questo ambito – ha fatto notare il presidente della Cei – è sempre troppo, specie se chi lo compie è un sacerdote». Bagnasco ha però messo in guardia dal «subire – qualora ci fossero – strategie di discredito generalizzato» della Chiesa. «Il fenomeno della pedofilia appare tragicamente diffuso in diversi ambienti e in varie categorie di persone» . E «dobbiamo in realtà tutti interrogarci, senza più alibi, a proposito di una cultura che ai nostri giorni impera incontrastata e vezzeggiata». Tale è «l’atteggiamento di chi coltiva l’assoluta autonomia dai criteri di giudizio morale e veicola come buoni e seducenti i comportamenti ritagliati anche su voglie individuali e su istinti magari sfrenati». Nell’anno sacerdotale, però, il porporato ha rivolto una parola agli «amati sacerdoti» che fanno il loro «dovere con fede, amore e dignità». «Noi vescovi, insieme al Papa, onoriamo la vostra dedizione limpida e generosa per il bene autentico della gente, a cominciare dai bambini e dai ragazzi. Nessun caso tragico – ha sottolineato Bagnasco – può oscurare la bellezza del vostro ministero e del sacerdozio che sacramentalmente ci unisce, né mettere in discussione il sacro celibato che ci scalda il cuore e ispira la vita. Non sentitevi mai guardati con diffidenza o abbandonati e non scoraggiatevi: siate sereni sapendo che le nostre comunità hanno fiducia in voi e vi affiancano con lo sguardo della fede e le esigenze dell’amore evangelico». Quanto all’anno sacerdotale, ha ricordato Bagnasco, esso deve aiutare i preti a riscoprire «le radici della propria vocazione». «Essere preti è qualcosa di più di una semplice decisione morale, affidata ad una pur adeguata condotta di vita; è anzitutto una risposta d’amore ad una dichiarazione d’amore» . E per questo il presidente della Cei ha invitato ogni sacerdote a tenere fisso lo sguardo su Cristo, per evitare i rischi di un «attivismo esasperato» e di una «progressiva autosecolarizzazione». «Nel nostro Paese applicate le direttive chiare e incalzanti impartite dalla Santa Sede. Abbiamo intensificato il rigore del discernimento dei candidati al sacerdozio, la vigilanza per prevenire situazioni non compatibili con la scelta di Dio, la formazione permanente»
(di Mimmo Muolo - Avvenire, 23 Marzo 2010 pag. 4)