ATTUALITÀ - Mondo Voc giugno - luglio 2012 Torna al sommario
SENZA LAVORO MANCANO DIGNITÀ E SERENITÀ
NON SOLO PAROLE
L’impegno della Chiesa per il lavoro
di Salvatore Izzo
Per la Chiesa quella del lavoro è “una priorità assoluta”. Per questo non si stanca di fare appello alla politica perché, soprattutto nel difficile momento di crisi che il Paese sta attraversando, si acceleri una ripresa reale.
Bagnasco: lavoro, priorità assoluta
“C'è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro. Non smetteremo di chiederlo, tanto il lavoro è connesso con la dignità delle persone e la serenità delle famiglie”, ha ribadito il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella prolusione all'Assemblea Cei che si è svolta dal 21 al 25 maggio scorsi. Se infatti l'attenzione della Chiesa al mondo del lavoro non è mai mancata, recentemente si sono moltiplicati gli interventi dei pastori sui temi della disoccupazione o delle difficoltà economiche di molte famiglie italiane a causa della perdita del posto di lavoro. Ed anche in occasione del Consiglio episcopale permanente di marzo, il cardinale Bagnasco ha chiesto “che sollecitamente si avvii la sospirata fase di ripresa e degli investimenti in grado di creare lavoro, che è la priorità assoluta”.
L’esortazione del Santo Padre
Soprattutto di priorità ha parlato, in modo inequivocabile, Benedetto XVI nell'enciclica “Caritas in Veritate”: “la dignità della persona e le esigenze della giustizia – sottolinea il Papa - richiedono che, soprattutto oggi, le scelte economiche non facciano aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze di ricchezza e che si continui a perseguire quale priorità l'obiettivo dell'accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti”. E questo per il bene dell'intera società, con un impegno effettivo per dare respiro al contesto presente e con uno sguardo di fiducia verso il futuro.
In continuità con tale obiettivo, nello straordinario Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano, davanti a oltre un milione di persone, lo scorso 3 giugno Papa Ratzinger ha chiesto un'alleanza tra le diverse componenti del mondo del lavoro perché non siano penalizzate le famiglie e i valori. Per il Papa è reale il “dilemma tra due priorità: la priorità del posto di lavoro, che è fondamentale, e la priorità della famiglia”. E si deve vedere “come riconciliare le due priorità”. Per il Papa, che ha riposto alle domande di una famiglia greca messa a dura prova dalla crisi economica, “dovrebbe crescere il senso della responsabilità in tutti i partiti, che non promettano cose che non possono realizzare, che non cerchino solo voti per sé, ma siano responsabili per il bene di tutti e che si capisca che politica è sempre anche responsabilità umana, morale davanti a Dio e agli uomini”. “Cerchiamo – ha esortato - che ognuno faccia il suo possibile, pensi a sé, alla famiglia, agli altri, con grande senso di responsabilità, sapendo che i sacrifici sono necessari per andare avanti”.
“Che cosa possiamo fare noi?”, si è chiesto ancora Benedetto XVI davanti all'immensa platea dell'aeroporto di Bresso nel Parco Nord di Milano: “io penso che forse gemellaggi tra città, tra famiglie, tra parrocchie, potrebbero aiutare. Noi abbiamo in Europa, adesso, una rete di gemellaggi, ma sono scambi culturali, certo molto buoni e molto utili, ma forse ci vogliono gemellaggi in altro senso: che realmente una famiglia dell’Occidente, dell’Italia, della Germania, della Francia… assuma la responsabilità di aiutare un’altra famiglia. Così anche le parrocchie, le città: che realmente assumano responsabilità, aiutino in senso concreto”.
Un'esortazione che conferma l’impegno del mondo cattolico italiano a proseguire nella direzione di fatto già intrapresa.
Le iniziative della Chiesa Cattolica Italiana
Una preoccupazione fortemente avvertita dalla Chiesa nel nostro Paese riguarda ad esempio i giovani che “devono finalmente ricevere dei segnali concreti, che vadano oltre la precarietà, la discriminazione, l'arbitrarietà”, ha osservato nella sua prolusione il presidente della Cei ricordando che “le misure necessarie per le nuove generazioni e i diritti che esse vedono oggi riconosciuti devono compensarsi anche attraverso una scrupolosa revisione delle garanzie, che non possono valere solo per determinate fasce".
In concreto la Chiesa Italiana ha varato 15 anni fa il Progetto Policoro che offre percorsi formativi e accompagna la creazione di attività imprenditoriali. Sono circa 4000 i giovani che attualmente lavorano negli oltre 500 consorzi, cooperative e imprese del Progetto Policoro, nato dal sogno di don Mario Operti, che era stato direttore dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro.
Un sogno che, grazie al coinvolgimento del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile e della Caritas, è ormai divenuto realtà nel Sud Italia e comincia a concretizzarsi pure nel Centro-Nord. Sono dieci le regioni toccate dal Progetto e ben 114 le diocesi che possono contare sull'impegno almeno di un proprio animatore di comunità.
Un'altra iniziativa che sta portando benefici reali è quella dei fondi di garanzia alimentati dalla Chiesa con apposite raccolte: grazie ad essi le banche possono finanziare progetti e situazioni ai quali questi aiuti sarebbero preclusi.
La prima a partire è stata l'arcidiocesi di Milano nel dicembre del 2008, con la dotazione iniziale di un milione di euro per le famiglie in difficoltà.
Successivamente anche a Lecco è nato un nuovo Fondo, denominato “Solidarietà al lavoro”, promosso dalle parrocchie della città, dalla Caritas e dal Consorzio delle cooperative sociali con l’adesione attiva del Comune e della Fondazione della provincia. Si tratta di uno strumento per favorire e sostenere con contributi economici, in maniera regolamentata, la stipulazione di contratti di lavoro a favore di disoccupati e con particolari situazioni di disagio.
Nel 2009, poi, anche a Napoli il cardinale Crescenzio Sepe ha annunciato la costituzione di FondoSpes (Sviluppo Pastorale Economia Solidale): un prestito fino a 20mila euro a tasso zero da restituire in 5 anni, per il quale a fornire garanzie è la Chiesa di Napoli, scesa in campo mettendo in moto, ancora una volta, un’azione concreta per favorire il lavoro dei napoletani meno abbienti.
A livello nazionale c'è invece il “Prestito della Speranza”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana: un fondo di garanzia per le famiglie in condizioni di vulnerabilità economica e sociale.
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