zanicchiIVA ZANICCHI

di Vito Magno

 

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Anche lei come le colleghe Mina (la Tigre di Cremona) e Milva (la Pantera di Goro) finì nello zoo della canzone italiana con l'appellativo di «Aquila di Ligonchio», con un evidente e un po' cattivo riferimento a un naso, come si dice, decisamente «importante» all'epoca. Ligonchio è un paese della provincia di Reggio Emilia dove Iva Zanicchi è nata il 18 gennaio del 1940, segno zodiacale Capricorno. A un primo provino alla fine degli Anni Cinquanta le preferiscono proprio Milva, la futura «pantera» che ritroverà al suo debutto al Festival nel 1965. Iva canta in coppia con Gene Pitney, ma non arriva in finale. L'anno dopo ha una bella canzone, «La notte dell'addio», ma ha qualche difficoltà a cantarla perché si esibisce dopo i «Ribelli» ed è disturbata dalle ovazioni del nutrito gruppo del «Clan» di Celentano cui il gruppo appartiene. Si rifà l'anno dopo vincendo con la canzone «Non pensare a me», che canta in accoppiata con Claudio Villa. Un abbinamento che però la critica e i fan di Iva mostrarono di non gradire troppo. Torna a vincere nel 1969 con Bobby Solo e nel 1974 da sola con «Ciao, cara,, come stai?»; aggiunge al suo albo d'oro un 3° posto nel 1970 con «L'arca di Noè» assieme a Sergio Endrigo. «Manco da un bel po', dal 1984» dice Iva. «Qualcuno in passato aveva provato a convincermi a ritornare a Sanremo, ma erano tutti tentativi fini a se stessi. Questa volta è diverso, perché intorno a questa partecipazione c'è un progetto: un album e un tour teatrale». L'uno e l'altro nascono dal brano sanremese, proposto dall'autrice Loriana Lana e da Aldo Donati, componente del gruppo Schola Cantorum. Una canzone che oltre a Iva conquista anche il suo produttore Mario Lavezzi. «Da qui» continua Iva «l'idea di un album sul tango, con il titolo del mio brano al Festival rivisto in chiave moderna con nove celebri "riletture" come "Caminito" , "Besame mucho ", "Tres palabras" e il "Kriminal Tango "del grande Gorni Kramer. E ancora 4 brani inediti su musiche di Bacalov, degli Avion Travet e di Donati. Sono molto contenta di questo lavoro e poi, come dice Lavezzi, l'importante è che, ci stiamo divertendo. A so mi va di cantare, la tv può attendere.