bolleROBERTO BOLLE
Il bello della danza

di Vito Magno


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BOLLE Roberto Casale Monferrato (Alessandria) 26 marzo 1975. Ballerino.

«Per me la folgorazione è arrivata a sei anni. Guardavo i balletti in tv, quelli del varietà del sabato sera, e cercavo di imitarli. Ma quando dissi ai miei che volevo diventare ballerino non mi badarono. Mio padre, un piccolo imprenditore di Casale Monferrato, per me aveva altri progetti. Ma io insistevo, così mi spedirono a un corso di ballo a Vercelli, sicuri che mi sarei presto stancato. E invece mi appassionavo sempre di più. A 11 anni partecipai alla selezione per la Scuola di ballo della Scala. Mi presero». È stato duro adattarsi a vivere da solo a Milano. Sentivo la mancanza dei miei fratelli. E dopo le medie ho avuto un momento di crisi, che per fortuna ho superato. Poi un episodio accaduto poco dopo ha segnato una svolta nella mia vita. Con i miei compagni della scuola di ballo prendevamo parte allo Schiaccianoci di Nureyev. Io mi ero trattenuto oltre l'orario in sala prove per ripassare la mia parte. Non so ancora come sia stato possibile: le regole della scuola erano rigidissime. Fatto sta che a un certo punto vedo entrare in sala proprio Nureyev. Ero paralizzato, sudavo freddo e ho cercato precipitosamente di uscire. Lui mi ha fermato e mi ha chiesto di tornare alla sbarra e di fargli vedere quel che sapevo fare. Avrei voluto sparire. Quando finalmente sono uscito la cosa mi pareva così inverosimile che non l'ho raccontata a nessuno, neppure ai miei genitori: pensavo che non mi avrebbero creduto!». A diciannove anni Elisabetta Terabust, allora direttrice del ballo alla Scala, ha voluto farmi debuttare in Romeo. La ringrazio ancora oggi perché quel ruolo - nella versione di Mac Millan, che è in repertorio nelle maggiori compagnie - mi ha spalancato le porte della ribalta internazionale: l'ho danzato a Londra e da lì in tutto il mondo» «Avevo solo ventun anni e dovevo ballare, come secondo cast, il Principe nel Lago dei cigni in un'edizione speciale alla Royal Albert Hall. Ma il primo ballerino si è infortunato e alla prima ho dovuto sostituirlo. Di nuovo, come con Nureyev, ero terrorizzato. Per fortuna, Altynay Assilmuratova, straordinaria prima ballerina del Kirov, mi ha aiutato in ogni modo. Ce l'ho fatta, ma l'emozione è stata enorme. Sempre a Londra ho vissuto di nuovo, qualche anno fa un'esperienza speciale: in occasione del Golden Jubilee di Elisabetta II (per i cinquant'anni di regno, ndr) sono stato invitato a danzare nella sala del trono, di fronte alla regina. Non credevo ai miei occhi: danzavo il "passo a due del cigno nero", dal Lago dei cigni, che si svolge proprio nella sala del trono, di fronte alla Regina. Avevo la sensazione di qualcosa di irreale» • «Un metro e 90 di muscoli scolpiti, tratti del volto perfetti, chioma folta, sorriso contagioso. (Giuseppina Manin). Il più acclamato ballerino italiano, principe azzurro globe trotter. Il primo ballerino italiano a ballare per la Regina d'Inghilterra» (Sergio Trombetta). Amato alla follia in Inghilterra dove è stato paragonato addirittura al divo Leonardo Di Caprio.

Tratto da Rogate Ergo Aprile 2007 pag. 26.