generazione_iphoneIl numero di FEBBRAIO 2012
affronta il tema

GENERAZIONE iPHONE


Studiano con la radio accesa e il cellulare all'orecchio, hanno in tasca l'ultimo costosissimo modello dell'iPhone, considerano la vita un gioco e colgono l'attimo. Sono la generazione iPhone, i digital natives, cioè i ragazzi nati all'epoca di internet, cresciuti e nutriti con un menu a base di personal computer, social network e cellulari di ultima generazione. Tutto ciò fa sì che oggi ragazzi e giovani si relazionano con gli altri attraverso chat e social network ai quali si aggiungono blog, webcam, applicazioni iPhone e Blackberry. Un concentrato di possibilità che consente di essere continuamente in comunicazione, di vivere nella rete 24 ore su 24, ovunque.  
Nuove tecnologie che esercitano ormai il loro fascino e sono presenti in modo consistente anche nella Chiesa. Solcando le onde del web, infatti, non è difficile imbattersi in siti, blog e iniziative volte a proporre “un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”. Sono sempre di più i preti e le suore che usano Internet, Twitter e Facebook, o i monaci e le monache di clausura che con i loro messaggi in rete valicano i confini dei loro conventi; tante anche le suore-webmaster che gestiscono newsletter e che raccontano la loro vita e dialogano attraverso la webcam. Verrebbe da dire che la rete dei «pescatori di Galilea» è stata in molti casi sostituita da quella delle moderne tecnologie. Ma è davvero questa la strada giusta su cui la Chiesa deve puntare per una moderna e attenta pastorale? Come abitare anche noi, operatori di pastorale giovanile e vocazionale, questo spazio giovanile permanentemente? Come fare a creare spazi e tempi off-line appetibili per i giovani? E qual è il giusto atteggiamento che si deve assumere per non rischiare di rimanere impigliati nella Rete?
Forse più che rincorrere anche questa nuova sfida i-tech ci vorrebbe uno Steve Jobs che inventi una smart-pastorale capace di essere realmente geniale.

Gianni Epifani

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