041006-014p18 maggio 2013

I vescovi pugliesi, guidati dal presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Francesco Cacucci, all'incontro con Papa Francesco.

La Puglia nel segno delle nuove vocazioni

"Per noi un momento alto di collegialità e fraternità episcopale. Un'applicazione concreta del dettato conciliare". L'invito del Pontefice a "riscoprire la povertà non in senso ideologico, ma come autentico stile di vita". C'è stato chi ha proposto al Papa di consegnare alla Chiesa un'enciclica sulla povertà, evangelicamente intesa.
Una Regione con “dati incoraggianti per quel che concerne le vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata”, ma anche con “alcuni aspetti critici che riguardano il mondo del lavoro, i giovani, le difficoltà della crisi economica e qualche sacca di criminalità non ancora debellata, ma in fase di ridimensionamento”. È la “fotografia” della Puglia, che i vescovi della Regione stanno presentando al Papa nella loro “visita ad limina”, iniziata ieri (13 maggio) e che proseguirà il 16 maggio. Un incontro nel quale Papa Francesco si è interessato delle problematiche e delle ricchezze della Regione, che si estende su una superficie di 19.763 Kmq, per un totale di 4.228.021 abitanti, è suddivisa in 19 diocesi e conta 1.071 parrocchie. Il Sir ha incontrato il presidente della Conferenza episcopale pugliese, l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, chiedendogli un bilancio dell’udienza con il Papa.

Eccellenza, qual è stato l’incoraggiamento più forte che è venuto dal Papa?
“L’incontro con il Santo Padre ha rappresentato per noi, vescovi di Puglia, un momento alto di collegialità e fraternità episcopale. Un’applicazione concretissima del dettato conciliare. Papa Francesco parla con una paternità, fraternità, e con una libertà di spirito che ci ha conquistati. Noi, singolarmente, abbiamo presentato al Pontefice la vita delle nostre Chiese locali, mentre il Papa ci ha parlato della Chiesa universale, sottolineando quanto sia importante oggi per la Chiesa riscoprire la povertà, non in senso ideologico, come è accaduto negli anni Settanta e anche in America Latina, ma come autentico stile di vita. C’è stato anche chi ha proposto al Papa di consegnare alla Chiesa un’enciclica sulla povertà, evangelicamente intesa”.

La “visita ad limina” è iniziata all’indomani della canonizzazione dei Martiri di Otranto e della festa di san Nicola (9 maggio): un’opportunità per descrivere al meglio la vocazione delle Chiese di Puglia ad essere ponte con l’Oriente.
“Certamente. Il Papa ci ha confidato che quando, domenica, durante la Messa per la canonizzazione, ha baciato le reliquie dei Martiri di Otranto, è stato attraversato da una grandissima emozione. Il Santo Padre ha detto che, in quel momento, il suo pensiero è andato a tutti i martiri che hanno donato e donano, tuttora, la loro vita per la fede, in ogni parte del mondo. Noi abbiamo sottolineato come la singolarità dei Martiri di Otranto riguarda il fatto che un popolo intero ha testimoniato la fede fino all’effusione del sangue. E poi c’è la vocazione ecumenica della nostra terra, che passa attraverso la testimonianza e la presenza di san Nicola, ma anche attraverso il ruolo di ponte che la Puglia assume nel Mediterraneo: luogo di accoglienza dei migranti ma anche di migrazione”.

Che quadro della Puglia avete presentato al Papa?
“Un quadro incoraggiante per quel che concerne le vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata. Insieme ad alcuni aspetti critici che toccano il mondo del lavoro e le difficoltà della crisi economica. Penso, in modo particolare, ai giovani che soffrono per la mancanza di prospettive di lavoro. Abbiamo anche parlato delle difficoltà che riguardano qualche sacca di criminalità non ancora debellata ma, per fortuna, in fase di ridimensionamento”.

Cosa preoccupa di più, oggi, i vescovi pugliesi?
“Siamo preoccupati da quella mentalità secolarizzata che coinvolge anche le famiglie, quasi si trattasse di una sorta di ‘weltanschauung’, una nuova visione del mondo priva di fondamenti evangelici. Ma accanto a questa preoccupazione, va sottolineata la genuinità della fede della nostra gente, sostenuta anche da una religiosità popolare, che in questi anni è stata in buona parte intelligentemente purificata e sostenuta. Un documento dei vescovi pugliesi, a tal proposito, è stato molto prezioso. Lo scopo è quello di alimentare la fede, sostenere il cammino sacramentale, aprire gli spazi della carità”.

Quali le proposte, a livello ecclesiale, per far fronte alle difficoltà dei giovani, soprattutto dal punto di vista lavorativo?
“Noi non facciamo proposte sul piano politico ed economico. Certamente, però, il Progetto Policoro è un segno di attenzione della Chiesa nei confronti di quei giovani che vogliono impegnarsi in una proposta d’impegno sociale del lavoro, senza attendere che siano altri a risolvere tutti i problemi. Resta il fatto che il mondo giovanile richiede maggiore attenzione a livello socio-politico ed ecclesiale”.

Due anni fa, le Chiese di Puglia hanno tenuto il terzo convegno ecclesiale regionale, sul tema “I laici nella Chiesa e nella società pugliese, oggi”. Avete presentato al Papa i frutti di questo momento di vita ecclesiale?
“Sì, abbiamo presentato al Papa anche questo importante appuntamento, vissuto nel 2011, spiegando che faceva seguito ai due convegni del 1993, sul ‘Crescere insieme in Puglia’, e del 1998, su ‘La vita consacrata in Puglia’. Quello del 2011 - abbiamo detto al Papa - è stato un convegno in cui è emerso il bisogno del superamento del clericalismo e dell’attenzione al mondo laicale, secondo la visione conciliare. È stato un convegno-espressione di piena comunione ecclesiale”.

In conclusione, come avete accolto le parole del Papa? Siete usciti rafforzati e “confortati” da questo incontro?
“Posso testimoniare che è stato uno dei più begli incontri di fraternità episcopale che abbiamo avuto. E la cosa più bella è che l’abbiamo vissuto insieme. È stato molto più bello che se l’avessimo vissuto singolarmente. È stato un’espressione di collegialità dei vescovi con il successore di Pietro, che non dimenticherò mai”.

(www.agensir.it)