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diapositiva62 Novembre 2007


Il prete dalla tonaca lisa

 

         Don Oreste Benzi, Presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto alle due di notte di questo venerdì nella sua abitazione a Rimini in seguito ad un attacco cardiaco. Aveva 82 anni.

        La camera ardente è stata allestita nella parrocchia la Resurrezione ed il funerale si svolgerà lunedì 5 novembre al Palacongressi di Rimini. Unanimi le reazioni, una volta appresa la notizia: è morto “un santo al servizio dei poveri”, che si prodigò per i barboni, le prostitute, i drogati, i malati di AIDS, i carcerati, i portatori di deficit psichico, gli sfrattati senza casa, i bambini e le bambine ancora non nati...

        ...Chiunque abbia avuto modo di incontrare questo sacerdote sempre in movimento, coraggioso, schietto, innamorato di Cristo, un campione di testimonianza cristiana ha avuto l’impressione di trovarsi vicino ad un santo. In un libro che racconta la sua esperienza, don Oreste si descrive come “il prete con la tonaca lisa”, tanto impegnato ad accogliere, servire, spendere la sua vita per gli altri, da non avere il tempo di curarsi di sé, con un cuore e un dinamismo straordinario.

         Ecco quanto don Oreste ha scritto come commento alla lettura che la liturgia ci propone per la messa di oggi 2 novembre, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, e giorno in cui lui è tornato al Padre. Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio. Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la Sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l'uomo immortale, per l'immortalità, secondo la sua natura l'ha creato.

         Dentro di noi, quindi, c'è già l'immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio. La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura.

 

(da www.cism-italia.org)