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Don_Alessio_Pellegrin22 Aprile 2011

Storie di sacerdoti nel giorno in cui hanno rinnovato le promesse/2

Don Alessio e le sue dieci parrocchie di montagna

Nella Messa del Crisma, ieri hanno rinnovato tutti le promesse sacerdotali, dai preti ammalati in carrozzina ai novelli freschi di ordinazione. È la loro festa, il Giovedì Santo, con la «cena del Signore» e l'istituzione del sacerdozio, ma anche un giorno per un personale bilancio di stagione. Lo abbiamo chiesto ad un giovane trentino, che al suo primo anno da parroco vanta già un piccolo record: è responsabile ai ben dieci parrocchie nella bassa Valle di Non, gran vivaio delle mele doc ma carente di vocazioni.

Don Alessio Pellegrin, 34 anni, vocazione adulta, sa bene di essere sotto osservazione come cavia di una pastorale d'insieme «obbligata». Non chiedetegli di ricordare a memoria tutti i nomi dei santi protettori delle sue numerose parrocchie, piuttosto: come sono andati questi primi dodici mesi? «Direi che sono ancora più entusiasta di quando il vicario generale mi ha affidato quest'incarico lo scorso anno - risponde a sorpresa - perché vedo che i laici collaborano con impegno nel proprio ambiente e sono disponibili per gli incontri di coordinamento anche a fare qualche chilometro in più». A proposito, qualche quotidiano l'ha soprannominata «parroco diesel» per il viavai deeli incontri e delle tre Messe domenicali: lo stress principale? «La mia preoccupazione è saper trovare momenti per l'ascolto delle persone e per orientare i collaboratori laici: dedico molto tempo agli incontri in cui motivare i responsabili delle varie attività: dalle catechiste, numerose e valide, ai capicoro, ai ministri dell'Eucaristia...». La necessità, poi, aguzza l'ingegno: le dieci parrocchie pur conservando la loro contabilità separata hanno un ufficio comune per i servizi dell'anagrafe parrocchiale, in cui s'alternano i laici. «Valorizziamo le occasione di unità fra i paesi, anche in collaborazione con le Pro Loco, i vigili del Fuoco volontari, le associazioni...». E i giovani? Molti vanno fuori valle a studiare. «Talvolta per spostarmi salgo sulla corriera di linea che attraversa i paesi così da poterli incontrare e chiacchierare con loro», confida don Alessio, dopo aver valorizzato quest'inedita pastorale di autobus.

Non un «prete superman», tutt altro. Con la semplicità dei montanari (viene dalle cime di Vigo di Fassa ed ha la pazienza dei passi lenti) don Pellegrin sa bene che oggi il parroco non è più il perno attorno a cui tutto ruota, ma piuttosto il regista accompagnatore che sa far «girare» le varie ministerialità laicali nelle dieci parrocchie sorelle. «Ma in questi primi tre anni di sacerdozio posso dire di aver gustato la bellezza di essere prete, avvicinando tante realtà di bisogno e di povertà anche spirituale». Occasioni, nel suo caso, moltiplicate per dieci.

(DIEGO ANDREATTA su Avvenire del 22 Aprile 2011)