ansa_11097036_1043015 Maggio 2013

Nuovo slancio ai giovani da Papa Francesco

Se il cristiano riscopre il valore di vivere controcorrente

“Non sotterrate i talenti, scommettete sui grandi ideali, andate controcorrente, una vita senza sfide non esiste, e un ragazzo o una ragazza che non sa affrontarle senza mettersi in gioco è senza spina dorsale”. E’ solo un florilegio di citazioni, tra le tante a cui Papa Francesco, con un crescendo impressionante, ci sta abituando. I suoi richiami alle responsabilità personali risvegliano il gusto della conquista, il valore del sacrificio, il senso della lotta per l’amore, la libertà, la giustizia; rimandano ad una concezione della vita intesa come partita da giocare in veste di protagonisti, non da panchinari!
Valori costretti purtroppo a scontrarsi con una società che tarpa le ali ai grandi obiettivi e con una crisi che trasforma in miraggi i grandi progetti. Quale scuola frequentare, che professione intraprendere…? Se lo domandano i giovani che vorrebbero una vita meno dipendente dal caso, più orientata ad esprimere il meglio di sé, più feconda socialmente, e che si accorgono di quanto fallimentari siano le scorciatoie di chi aspira a fare carriera avvalendosi del  dirigente di turno e del politico del momento. Come sfuggire alla tentazione di seguire la massa e i vizi che la società oggi impone?
Anche l’evangelizzazione chiede al cristiano di andare controcorrente, di mettersi in gioco, di credere con  gioia, di comunicare la fede con entusiasmo. Lo ha chiesto Benedetto XVI nell’indire l’Anno della fede, e prima di lui il Concilio Vaticano II, che nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, tratteggiando le caratteristiche dell’impegno dei laici nel sociale, li sprona ad assumersi le responsabilità. Purtroppo, dai dati emersi dalle inchieste, a prevalere è una testimonianza debole della fede, e ciò che più preoccupa è la poca attenzione che le famiglie riservano agli aspetti religiosi della vita: si prega poco, raramente si discute del vangelo, il tema della felicità è subordinato ai  miti del denaro, del successo, della carriera.
Le riflessioni di Papa Francesco tornano quanto mai opportune e dovrebbero spingere educatori e operatori pastorali a mettere in atto una catechesi più attenta all’essere cristiani che a fornire semplici informazioni sulla vita cristiana. Affermare il proprio progetto di vita, vivere controcorrente rispetto ai modelli dominanti, è possibile anche per i più giovani a patto che questi trovino nella propria comunità adulti credibili, capaci di educare alla fedeltà più con l’esempio che con le parole. Elementi rintracciabili più facilmente nelle associazioni, dove la vita di gruppo, centrata sull’impegno sociale, sul rapporto umano e cristiano, è  base di lancio su cui fare affidamento. Ad un prete di Rimini, Don Romano Nicolini, non pare vero che i frutti più belli del suo pluridecennale apostolato tra gli scout sono le vocazioni di cui oggi più si avverte la crisi, quali quelle alla vita sacerdotale e religiosa. Quattro rovers sono diventati  sacerdoti, uno di essi, don Stefano Vecchi, confessa di avere sentito la “chiamata” vivendo lo spirito di servizio dello scautismo verso i sofferenti.
Di altro genere, ma non meno interessante dal punto di vista dell’andare controcorrente, è l’esperienza che ogni anno coinvolge l’intera diocesi di Milano nel preparare migliaia di ragazzi e ragazze alla cresima. Un cammino di catechesi che dura mesi e che termina il primo giugno allo Stadio Meazza di Milano. Coinvolgere cresimandi e famiglie in uno stile che unisce il gioco alla Parola di Dio e alla testimonianza, produce risultati impensabili anche dal punto di vista degli impegni definitivi .”Lo scorso anno alla festa dei cresimandi a Milano c’era Benedetto XVI e qualche frutto diretto si è visto”, dice don Alberto Colombo, responsabile del Centro Diocesano Vocazioni del capoluogo lombardo, che  aggiunge:”Se c’è una proposta di qualità, se ci sono le condizioni giuste, i giovani aprono il loro cuore in maniera molto generosa al Signore”. Non è forse questa, anche per la pastorale,  la spina dorsale di cui parla Papa Francesco?

(P. Vito Magno su AVVENIRE del 15 maggio 2013, pag.23)