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images5Marzo 2013

Le Suore Passioniste di S. Paolo della Croce

Verso due centenari

La preparazione ai due centenari si propone come un tempo di grazia, di conversione e di rinnovamento, alla luce della rivitalizzazione auspicata dal Capitolo generale del maggio scorso. È un evento da “celebrare nella gratitudine e gratuità”.

Le Suore Passioniste di S. Paolo della Croce si stanno preparando a celebrare due eventi molto importanti della loro storia: il II° centenario di fondazione della Congregazione (1815-2015) e il II° centenario di aggregazione alla Famiglia Passionista (1817-2017). La preparazione inizierà il 17 marzo 2013. Avrà lo scopo non solo di celebrare un passato, segnato spesso dalla croce e da eventi stupendi, ma anche e soprattutto di ridisegnare il volto della Congregazione, e di ribadire nell’oggi la scelta della “periferia”, come terreno fertile della memoria passionis.
La Congregazione fu fondata il 17 marzo 1815 a Firenze ad opera della marchesa Maria Maddalena Frescobaldi Capponi, madre di famiglia, educatrice e fulgido esempio di vita cristiana nel suo tempo. Colpita dalla situazione di ignoranza e di solitudine di alcune giovani, cadute nella vita di prostituzione mise se stessa, i suoi beni e il suo tempo a loro servizio. Fece leva sulla libera adesione delle giovani e su una forza alla quale non sapevano resistere: l’amore dolcissimo e misericordioso di Dio rivelatosi nel dono del figlio, il Crocifisso Signore e di sua Madre, la Desolata.
La riscoperta dell’amore gratuito di Dio e la consapevolezza di una nuova esperienza di autentica liberazione trasformarono il cuore di queste giovani che accettarono di attuare un percorso rieducativo che le condusse oltre ogni attesa. Infatti, pochi anni dopo l’incontro con M. Maddalena, alcune di loro chiesero ed ottennero di dedicare la loro vita al servizio del Signore. Si impegnarono a fare viva e grata memoria del suo amore, manifestatosi nel mistero pasquale, per essere con Cristo e in Cristo strumenti di riparazione e di intercessione per l’umanità presso il Padre. Il 17 marzo 1815, quattro giovani dettero inizio alla comunità delle Ancelle della Passione che in seguito cambieranno il nome in Suore Passioniste di S. Paolo della Croce. Pochi anni dopo, alcune giovani, libere dalle esperienze di strada, chiesero di condividere la vita con queste sorelle. Maddalena le accolse e propose una comunità di vita sul modello della prima comunità cristiana, caratterizzata da un solo cuore, una sola anima e una sola volontà nella carità reciproca. Erano banditi le differenze o i privilegi di status. Tutte erano chiamate alla condivisione e alla solidarietà per testimoniare al mondo l’unica chiamata alla santità. Un fatto inaudito per quei tempi nei quali pullulavano numerose strutture a favore del recupero delle donne di strada, ma regolate da rigide divisioni di casta e di ruoli.

I cardini fondanti delle origini
La misericordia di Dio, la passione di Cristo e la comunione di vita sono stati i cardini fondanti di questa originale comunità. La fondatrice stessa, colma di stupore di fronte alla conversione di vita delle giovani e alla disponibilità delle sorelle giunte per condividerne l’esistenza, affermò che tutto ciò era veramente opera di Dio, frutto del suo amore infinito. Si sentì spinta a dare un volto a quel germe di spiritualità sbocciato nel cuore della sua comunità. Si rivolse alla giovane Congregazione dei passionisti e affidò al Venerabile Paolo della Croce il capolavoro di Dio fiorito in un piccolo Ritiro a Firenze, in Via S. Gallo. Da allora la spiritualità passionista fece breccia nella vita di queste donne che l’accolsero come un dono dello Spirito; Paolo della Croce divenne il Padre delle origini della nostra Congregazione. Il generale dei Passionisti, il 14 ottobre, accolse Maddalena e le prime sorelle come Figlie spirituali della Famiglia Passionista.
Ci troviamo, quindi, di fronte ad una storia di salvezza, una storia sacra che invita tutti a rallegrarsi e a rileggerla nella prospettiva del “celebrare nella gratitudine e gratuità”.
Alla fase preparatoria per i due centenari si unisce il processo di rivitalizzazione auspicato dall’ultimo Capitolo generale, conclusosi il maggio scorso, e sintetizzato nella programmazione capitolare. La necessità di ridisegnare il volto della Congregazione è stata avvertita da tutte le capitolari come l’unica, vera strada da percorrere perché i due centenari siano un kairos, un tempo di grazia, di conversione e di rinnovamento. Rivitalizzare significa ri-metterci in un cammino personale, comunitario e solidale che implica la ricerca assoluta di Dio, la comunione di vita in tutti i suoi aspetti e la solidarietà con coloro che non hanno voce.
La programmazione capitolare abbraccia l’arco di sei anni ed è fondata sul metodo: a) cosa Dio vuole da noi; b) cosa dobbiamo fare. È concepita come un percorso significativo che tocca tutti gli aspetti della nostra vita di consacrate. Gli eventi storici di cui siamo testimoni ci hanno spinto a rileggerci nel carisma originario per renderlo visibile e credibile nella storia quotidiana. Sono cinque i campi di azione considerati nella programmazione: identità carismatica e formazione, missione e cultura vocazionale, comunità di vita, comunità laicale passionista e infine servizio dell’autorità per la comunione e la condivisione a tutti i livelli. Essi mirano a favorire le condizioni perché diventiamo donne che generano vita e vita in abbondanza (cf Gv 10,10).
Per uniformare i due aspetti, celebrativo e di rivitalizzazione, sono state formate due commissioni postcapitolari che hanno lavorato prima separatamente e poi hanno messo in comune la rispettiva ricerca. Questa è confluita in un itinerario comune il quale, sulla base della programmazione capitolare, offre alla Congregazione sia orientamenti di carattere generale da sviluppare nei vari contesti socio-culturali sia linee di azione comuni che saranno realizzate tramite incontri a vari livelli.
Molta attenzione è stata data alla necessità di approfondimento dell’identità carismatica per riscoprire nel cuore del carisma la novità evangelica, sempre inedita, che ci spinge ancora una volta a osare. In primo luogo osare una rinnovata ricerca di Dio che è vocazione e testimonianza; farsi compagne di viaggio di tanti fratelli e sorelle e camminare con loro con gli stessi sentimenti misericordiosi di Gesù. Solo attraverso una nuova comprensione del dono carismatico siamo in grado di realizzare nuove ricerche e nuove strade che conducono alla pienezza.
Un altro ambito riguarda la missione. Come Maddalena ha cercato la periferia della sua città nelle ultime fra le donne, anche noi dobbiamo cercarla per rispondervi con la vita. La provocazione in questo caso viene dalla domanda: ogni passo verso le periferie del mondo è anche un passo contemplativo verso il Crocifisso Risorto. Noi dove siamo? Dove stiamo andando?
Anche se passi nuovi sono stati compiuti con la recente apertura della comunità Maria Maddalena per accogliere donne vittime della tratta e di altre forme di violenza, altri ne rimangono. Sentiamo l’urgenza di una scelta rinnovata a favore della donna, esplorando altri lidi, cercando nuove forme per mettere la nostra umanità di donne passioniste consacrate a servizio del progetto originario di Dio, per fare famiglia con sorelle spogliate della loro dignità e indicare loro cammini di nuova speranza.
In questo caso, osare richiede il coraggio di superare l’attaccamento alle cose già fatte per compierne di nuove, staccare la spina a realtà che non dicono nulla e percorrere strade inedite, spesso difficili che esigono distacco, spogliamento, conversione del cuore e di prospettiva. Senza dubbio sarà un passaggio doloroso perché dobbiamo lasciare le cose di un tempo, ma siamo certe che la croce è già annuncio di risurrezione.

Previsti anche convegni e incontri formativi
La programmazione e la ricerca delle due commissioni prevedono oltre gli eventi di Congregazione, come capitoli e assemblee, anche convegni internazionali e incontri formativi a vari livelli, che in questi anni saranno realizzati nei luoghi storico-carismatici della congregazione proprio per attingere alla sorgente l’acqua viva della testimonianza tramandataci da figure significative. Inoltre, ci siamo impegnate a coltivare il dono prezioso della Comunità Laicale Passionista, uno degli ultimi doni concessi dallo Spirito alla congregazione per testimoniare la comunione anche con il laicato che ha voluto e vuole condividere il carisma nel cuore del mondo.
La parola di Dio e il carisma saranno la luce che illuminerà i nostri passi in questa fase preparatoria
Ad accompagnare questo cammino saranno con la loro intercessione anche le quattro sorelle di cui è stato avviato il processo di beatificazione: la serva di Dio Maria Maddalena Frescobaldi Capponi, Fondatrice; la Venerabile sr. Antonietta Farani, brasiliana; la Serva di Dio Madre Marta Vandenputte, belga e la Serva di Dio sr. Carmelina Tarantino, italocanadese.
Ma perché la nostra celebrazione non sia solo un rito, ma si traduca in impegno concreto per i fratelli e le sorelle che Dio ci affida, invitiamo tutti coloro che ci conoscono e coloro che ci conosceranno tramite queste parole ad unirsi a noi in una preghiera corale che impetri da Dio la grazia di un’incessante lode che si chiama servizio e donazione. Che la liturgia sia vita e la vita diventi liturgia.

(Le Suore Passioniste di S. Paolo della Croce, su Testimoni 2 del 2013)