Stampa
Visite: 2771

sfondo-candela-natalizia-2Dicembre 2012

Nuovi santi nell’anno della fede

Sette luci sul nostro cammino

Kateri, la prima santa pellerossa; piamarta, sacerdote bresciano; pedro,  giovane catechista filippino; marianna di molokai; berthieu, missionario in madagascar; maria carmen, religiosa spagnola; anna, vangelo vivente.

Il 21 ottobre scorso, alla presenza di oltre cento vescovi provenienti dai vari paesi del mondo e dei 262 padri sinodali, riuniti a roma per il sinodo per la nuova evangelizzazione, benedetto xvi ha proclamato sette nuovi santi: la prima santa pellerossa kateri tekakwitha; l’italiano giovanni battista piamarta, sacerdote bresciano e fondatore della congregazione della sacra famiglia di nazareth e delle suore umili serve del signore; il francese jacques barthieu, gesuita missionario in madagascar; il filippino pedro calugsod, catechista ucciso a 17 anni in un villaggio delle isole marianne; la tedesca madre marianne, delle suore del terz’ordine di san francesco di syracuse, conosciuta come «madre marianna di molokai», l’isola dei lebbrosi; la tedesca anna schaffer, laica, che trasformò la sua malattia in missione; la religiosa spagnola maria del carmen, fondatrice delle suore dell’immacolata concezione missionarie dell’insegnamento.

Prima santa pellerossa
Kateri tekakwitha nacque nel 1656 in un villaggio di mohicani, una delle cinque tribù indiane che abitavano la valle del mohawk tra gli odierni stati uniti e canada. In quel periodo i colonizzatori francesi, olandesi e britannici si scontravano per il predominio sul nordamerica e i missionari dei vari paesi erano in concorrenza per convertire gli indigeni. In seguito a un trattato di alleanza con i francesi, nel villaggio di tekakwitha arrivarono i gesuiti. La tradizione vuole che tekakwitha fosse l’unica in tutto il villaggio a scegliere di convertirsi al cristianesimo e per questo motivo venne scacciata dal padre. Più volte durante tutta la sua vita subì le pressioni da parte della famiglia dello zio e della sua tribù per sposarsi, e per seguire le credenze della sua tribù. Lei non cedette. Si fece battezzare di nascosto nel 1676. Per sfuggire alle ire dello zio si nascose nella missione di s. francesco saverio a sault presso montreal, dove fece la prima comunione e incominciò una vita di preghiera. Consumata dal vaiolo contratto nel 1660 e dai patimenti, morì il 17 aprile 1680 a soli 24 anni. Subito cominciarono le sue apparizioni in tutta la comunità dei mohicani cristiani, oggi quasi 680 mila, su una popolazione di circa 2 milioni e mezzo.

Pedro Calungsod martire a 17 anni
Pedro calungsod (1654-1672), entrò a 14 anni nel collegio dei gesuiti, impegnati nell’evangelizzazione della popolazione filippina, e cominciò a fare servizio come catechista. Alcuni guaritori locali erano invidiosi della popolarità che i missionari stavano generando. Cominciarono così a diffondere la notizia che l’acqua con cui battezzavano i bambini era avvelenata, giocando sull’equivoco che alcuni battesimi erano stati dati a bambini in fin di vita. La notizia creò sospetto nella popolazione e trasformò alcuni nativi in nemici dei missionari. Il 2 aprile 1672, insieme a padre diego de luis de vitores il superiore della missione, pedro entrò nel villaggio di tomhom, nelle isole marianne, per il battesimo di una bambina appena nata. Ma due uomini li assalirono. Prima tentarono di colpire pedro con lancia e frecce. Pedro non fuggì: preferì restare in difesa di padre diego. Venne nuovamente colpito e finito a colpi di scimitarra. Prima di subire la stessa sorte, padre diego riuscì a dargli l’ultima benedizione. Poi i loro corpi vennero gettati in mare da dove non saranno più recuperati.

Buono come il sole di primavera
Jacques berthieu, secondo di sette fratelli, nacque il 27 novembre 1838 nella fattoria di monlogis (francia). A 15 anni entrò nel seminario minore dei gesuiti di pleaux. Al termine degli studi di retorica passò al seminario maggiore di saint-flour (1859) per compiere gli studi di teologia e prepararsi al sacerdozio che ricevette nel 1864. Verso il 1870 berthieu partì per la missione in Madagascar dove cominciò a insegnare catechismo, a visitare poveri e lebbrosi, a celebrare battesimi, prime comunioni e matrimoni, ad assistere gli indigeni addetti ad una coltivazione agricola razionale. Nel 1881 p. berthieu abbandonò il madagascar, in seguito a un decreto di espulsione dei religiosi dai territori francesi. Dopo vari spostamenti da un luogo missionario all’altro, ritornò in madagascar. “Era buono con tutti come il sole di primavera”, disse di lui un catechista malgascio. Nel 1894 scoppiò la seconda guerra dei malgasci contro la francia. Molte tribù si ribellarono poiché attribuivano ai missionari la colpa della dominazione francese. Nel 1896 p. berthieu venne sequestrato. invitato a rinnegare la sua religione, rifiutò. Venne così condannato a morte: il suo corpo fu gettato nel fiume mananara, infestato dai caimani, per evitare le ritorsioni della popolazione. Il coraggioso missionario aveva detto tante volte ai cristiani: “Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima” e “Supponendo anche che voi foste divorati da un caimano, voi risuscitereste!”.

Madre marianna di molokai
Marianne cope nacque il 23 gennaio 1838 a heppenheim (germania). La sua famiglia emigrò presto in america stabilendosi nella città di utica (new york). Nel 1862, a 24 anni, marianneentrò nella congregazione delle sorelle del terz’ordine di san francesco di syracuse. Eletta madre generale nel 1877 e confermata nel 1881, durante il suo mandato ricevette la richiesta di suore per andare ad assistere i lebbrosi nell’isola di molokai, nelle isole hawaii. Padre damiano de veuster (1840-1889), canonizzato da benedetto xvi l’11 ottobre 2009, aveva scelto di vivere tra i lebbrosi di molokai, ma la situazione era così grave che sentì la necessità di chiedere la presenza di alcune religiose per rispondere alle tante necessità. Madre marianna rispose all’appello e accompagnò personalmente sei suore della sua congregazione. Collaborò con il governo locale a istituire degli ospedali in varie isole dell’arcipelago; padre damiano aveva contratto la lebbra nel 1884 e fu assistito dalle suore fino alla sua morte nel 1889. Tutto il lavoro organizzativo passò a madre marianna che non tornò più in america: restò a servire i lebbrosi per quasi 30 anni fino alla morte. Fondò due case separate per i figli dei lebbrosi, tenuti nella più grande igiene, così che una volta adulti potevano essere inseriti sani nella società. Madre “marianna di molokai” come ormai veniva chiamata, conosceva uno per uno i malati, li chiamava per nome, li istruiva a coltivare quell’arida terra in arbusti, fiori e alberi, donando loro la dignità di esseri umani non più emarginati e inutili. Gli storici la descrissero come una “religiosa esemplare con un cuore straordinario”. Morì a molokai il 9 agosto 1918, a 80 anni.

A favore della promozione della donna
Maria carmen sallés y baranguera nacque a burgos nel 1848, e morì a madrid nel 1911. La sua missione fu di operare per la promozione umana e spirituale delle donne nei cinque continenti. Incontrò prostitute e detenute, e cercò di dare loro una educazione cristiana. Per questo fondò le suore concezioniste missionarie dell’insegnamento, sostenuta da don celestino de pazos e dall’arcivescovo di burgos manuel gómez salazar il quale promulgò il decreto di erezione nel 1893 e ne nominò la sallés superiora generale a vita. Il carisma che sr. carmen sallés ha lasciato è quello di aiutare le giovani a crescere nel mondo, nella società, nel lavoro e nella famiglia. La congregazione è oggi presente in italia e in spagna, in africa, (guinea equatoriale, congo, camerun), in america (stati uniti, messico, venezuela, repubblica dominicana, brasile) e in asia (corea del sud, giappone, filippine, india).

Piamarta padre degli artigianelli
Giovanni battista piamarta nacque a brescia nel 1841 da una famiglia povera. Orfano di madre a 9 anni, vivacissimo, trovò un sostegno educativo nel nonno materno e nell’oratorio che affinarono la sua sensibilità e la sua straordinaria generosità; grazie al parroco di vallio terme (bs) poté entrare nel seminario diocesano. Ordinato sacerdote il 24 dicembre 1865, iniziò il suo ministero sacerdotale a carzago riviera, bedizzole; fu nominato poi direttore della parrocchia di sant’alessandro in città e in seguito parroco di pavone del mella. Le prime esperienze oratoriane furono per lui una preziosa possibilità di conoscere da vicino la gioventù alle prese con il duro mondo delle fabbriche della nascente industria bresciana. Per dare ai giovani una preparazione professionale e cristiana e riflettendo sull’abbandono spirituale e la perdita della fede di tanti che confluivano in città per motivi di lavoro, egli, poverissimo ma fiducioso nella provvidenza, avviò l’istituto artigianelli nel dicembre 1886. Pochi anni dopo, rivolse la sua sollecitudine anche al mondo dell’agricoltura, dando origine con padre giovanni bonsignori alla colonia agricola di remedello (brescia), con lo scopo di ridare vitalità e dignità all’ agricoltura. Attorno a p. piamarta si radunarono presto alcuni religiosi, per condividere la sua missione. Nel marzo del 1900 il padre degli artigianelli istituì una famiglia religiosa composta da sacerdoti e laici impegnati nell’educazione dei giovani; fondò la congregazione “sacra famiglia di nazareth”, presente oggi (assieme all’altra sua congregazione: le “umili serve del signore”) in italia, angola e mozambico (africa), brasile e cile (america del sud).

Missionaria nella malattia
La bavarese anna schaffer nacque in germania nel 1882, terza di otto figli, da michele e teresa forster. anna frequentò le scuole elementari a mindelstetten e cominciò a coltivare un sogno: diventare suora missionaria in terre lontane. Ma occorreva la dote per essere accolta in una congregazione religiosa. Cercò lavoro a ratisbona a servizio di una famiglia benestante. Fu questo il primo passo verso l’avverarsi del sogno. Ma fu anche l’ultimo. Un anno dopo, infatti, suo padre morì, e anna dovette tornare a mindelstetten per aiutare i cinque fratelli e sorelle più piccoli di lei. Il 14 febbraio 1901, a diciannove anni, un incidente le segnò la vita: nella lavanderia della casa forestale di stammham, dove lavorava, una canna fumaria stava per cadere; lei si arrampicò per rimetterla a posto, ma cadde dentro una vasca di acqua calda con lisciva, riportando gravissime ustioni. Resterà invalida tutta la vita e sarà pure colpita da paralisi e da un tumore. Visse con grande sofferenza la sua situazione. Ma poi, con calma e preghiera, decise di offrire le sue sofferenze a dio. E cominciò la sua nuova missione: ascoltare e consolare le persone che andavano a chiederle aiuto e consiglio. Nel settembre 1925 morì sussurrando: “Gesù, io vivo in te”.

(Anna Maria Gellini, su Testimoni 20 del 2012)