22 luglio 2012
Una suora di Damasco: “Preghiamo che tutto finisca, non abbiamo fiducia nella rivoluzione”
Profeti di pace
“Camminiamo con speranza e cerchiamo di consolare tutti, in queste ore tragiche”, dice a Fides p. Romualdo Fernandez OFM, Rettore del Santuario, informando che una folla di persone viene ogni giorno a pregare nella Chiesa, e si formano spontanei cenacoli di cristiani e musulmani che pregano insieme per la pace e chiedono la protezione a Dio e alla Vergine Maria.
Suor Yola, siriana, una delle religiose francescane che ogni giorno aiutano le famiglie dei profughi, racconta a Fides: “Stiamo facendo del nostro meglio per aiutare la famiglie di sfollati. La gente piange e spera in tempi migliori. Il costo della vita è altissimo, non si trovano medicinali, l’impatto dell’embargo che subiamo è tutto sulla popolazione civile e sui più poveri. Speriamo e preghiamo perché questa sofferenza finisca presto. Non abbiamo alcuna fiducia in questi cosiddetti ‘rivoluzionari”. Quali sono i rivoluzionari che fanno del male al popolo? Hanno danneggiato tutti, cristiani e musulmani, tante famiglie che hanno perso tutto”.
“In queste azioni armate e in questa sofferenza – prosegue la suora – la religione non c’entra. Con i musulmani abbiamo sempre vissuto fianco a fianco e continueremo a farlo. Il governo siriano finora è stato laico, ha garantito alla Siria sicurezza e stabilità. Oggi abbiamo solo disordine, insicurezza, caos, sofferenza. E cosa sarà domani? Ma sappiamo, come cristiani, che Dio ci protegge e la nostra speranza è viva. E, come cristiani, abbiamo una certezza: non abbandoneremo mai la Siria”.
(www.fides.org)