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Giovani_MonacheGiugno 2012

Testimonianze di giovani monache

Ho scoperto Gesù

Avevo 17 anni quando iniziai a chiedermi quale fosse la mia vocazione.
Dopo qualche tempo che pregavo affinché Dio mi illuminasse cominciò a nascere nel mio cuore una forte attrattiva verso la vita consacrata, la mia prima reazione fu però di considerare questo impulso come una tentazione: come potevo pensare di diventare “sposa di Cristo”, proprio io che fino a poco tempo prima non ero nemmeno cattolica?
Ero decisa a lasciare perdere queste “fantasie”, ma il desiderio di essere tutta di Dio non se ne voleva proprio andare…così dissi a Dio: “se questa chiamata è la tua volontà e non una mia illusione, ti prego di darmene la certezza”.
Pochi giorni dopo, ascoltai su Radio Maria l'intervista ad una suora che continuava a ripetere: “se c’è qualcuno all’ascolto, che sente la Chiamata alla vita consacrata, ma è incerto, lo invito ad assecondarla perché soltanto rispondendo al progetto di Dio possiamo realizzare la nostra felicità”. Mi sentii fortemente interpellata da quella parole. Ancora dubbiosa, decisi che ne avrei parlato al più presto con una religiosa.
Due giorni dopo (era il 19 agosto 2002), mi recai di buon mattino in Duomo per ascoltare la S. Messa, con l’intenzione poi di cercare una suora con cui parlare.
Il Vangelo del giorno era quello del “giovane ricco” e fui presa da grande stupore e timore insieme quando, durante l’omelia, sentii il sacerdote ripetere insistentemente le stesse identiche parole della suora di Radio Maria!
Uscita dal Duomo ero molto agitata e quando vidi una suora venire nella mia direzione, senza pensarci due volte, la fermai e le chiesi di raccontarmi in che modo aveva capito la sua vocazione. Poi le raccontai quello che mi era successo e mentre parlavo tutto si faceva chiaro nella mia mente.
La suora (Sr. Lucia) fu molto incoraggiante e mi invitò a seguire quello che sentivo nel cuore. Quando la lasciai accettai per la prima volta l’idea che il Signore, fra tante ragazze, potesse chiamare proprio me e allora con grande gioia gli dissi il mio “si”… quello che è successo dopo è indescrivibile!
Mi ritrovai completamente immersa nella Presenza di Dio, il suo Amore si riversava a fiumi su di me ed era tanta la sua dolcezza che credevo di morirne, se me ne avesse donata un po’ di più non avrei potuto sopportarla! Non pensavo potesse esistere qualcosa di così bello. Era come guardarlo negli occhi ed essere guardata dalla Sua Misericordia infinita. “Vidi” ancora più chiaramente la mia chiamata alla vita consacrata.
Gesù aveva esaudito in pieno la mia preghiera: mi aveva resa sicura della sua volontà. Da allora niente è stato più lo stesso, ho scoperto Gesù come persona viva e concreta e si è accresciuto in me il desiderio e il bisogno di intimità con Lui.
E’ stato principalmente questo bisogno che mi ha portata a scegliere, tra le varie forme di consacrazione, la vita claustrale.
Suor S. M.

Lo sguardo di Gesù

Ho detto di sì perché non ho potuto resistere allo sguardo di Gesù che mi guardò con amore. Uno sguardo affascinante, unico e vero, tenero e profondo, fiducioso ma molto rispettoso, esigente ma paziente, limpido e trasparente in cui ho scoperto il senso del mio vivere.
Uno sguardo che mi ha detto di aver pagato tutto per me, uno sguardo che soprattutto chiedeva la mia risposta... Di fronte all'amore non si può resistere: prima o poi ci si consegna.
Allora meglio consegnarci prima senza perdere tempo perché l'amore è più forte di una spada a due tagli e questo amore non desidera altro che di essere consumato, condiviso, sparso in abbondanza su tutti senza distinzioni perché è già stato versato e pagato.
Credo che questo è il senso del mio essere con Cristo, nella Chiesa per il mondo.
Suor S. I.

Perchè ho scelto Gesù?

Perché sono certa che "Lui" mi ha scelto da un'eternità amandomi e che mi fa dire: “E’ meravigliosa la tua alleanza perché tu sei il ‘Fedele’!
Tutto ciò affermo pur consapevole della mia fragilità: sapendo però che lui mi conduce nella quotidianità con la sua misericordia e il suo amore.
Suor M. L.

Testimone dell'amore

Ero una giovane come tante, felice. Studente, sportiva, amavo la vita. Frequentavo l'Azione Cattolica, le A.C.L.I.
Terminati gli studi, trovai un lavoro. Anche se lavoravo regolarmente in un posto, che mi dava molta soddisfazione economicamente, mi rendevo conto, nel contempo, che non ero proprio appagata.
Ricevevo apprezzamenti e inviti da giovani che si accorgevano della mia freschezza giovanile, del mio impegno sociale e sportivo. Ma io sentivo di "volere di più".
A 19 anni, dopo un periodo di riflessione, di ascolto della Parola di Dio, dopo essermi immersa nelle albe e nei tramonti, nel silenzio delle cime nevate e nella immensità del mare, dove potei rientrare spesso in me stessa, mi è balenata una nostalgia dell' "assoluto di Dio" che mi ha fatto trasalire. A 21 anni, anche contro il parere di tutta la mia famiglia, che mi avrebbe vista più volentieri sposa felice, dopo aver curiosato in un monastero di clausura per averne una idea precisa, ho messo qualcosa in una borsetta e, da buona atleta, velocemente ho raggiunto il monastero: la mia nuova casa! Vi assicuro che il cuore batteva forte... A sera, guardando dalla finestra del monastero, intravidi tra il verde le insegne e le luci della città. Ricordavo quanto avevo lasciato e lo mettevo accanto a quello che avevo guadagnato...
Chiusa la finestra sono scomparsa nell'umiltà, nella scoperta dello spirito proprio dell'Ordine monastico abbracciato, nell'accettazione dell'obbedienza in nome di Dio, di quel Dio e Padre che tenevo stretto nel mio cuore.
E sono riapparsa colma di pace nell'esercizio di una maternità spirituale che mi permette di spostarmi tempestivamente da un capo all'altro della terra a visitare il cuore di ogni fratello, ad asciugare le lacrime, a tergere il sudore dei lavoratori, dei moribondi di tutte le guerre, a stringere al mio cuore gli orfani, gli anziani, i sofferenti di ogni colore ed età, a incoraggiare i giovani a percorrere onestamente, coraggiosamente la strada della vita, la strada di quella vita che è frutto del dono di Dio.
Giorno dopo giorno lo Spirito mi apre sempre nuovi orizzonti. Mi fa comprendere che Dio, Padre buono, vuole servirsi della mia umile vita di Visitandina per farne una gioiosa, nascosta testimonianza dell'amore con cui Egli ama ogni uomo.
Suor M.D.

L'esperienza di essere amati

Riassumendo in poche parole il mio pensiero, direi che ho scelto la vita contemplativa perché ho fatto l’esperienza che il Signore mi vuole bene. Fra il sapere di essere amati da qualcuno e farne l'esperienza penso ci sia un abisso. Bene, io quest'esperienza dell'amore di Dio l'ho fatta e so che il suo è un amore di misericordia: sentirsi perdonati dopo il proprio peccato, riabbracciati dopo essersi allontanati e sentirsi accolti e sostenuti con amore non è forse motivo per dire con entusiasmo riconoscente: “Voglio offrirti tutta me stessa fino alla fine. Decido di rimanere con te per donarmi ai fratelli per sempre”.
Suor D. L.

(www.monasterovisitazione-baggiovara.org. Postato da Angela Magnoni)