LETTERE - Mondo Voc novembre-dicembre 2014                                     Torna al sommario

 

 


perrone 

 

Sinodo: la Famiglia al bivio, le Persone al centro

 


Accompagnare la persona, non inseguire le mode

 


 

Risponde Padre Sandro Perrone

 

 

 

Sinodo: la Famiglia al bivio, le Persone al centro

Caro Padre, come tutti anche io ho seguito con vivo interesse le vicende del Sinodo Straordinario sulla famiglia. Devo confessare che non ho tutte le idee chiare, perché i resoconti usciti sui giornali erano tutt’altro che chiari ed esaurienti: sempre alla ricerca dell’ultimo scoop, hanno cercato, ancora una volta, di dividere il campo tra “progressisti” e “tradizionalisti”, con i primi che avrebbero portato avanti delle posizioni da liberals americani o anglosassoni e i secondi fermi alle posizioni del Concilio di Trento! Ma, al di là dell’inevitabile “deriva mediatica”, mi è sembrato comunque che una certa frattura ci fosse, se non altro nella “sensibilità pastorale” ai problemi di molti cristiani che, avendo fallito il proprio matrimonio, si trovano, in ogni caso, nella dolorosa situazione di dover rinunciare ai due sacramenti più importanti per portare avanti, in qualche modo, una vita di fede, e cioè il sacramento della confessione e della comunione. Le chiedo, in modo semplice e spassionato: ma a Lei sembra giusto? Viene privato dell’aiuto divino proprio chi ne ha più bisogno! Come si fa a condurre un minimo di vita di fede, se non ci si può accostare all’Eucaristia e alla Riconciliazione? La prego di non riportare il mio nome, perché io sono proprio uno di questi “infelici” e mi rammarico che la Chiesa abbia perso, ancora una volta, la possibilità di andare incontro alla “pecorella smarrita”, e Le assicuro, caro Padre, che non di pecorelle si tratta, ma di interi greggi! Con immutata stima.

Una “pecorella smarrita”, Bologna

 

Cara “pecorella smarrita”, vorrei rassicurarti anzitutto sul fatto che la Chiesa abbia perso ancora una volta l’occasione di andare in cerca delle “pecore perdute”: è avvenuto esattamente il contrario! Papa Francesco, con straordinaria sensibilità pastorale, ha voluto convocare il Sinodo Straordinario proprio per porre all’attenzione di tutta la Chiesa gli argomenti a cui tu accenni, con al centro la famiglia e tutti i problemi ad essa connessi; né ti deve meravigliare il fatto che, nel corso del dibattito (durato oltre due settimane), siano emerse delle differenze anche notevoli: tutti gli intervenuti, stimolati dal Papa a “parlare con franchezza”, e cioè con coraggio e secondo verità, hanno manifestato quello che, dinanzi a Dio e alla propria coscienza, era il meglio per “servire l’uomo” e aiutarlo ad incontrare la misericordia divina. Forse questa nuova “metodologia” ha sorpreso molti, abituati a parlare in forme molto “ingessate” e secondo uno stile “curiale”; i media hanno fatto la loro parte, sottolineando sole le divergenze e gli aspetti più “pruriginosi”: le coppie di fatto, il matrimonio gay e quant’altro, perdendo di vista la novità più importante e sconvolgente: l’amore di Dio si spende su tutte le creature e dinanzi a Lui non ci sono distinzioni né figli e/o figliastri. Ora rimane un anno intero per studiare e approfondire molte questioni, che saranno poste al centro dell’attenzione della Chiesa nel prossimo Sinodo Ordinario del 2015. Intanto, preghiamo con fede viva e cerchiamo di studiare seriamente queste questioni, senza lasciarci istruire (o meglio, trascinare) da un’informazione spesso falsa e tendenziosa.

 

 

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Accompagnare la persona, non inseguire le mode

Caro Padre, sono rimasta molto colpita dalla lettera e dalla risposta che sono uscite nell’ultimo numero della rivista: la “mamma angosciata di Cerignola” sembra uscita da un romanzo dell’800, mentre Lei sembra che cammini sulle uova, tanto è stata l’attenzione a non usare termini ed espressioni ormai di uso comune. Che ne è della sua franchezza? Perché vergognarsi di cose ormai comuni ed accettate da tutti? Se una persona nasce con la tendenza gay, è inutile sforzarsi di farle “cambiare natura”! Anche se l’esempio non è calzante, mi sembra di riandare con la memoria ai primi giorni delle scuole elementari, quando ci si accorgeva che uno era mancino e invece doveva abituarsi per forza a scrivere con la destra, fino a legargli il braccio dietro la schiena! Una volta per tutte: ma la Chiesa quando cambierà? Quando accetterà la civiltà moderna? Per forza, poi, che le chiese sono vuote e i fedeli se ne vanno!

Una mamma arrabbiata di Cagliari


Cara mamma arrabbiata, dopo l’angoscia, la rabbia! Non c’è pace tra gli ulivi! Ho come l’impressione che se avessi scritto secondo le tue indicazioni (o meglio, i tuoi rimproveri), certamente sarebbe arrivata un’altra lettera, uguale e contraria, che mi avrebbe rimproverato un linguaggio sboccato e lontano dall’ortodossia ufficiale! Quello che mi meraviglia, comunque, non è né il tono della lettera né i rimproveri che mi vengono rivolti, quanto piuttosto il solito vizio di generalizzare: per una risposta non gradita (e fin qui nulla da eccepire: non si può piacere a tutti!), subito scatta la solita tirata sulla Chiesta retrograda e oscurantista. Cosa c’entrava poi il discorso fatto con l’accettazione della civiltà moderna? Il divorzio, l’aborto, il matrimonio gay, eventualmente con figli, l’eutanasia e via discorrendo, sarebbero la civiltà moderna? Verrebbe da rispondere che meglio sarebbe allora vivere nel medioevo! Non si tratta di fermare il progresso, ma di condurlo nella giusta direzione, a servizio dell’uomo e del suo destino eterno, che troppo spesso viene dimenticato.

 


 

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