ATTUALITÀ - Mondo Voc agosto-settembre 2014                                     Torna al sommario

 

 

INTERVISTA AL RESPONSABILE DELL’IRC

L’ora di religione

Un’opportunità di crescita

 

Don Daniele Saottini, bresciano, è Responsabile del Servizio nazionale per l’IRC presso la Conferenza Episcopale Italiana. È stato coadiutore in una parrocchia, educatore (vicerettore) nel Liceo del Seminario Vescovile diocesano, collaboratore e poi direttore dell’Ufficio per la Scuola della sua diocesi.

 

di Novella Caterina

 

saottiniDi cosa si occupa l’IRC?

L’insegnamento della Religione cattolica (o IRC) è una disciplina scolastica rivolta a tutti gli studenti italiani che frequentano i vari gradi scolastici. Si è ridefinita nei suoi criteri specifici a partire dal 1985, per mezzo di Intese tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e la Conferenza Episcopale Italiana; nonostante tutto, appare ancora oggi poco conosciuta e molto criticata.

Penso, invece, che tante affermazioni appartengano ad una visione “ideologica” ampiamente superata dalla realtà: da quasi trent’anni in Italia l’IRC non può essere confuso con una forma occulta di catechismo o di indottrinamento. La nuova “Intesa sull’IRC nella scuola pubblica” firmata il 28 giugno 2012 (DPR 175/2012), ad esempio, ribadisce con chiarezza che “l’insegnamento della religione cattolica è impartito, nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni, secondo indicazioni didattiche che devono essere conformi alla dottrina della Chiesa e collocarsi nel quadro delle finalità della scuola” (punto1,1).

Inoltre, proprio l’altissima frequenza degli studenti italiani dimostra che l’IRC viene svolto in una maniera adeguata e pienamente rispettosa delle diverse sensibilità degli alunni e della loro libertà di coscienza anche in ambito religioso.

 


Quanti sono in Italia gli studenti che si avvalgono

dell’insegnamento della religione cattolica?

religionescuola_9I dati rivelano che nove studenti italiani su dieci scelgono questa materia. Se si considerano altri elementi statistici sulla religiosità italiana (la quota di popolazione che si dichiara cattolica, la frequenza alla Messa, i matrimoni religiosi, ecc.) si scopre che l’IRC non ha subito quel tragico declino che invece tanti ritengono di osservare.

Analizzando brevemente i dati, scopriamo che venti anni fa gli studenti delle scuole statali che sceglievano l’IRC erano il 93,5% e lo scorso anno sono stati l’88,9%: penso che tutti possano cogliere la sostanziale tenuta di questa scelta, pur in presenza di enormi trasformazioni sociali e culturali nella nostra società italiana.

Le immagini di “fuga dall’ora di religione” non hanno perciò alcun fondamento.

 


Quali le motivazioni di questa tenuta?

La maggior parte delle famiglie e anche gli stessi ragazzi che frequentano le scuole Superiori, e che quindi compiono direttamente la scelta dell’IRC, vedono l’IRC come un’occasione preziosa per acquisire risorse e competenze utili e necessarie per affrontare meglio le grandi scelte della vita.

Mi piace citare anche il dato specifico degli studenti stranieri: proprio l’alta percentuale di stranieri, anche non cattolici e non cristiani, che scelgono l’IRC (il dato totale rivela che sono quasi il 50%) dimostra che questa disciplina scolastica è ritenuta utile ed importante da questi ragazzi e dalle loro stesse famiglie ed è considerata come un’occasione imperdibile per conoscere meglio la nostra cultura e la nostra società.

 


Quanto incide l’insegnante di religione nel processo di affezione

dei ragazzi verso questa materia?  Chi è e che ruolo ha il docente?

religionescuola_10Tutti i dati evidenziano che la qualità dell’insegnante è sempre fondamentale per riuscire a creare il miglior contesto educativo con gli alunni e aiutarli ad acquisire maggiori competenze, valorizzando al meglio le varie possibilità scolastiche.

Questa sfida coinvolge con modalità particolari anche i docenti di IRC che si trovano nella situazione di essere ogni anno quasi “scelti” dai propri alunni e dalle loro famiglie.

Il docente di religione assume anche a livello ecclesiale una sua particolare connotazione. Statisticamente i docenti  di IRC sono per più del 90% laici e sono in possesso di uno specifico mandato ecclesiale (l’Idoneità) conferito dal Vescovo. Per questo, l’impegno di incontrare e proporre esperienze di vita e di senso ai ragazzi e agli adolescenti può essere inteso anche come un impegno quasi “vocazionale” che interpella ogni comunità cristiana.

 


Cosa direbbe ad uno studente che non vuole avvalersi di questo insegnamento? E alla sua famiglia?

Penso che esistano vari argomenti che possono aiutare uno studente, e la sua famiglia, ad avvalersi dell’IRC: una corretta informazione sul significato dell’IRC, la comprovata competenza di tanti docenti e una generale positiva testimonianza dei compagni di classe potrebbero essere i migliori strumenti per una scelta consapevole.

La “fatica” di frequentare questa disciplina permette di usufruire di un insegnamento veramente significativo e arricchente per il cammino di crescita dei ragazzi e degli adolescenti, perché li rende più preparati e consapevoli nelle scelte di vita che vanno facendo, sostenuti e affiancati da docenti di IRC, generalmente molto aggiornati e ben preparati, che sanno creare un ottimo rapporto con i propri alunni, coinvolgendoli anche con una didattica ricca e multimediale.

 

 


Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore