ATTUALITÀ - Mondo Voc gennaio 2014                                             Torna al sommario

 

 

I PAPI E LA MUSICA

Far cantare il cuore degli uomini 

Note e parole sulla musica

 

“Quante persone –  ha osservato Benedetto XVI – sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica”. Alcune significative annotazioni cominciando dai gusti musicali di Papa Francesco, e poi, a ritroso, gli insegnamenti di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, fino ad una preziosa indicazione di Paolo VI.


di Salvatore Izzo


Papa_Francesco_musicaNella motivazione con la quale la rivista statunitense Time ha conferito a Papa Francesco la qualifica di “Persona dell’Anno” si legge: “in meno di un anno ha fatto una cosa notevole: non ha cambiato solo le parole, ha cambiato la musica”. “Raramente – infatti – un nuovo protagonista della scena mondiale ha catturato così tanta attenzione, da vecchi e giovani, fedeli e cinici, in così poco tempo”.

È singolare il fatto che il nuovo Pontificato sia descritto dalla redazione del magazine come una composizione, una melodia o un ritmo, perché in realtà sono stati davvero pochi in questi primi mesi i riferimenti alla musica nei diversi interventi del Papa “venuto quasi dalla fine del mondo”.

 


Musica che ti porta a Dio

spertito_musicaIn pratica ne ha parlato solo nell’intervista alla Civiltà Cattolica, confidando preferenze musicali che denunciano un’insospettabile e raffinata cultura specifica: “In musica – sono state le sue parole – amo Mozart, ovviamente. Quel Et Incarnatus est della sua ‘Missa in Do’ è insuperabile: ti porta a Dio! Amo Mozart eseguito da Clara Haskil. Mozart mi riempie: non posso pensarlo, devo sentirlo. Beethoven mi piace ascoltarlo, ma prometeicamente. E l’interprete più prometeico per me è Furtwängler. E poi le Passioni di Bach. Il brano di Bach che amo tanto è l’’Erbarme Dich’, il pianto di Pietro della ‘Passione secondo Matteo’. Sublime. Poi, a un livello diverso, non intimo allo stesso modo, amo Wagner. Mi piace ascoltarlo, ma non sempre. La ‘Tetralogia dell’Anello’ eseguita da Furtwaengler alla Scala nel ’50 è la cosa per me migliore. Ma anche il ‘Parsifal’ eseguito nel ’62 da Knappertsbusch”.


Dopo l’elezione del 13 marzo 2013, Papa  Francesco su questo tema non ha detto altro e nemmeno ha commentato in pubblico quello straordinario “Flash mob” con il quale i vescovi di tutto il mondo lo hanno accolto a CopaCabana in occasione della Gmg. Ma il suo messaggio centrale, che è quello della Misericordia, proprio alla musica è accostato nel salmo 29: “Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia, perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre”.

 


Due esperienze mistiche

pianoforteDi questa stessa gratitudine Bergoglio parla nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, che in una nota rievoca quell’angelica melodia udita da Santa Teresina de Lisieux, una delle figure che ispirano Jorge Mario Bergoglio: “Una sera d’inverno – la santa racconta così la sua esperienza mistica – stavo facendo, come di solito, il mio dolce compito per la sorella Saint Pierre. […] Improvvisamente ascoltai di lontano il suono armonioso di uno strumento musicale […] Non posso dire quello che accadde nel mio animo. La sola cosa che so è che il Signore illuminò la mia anima”.


Anche Benedetto XVI – che ha invece dedicato alla musica molte pagine del suo Magistero – è stato colpito e affascinato da un’esperienza simile a quella di Teresina,  si tratta del celebre racconto della propria conversione  fatto da Paul Claudel, il poeta francese che  tornò alla fede ascoltando il canto del Magnificat durante i Vespri di Natale nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi. “In quel momento – scrisse Claudel – capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla”.

 


La musica sacra deve essere arte

BXVI_musica“Pensiamo – è il suggerimento del Papa Emerito – a quante persone sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più a quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica come Claudel”.

Ed è proprio per “migliorare la qualità del canto liturgico”, che Benedetto XVI ha esortato, negli 8 anni del suo Pontificato,  a “recuperare e valorizzare senza timore la grande tradizione musicale della Chiesa, che nel gregoriano e nella polifonia ha due delle espressioni più alte, come afferma lo stesso Vaticano II”. Per Joseph Ratzinger, “la partecipazione attiva dell’intero Popolo di Dio alla liturgia non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola”, e questo vale anche per la musica sacra: quanti hanno il dono del canto, debbono “far cantare il cuore di tante persone nelle celebrazioni liturgiche”.


“Non vi può essere musica destinata alla celebrazione dei sacri riti che non sia prima “vera arte”, ha  riaffermato esattamente 10 anni fa Giovanni Paolo II nel suo Chirografo per il centenario del Motu proprio “Tra le sollecitudini” di San Pio X. Un principio che rappresenta ad un tempo un monito a valutare bene eventuali nuovi apporti sonori ma anche un segnale di apertura, perché chiarisce che essi sono possibili. La Chiesa, infatti, spiega nel documento il Pontefice polacco, “oltre al canto gregoriano e alla polifonia, ammette nelle celebrazioni anche la musica più moderna, purché rispettosa sia dello spirito liturgico che dei veri valori dell’arte”. In particolare, ricorda il Chirografo, “è consentito alle Chiese nelle varie Nazioni di valorizzare, nelle composizioni finalizzate al culto, quelle forme particolari che costituiscono in certo modo il carattere specifico della musica loro propria”.

 


GPII_MusicaIl repertorio della musica liturgica non è concluso

Proprio Giovanni Paolo II, del resto, nella linea della Costituzione SacrosanctumConcilium, ha inteso fare spazio ai nuovi apporti musicali menzionando nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, accanto alle ispirate melodie gregoriane, “i tanti e spesso grandi autori che si sono cimentati con i testi liturgici della Santa Messa”.


Secondo Papa Wojtyla, però, affinché la musica sacra possa avere quell’efficacia “che la Chiesa intende ottenere accogliendo nella sua liturgia l’arte dei suoni”, essa deve avere “come punto di riferimento la santità. Infatti, come affermato da Paolo VI, “non indistintamente tutto ciò che sta fuori dal tempio è atto a superarne la soglia”, cioè una musica – sia essa strumentale o vocale – che “non possiede ad un tempo il senso della preghiera, della dignità e della bellezza, si preclude da sé l’ingresso nella sfera del sacro e del religioso”.

 

 


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