STORIE DI VITA - Mondo Voc gennaio 2014                                         Torna al sommario

 

 

LA CELEBRAZIONE È POVERA SENZA MUSICA

Una scommessa vinta

La storia di Samuele e del suo coro  

 

Come nasce un gruppo musicale in parrocchia per animare le celebrazioni liturgiche e riscoprire alcuni valori importanti, come l’amicizia. Dalle iniziali perplessità al progressivo entusiasmo per un’iniziativa che arriva a coinvolgere tutta la comunità parrocchiale.

 

di Michele Pignatale

 

santa_messaLa sofferenza per una celebrazione povera

“Mi è capitato più volte di assistere a delle celebrazioni eucaristiche in un’altra parrocchia e sempre ho provato una santa invidia, perché erano animate da un bel coro e perché erano partecipate anche dai fedeli tutti con una presenza sentita, come merita il Mistero che si rinnova”.


È la confessione di Samuele, un ragazzo di 20 anni della provincia di Lecce. Ha una piccola disabilità nella parola e una passione per la musica. Questi due fattori lo hanno portato ad imparare a suonare l’arpa, strumento meditativo, che non richiede l’uso della voce. La sua partecipazione alla messa nella parrocchia di appartenenza è stata per lungo tempo abitudinaria, non attiva, perché lì la celebrazione domenicale scorreva via senza un canto o un gesto che la ravvivasse. I pochi giovani presenti si erano anche loro arresi a quella situazione, incapaci di prendere iniziative che potessero avviare un cambiamento.


“Non puoi  capire quanta sofferenza questa situazione mi procurava – mi racconta Samuele – a tal punto che ogni tanto trasmigravo in un’altra parrocchia per godermi una liturgia più viva. Io purtroppo non potevo far niente e tutte le volte che ne parlavo col parroco anche lui mostrava la sua sofferenza e diceva che bisognava accontentarsi della propria povertà, in questo caso dell’assenza di un gruppo capace di animare la celebrazione domenicale. Sinceramente questa risposta mi faceva più male del problema stesso”.

 


La svolta

coro_giovani_parrocchiaUna domenica Samuele fu invitato a partecipare ad un ritiro missionario ed ebbe una bella sorpresa. Ad animare quella giornata, oltre alla presenza di un centinaio di giovani, c’era un gruppo proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo che, con strumenti tradizionali, attraverso un canto armonioso e gioioso accompagnato da ricche e significative gestualità, impresse alla liturgia eucaristica una vivacità sorprendente. Cinque giovani congolesi molto bravi furono capaci di trascinare qualche decina di persone.


“È stata per me una esperienza indimenticabile – continua a raccontare Samuele – quella giornata mi travolse. Tornai a casa felice, ricco di energia e con la voglia di combinare qualcosa anche nella nostra parrocchia. Da dove cominciare? Dapprima mi rivolsi ai giovani della parrocchia, ma con risultati deludenti. Così pensai di lanciare un appello attraverso Facebook. E infine, con i due amici disponibili, equipaggiato di arpa, andai in piazza per fare un breve sit in. Cose da pazzi vero? Da far ridere”.

 


La proposta prende forma

coro_giovani_parrocchia_2Invece da parte di Samuele era tutto estremamente serio. La sua scommessa era lanciata, non solo alla sua comunità parrocchiale, ma alla città intera. Era una proposta offerta a tutti. Una possibilità per quanti avevano desiderio di fare qualcosa.


Finalmente, dopo qualche settimana, i primi frutti. Da Facebook arrivarono otto adesioni e con queste si partì. “Eravamo in un deserto e c’era bisogno di acqua per dissetare – spiega Samuele – ecco, io avevo bisogno di un acquedotto che lasciasse passare acqua per irrigare la comunità parrocchiale durante le celebrazioni eucaristiche”

 


Una esplosione di gioia

L’iniziativa di Samuele ebbe bisogno di un paio di mesi di fitti incontri per dare i primi frutti. Il percorso era stato intenso e l’impegno notevole. Nel frattempo era nata anche un’amicizia profonda. Tante serate di prove concluse poi in pizzeria, fra risate e scherzi, senza dimenticare però l’obiettivo principale: dare finalmente alla parrocchia la possibilità  di scoprire la gioia del canto e dell’animazione liturgica. Samuele era riuscito a vincere la sfida, a creare un gruppo vero, ricco di stimoli, che col tempo si era allargando, coinvolgendo anche gli adulti e tanti altri ragazzi.

 

 


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