LETTERE - Mondo Voc aprile 2013                                                              Torna al sommario

 

 

 

 

perrone

 

√ Il nuovo Papa,


    al di là dei primi entusiasmi
 

 

 

 

√ Adolescenti vittime del cyberbullismo

 

 

Risponde Padre Sandro Perrone

 


Il nuovo Papa, al di là dei primi entusiasmi


Caro Padre, non Le so dire la gioia e la commozione che mi hanno suscitato le prime parole del nuovo Papa. Lo Spirito Santo ci ha fatto davvero un dono meraviglioso nella persona di Papa Francesco. Mi permetta, però, una confidenza: io ho una certa età e ricordo bene gli entusiasmi che suscitarono le prime uscite dell’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II. Tutti (e soprattutto tutte, direi) erano innamorati di lui, si scrivevano e si sentivano cose bellissime su di lui, quasi come se la Chiesa non avesse mai avuto uno come lui, e poi tutti a fare paragoni e a sottolineare la differenza con Paolo VI, ecc. Oggi ho come l’impressione che Benedetto XVI sia già dimenticato e che il suo pensiero sia il “vecchio testamento”, rispetto al “nuovo” di Papa Bergoglio. Eppure, le parole sono quasi le stesse anche se, naturalmente, dette in tono diverso. È solo una mia impressione? Lei che ne pensa?

(Antonino F., Messina)


Caro Antonino, alzi la mano chi pensava che avremmo avuto Papa Francesco. Tutti a fare previsioni, a stabilire cordate e gruppi di pressione, a dividersi tra progressisti e tradizionalisti, curiali e residenziali, e via discorrendo tra sciocchezze varie. Come ben dici tu stesso, lo Spirito Santo ha spiazzato tutti, donandoci una sorpresa bellissima. Papa Francesco non è né curiale né residenziale, né progressista né tradizionalista; è semplicemente un uomo,  un prete, un vescovo profondamente innamorato di Dio e del suo popolo, che conosce il dolore e la sofferenza dei piccoli e degli esclusi, degli anziani e dei poveri; un uomo, un vescovo, un profeta, che annuncia in modo appassionato, eppure semplice ed umile, che Dio è Padre, Padre buono e misericordioso, che chiede ai suoi figli di essere a loro volta pierni di bontà e di misericordia. La tenerezza – ha affermato – non è debolezza, anzi è la vera forza dell’uomo. Questa è semplicemente l’essenza del Vangelo di Gesù, al quale Papa Francesco si rifà continuamente. Forse ci è facile amarlo per la sua semplicità ed umiltà, ma ciò che conta veramente, per un cristiano, non è provare per lui simpatia e affetto, ma è seguirlo sulla strada del Vangelo, quella che ha percorso Cristo, strada che porta al Calvario, e infine alla gloria della Resurrezione.

 


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Adolescenti vittime del cyberbullismo


Caro Padre, sono una catechista nella mia parrocchia, mamma di due adolescenti delle scuole medie, che attraversano, come tutte, un periodo molto particolare. Mi ha colpito fortemente un fatto, avvenuto qualche settimana fa, che è rimasto sotto i riflettori per qualche giorno e poi è sparito. Credo che ricorderà anche lei quella ragazzina che si è uccisa lanciandosi dal balcone di casa. I motivi non si sono mai saputi, ma correva voce che fosse stata vittima del cyberbullismo, con foto che passavano da un telefonino all’altro e che hanno finito per emarginarla e umiliarla a tal punto che avrebbe deciso di farla finita per sempre. Non so se sia vero, ma è certamente vero che sui cellulari dei ragazzi ormai corre di tutto e non solo quello preso dal web; mi risulta con certezza che ci sono ragazzine (e ragazzini) perseguitati con foto che le ritraggono in pose oscene, magari fatte per scherzo, ma che finiscono per ferire profondamente l’animo e la psicologia fragile di questi poveri adolescenti. Non so se le risulta, ma le chiedo: che cosa si può fare?

(Una mamma angosciata di Roma)


Cara “mamma angosciata”, ho seguito con un vivo senso di pena e di sofferenza l’episodio a cui ti riferisci, e mi dispiace davvero che non sia stato l’occasione per una riflessione più profonda, che aiutasse a capire ed avvicinare questi nostri ragazzi, così meravigliosi e così fragili. Purtroppo, anche io sono a conoscenza di quanto tu denunci, anzi, a causa del ministero sacerdotale, vengo a contatto con una realtà davvero spaventosa. Nelle scuole, soprattutto nei bagni, avviene di tutto (ma non c’è nessuno a sorvegliare?); nelle “festicciole” per compleanni e altro, le cose vanno anche peggio, arrivando a forme che si possono configurare come vero e proprio stupro (anche di gruppo), ricattando la vittima (quasi sempre una ragazzina), di mettere in circolazione foto e filmati se osasse ribellarsi e denunciare. Ti puoi facilmente immaginare le conseguenze. Che fare?, mi chiedi. Anzitutto, stare vicino ai nostri ragazzi, parlare, dialogare, evitare gli atteggiamenti censorii (ma non lasciar passare tutto), stare attenti a certi “segnali” che, anche involontariamente, ci mandano e che dicono di uno stato di sofferenza, malessere, smarrimento. Personalmente sono contrario all’abitudine di non poche mamme di “curiosare” nel diario personale (ammesso che esistano ancora, i ragazzi sanno meglio degli adulti cone occultare le cose); e non parliamo nemmeno di cercare di “leggere” il loro cellulare: si dovrebbe prima fare un corso specializzato È inutile e dannoso ricorrere a questi sotterfugi; molto meglio parlare, dialogare, confrontarsi, anche seriamente e duramente, ma niente censura e proibizioni, che servono solo ad allontanare i nostri ragazzi, ma dialogo, affetto, vicinanza. I ragazzi avvertono quando non sono giudicati e/o condannati, ma sentono soprattutto l’amore e la comprensione. Ma queste cose non devo certo insegnarle io a una mamma!