STORIE DI VITA - Mondo Voc marzo 2013                                                    Torna al sommario

 


 

Un pellegrino felice

 

Un volontario pellegrino. Così ama definirsi Guglielmo, un giovane bolognese  di 28 anni da tre anni impegnato in un villaggio del popolo Karen a qualche ora di bus da Bangkok. Da un “Viaggio-felicità” tutto compreso, alla scoperta della vera felicità, nell’amicizia, nella solidarietà, nel dono della vita, o di un pezzo di essa.


di Michele Pignatale

 

KarenVeramente quando gli chiedi dove si trova precisamente, ama snocciolare il tempo che ci vuole per raggiungerlo: una buona dozzina di ore di volo, alcune ore di bus e un’ora e mezzo di moto. La decisione di partire è frutto di una volontà di ricerca nata al termine del suo corso di laurea in lingue.


“È il momento di guardare con realismo il futuro, quello del dopo laurea – ci racconta Guglielmo – in cui sei portato a farti delle domande. Io ho scoperto che tutto quello che pensavo all’inizio del mio corso di studio era totalmente cambiato col passare degli anni. Mi sono ritrovato con un pezzo di carta e una società che mi respingeva invece di includermi. E allora scopri il bisogno di impiegare il tempo, l’esperienza in una piccola band, le corse in macchina verso la riviera a consumare improponibili coktail dai nomi esotici e dal gusto discutibile. Tutto per farsi quattro risate e non essere costretti alla noia”.

 


La felicità che si acquista…

ThailandiaPoi capita di avere una proposta di lavoro in una agenzia viaggi per curare particolari pacchetti della felicità mirati verso l’estremo oriente. In corrispondenza con agenzie thailandesi questi pacchetti consistevano in un tour benessere di due settimane che raccoglievano diverse proposte dalla cultura, al cibo alle relazioni sociali, dove per relazioni sociali si intendeva incontri ravvicinati con ragazze del luogo. Infatti, i maggiori fruitori di tali pacchetti erano uomini di tutte le età. Pacchetti quindi molto gettonati da una certa clientela e che davano degli ottimi ritorni in termini economici.

 

Fu proprio un cliente di questi pacchetti, che dovendo giustificare un ulteriore viaggio in Thailandia parlava della sua prima esperienza in maniera entusiasta, non nascondendo il lato oscuro della proposta e abbandonandosi a raccontare anche le condizioni di disagio di certe popolazioni incontrate e dove aveva potuto parlare anche con giovani francesi impegnati in un servizio di volontariato a favore di questa gente. Guglielmo fu colpito da questo racconto, che pur presentando numerose contraddizioni, aveva squarciato il velo di una situazione al limite della vergogna. Decise di approfondire. Chiese al responsabile dell’agenzia di guidare un gruppo nel prossimo viaggio. Gli fu concesso e finalmente sbarcò in Thailandia.

 


…e quella che si conquista

Thailandia_volontariato“Tralascio le cose squallide comprese nel viaggio – continua a raccontare Guglielmo – dove delle giovani vite vengono immolate al dio denaro. E di cui noi, sempre per sete di denaro, ne siamo complici. Mi sono ritrovato in una realtà di una bellezza incredibile, dalla natura alla gente. Mi sono ritagliato degli spazi e ho potuto incontrare le persone dei villaggi. Pur in condizioni disastrose, secondo il nostro modo di misurare la vita, ho apprezzato la loro indole felice, positiva e di grande accoglienza.

 

Ho potuto incontrare anche quei giovani di cui avevo sentito parlare, impegnati in un servizio di volontariato e anche in loro ho trovato oltre al grande spirito di sacrificio una felicità che sprizzava dai loro occhi. Una di loro, una ragazza tedesca mi ha salutato dicendomi: dai vieni a stare con noi, qui c’è tanto da fare. Un invito che mi sono portato dentro e che non mi ha lasciato in pace per mesi. Mi domandavo perché tanta gioia nel cuore di questi ragazzi in situazioni così disagiate dove resisti solo se dimentichi te stesso, le tue esigenze, i tuoi desideri, il tuo modo di pensare.

 

Da dove nasce questo stato di beatitudine. Non certo dal mangiare riso tutti i giorni e notare di avere un ottimo fisico non appesantito dai “grassi occidentali”. No, proveniva da una sorgente  dove questi ragazzi si abbeveravano tutti i giorni. La loro fiducia in Dio che rappresentava la ragione vitale della loro esistenza, era capace di scardinare tutti i criteri possibili per una vita diversa”.

 


Thailandia_volontariato_2Combattimenti e scoperte

All’ottavo mese Guglielmo decide di partire e viene accolto con gioia dalla piccola comunità di giovani impegnati in diverse cittadine e villaggi per far crescere a livello culturale, sociale e religioso i ragazzi del luogo. I primi due mesi sono davvero stati duri,  in cui una certa tempesta  andava a insediare poco a poco fisicamente , moralmente e mentalmente la vita di Guglielmo.


“Ho deciso di vivere quella situazione considerandomi un pellegrino con occhi e cuore aperti – ci dice sorridendo Guglielmo – e approfondendo la mia ricerca. La mia vita qui non è spettacolare. Qui i grossi combattimenti sono a livello interiore, sono invisibili. È una lotta interiore, che è una fase normale del discepolo che vuole crescere spiritualmente ed umanamente. Ma ho capito che senza di essi non sarei potuto essere qui. È necessaria una ricca vita interiore per trovare la felicità proprio come la vita semplice vissuta nel villaggio.

 

Non è sforzo che si fa a tutti i costi per trovare una felicità illusoria in una vita che può sembrare senza sapore,  ma è una gioia che allarga le sue braccia nella vita semplice dei giorni, che devi scoprire. Cioè devi togliere il velo dal cuore per scoprire la felicità che c’è già e che si manifesta nelle persone che incontri e che ti vivono accanto con semplicità condividendo la tua stessa vita e i tuoi desideri. Devo confessare che non saprei dove cercare per provare le stesse sensazioni che provo qui. E mi domando se una folgorante carriera  mi avrebbe dato le stesse emozioni. E poi sento che questa felicità, se coltivata, dura per sempre”.

 

 

 

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