proiettiGIGI PROIETTI
"Auguri di natale"

di Vito Magno


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Anteprima mondiale in Vaticano per "Nativity", il film di Catherine Hardwicke sulla nascita di Gesù con l'attrice nominata all'Oscar Keisha Castle Hughes. Il via libera alla proiezione, che avrà luogo il 26 novembre alla presenza della regista, dello sceneggiatore Mike Rich e di parte del cast, arriva in seguito alla favorevole accoglienza riservata al film da esponenti del Vaticano, delle Università ed Accademie Pontificie e di esperti della comunicazione legati al mondo cattolico. A colpire questa speciale commissione, per cui è stato organizzato uno screening ad hoc, sono state in particolar modo la dimensione poetica e la fedeltà del racconto ai testi della Scrittura. Da qui l'autorizzazione ad organizzare l'anteprima, insieme al Pontificio Consiglio della Cultura, al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e alla Filmoteca Vaticana, al Pontificio Consiglio Cor Unum, al Vicariato della Città del Vaticano e con la collaborazione della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. La proiezione, che anticiperà la contemporanea uscita mondiale del film il 1° dicembre, sarà preceduta da una lettura dei Vangeli della Natività da parte di Gigi Proietti e da una preghiera natalizia scritta da S.E. Mons. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana. In occasione dell' anteprima sarà lanciata una raccolta di fondi per la costruzione di una scuola nel villaggio di Mughar in Galilea , dove vivono cristiani, drusi e musulmani. Grande soddisfazione per l'iniziativa la esprime Stefano Dammicco, amministratore delegato della Eagle Pictures che distribuisce il film: "E' un evento straordinario. Nativity è un vero e proprio messaggio di speranza, pace e amore, che unisce tutte le persone di fede. L'azienda è onorata ed orgogliosa di essere partner italiana di New Line per il lancio mondiale di questo film".


GIGI PROIETTI

'Senza Alleluja brava gente la mia carriera sarebbe stata completamente diversa'. Per Garinei e Giovannini fu certo un rischio sostituire il grande Modugno con un giovane attore di teatro, scoperto nelle cantine dei cabaret e applaudito durante le rappresentazioni 'serie' al Teatro Stabile dell'Aquila. Nel 1971, sul palcoscenico del Sistina, accanto a Renato Rascel, Gigi Proietti entusiasmò il pubblico e non fece rimpiangere l'assenza di 'Mister Volare'. Nato a Roma il 2 novembre 1940, mentre è ancora uno studente universitario si esibisce come cantante nei nights romani accompagnandosi con la chitarra. Viene subito apprezzato da Giancarlo Cobelli che nel 1966 gli affida la composizione delle musiche di un suo spettacolo, Il can-can degli italiani. Contemporananemente debutta in televisione (I grandi camaleonti, F. Zardi) e al cinema (Le piacevoli notti - secondo episodio di A. Crispino e L. Lucignani). L'anno dopo fa la sua prima apparizione sulle scene con La Celestina, sempre di Cobelli, presto seguito da Gli Uccelli di Aristofane con il gruppo di avanguardia 'Centouno'. Mentre sul palcoscenico recita Shakespeare, Moravia e Gombrowicz, sul grande schermo viene diretto da registi come Tinto Brass (L'urlo, 1968), il regista con cui farà il finto cieco in Dropout (1970). Torna a dar prova del suo temperamento e delle sue corde vocali accanto a Monica Vitti (La Tosca, Luigi Magni, 1973), più o meno nello stesso periodo in cui traversa follie private e disfacimenti sociali del XX secolo in un film di Elio Petri (La proprietà non è più un furto, 1973). In seguito, anche se continua un'intensa attività cinematografica, si dedica soprattutto al teatro e con lo show A me gli occhi please (1976) si scatena in un assolo da grande mattatore di fronte ad un pubblico che fa la fila per andarlo a vedere al Teatro Tenda. Nel 1978, dopo essere stato uno degli ospiti dell'affollato Casotto (1978) di Sergio Citti, assume la direzione del teatro Brancaccio di Roma e dà vita ad un Laboratorio per giovani aspiranti attori da cui usciranno tanti validi nomi dello spettacolo italiano. Dai tempi di Brancaleone alle crociate (Mario Monicelli, 1970), nel corso della sua carriera incontrerà più volte il capostipite dei mattatori. Con Vittorio Gassman vola in America per partecipare ad Un matrimonio (Robert Altman, 1978), segue le malinconie di due suonatori ambulanti (Due pezzi di pane, Sergio Citti, 1973), mentre a teatro rappresenta l'Edipo re (1981). Sulle scene la sua arte gli consente di moltiplicarsi in ben settanta personaggi (Fregoli, 1981), di diventare 'uno splendido cretino' in onore di quello che considera il suo maestro, Caro Petrolini (1983), o di espandere incanti come Cyrano de Bergerac, da lui stesso diretto nel 1985. Negli anni '90 rallenta le apparizioni sul grande schermo. Fa eccezione per un film di Bernard Tavernier (Eloise - La figlia di D'Artagnan, 1994), poco prima di indossare la divisa de Il maresciallo Rocca (Giorgio Capitani, 1996), con cui riscuote uno straordinario successo televisivo. Clima ideale per proporre una serie infinita di imprese con tanto di happy-end. Ma lui ci tiene a tenere le distanze. Nel magico baule ha in serbo altre divise, costumi, personaggi, voci. Qualche volta ha prestato la sua voce a grandi divi del cinema, come Dustin Hoffman, straordinario Lenny (Bob Fosse, 1974).